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Star Wars VII : la recensione

Star Wars: un film, una saga, una passione.

Il 16 dicembre è uscito il nuovo capitolo, il numero sette, intitolato “Il Risveglio della Forza”, a più di trent’anni dall’ultimo episodio. Dopo aver atteso il sufficiente lasso di tempo per riuscire a giudicare il film con la dovuta oggettività ecco il verdetto:

NON GUARDATELO.

Il film è tutto tranne che il degno sequel de “Il Ritorno dello Jedi”. Non è nemmeno l’ombra di quello che fu la saga, ne ha perso lo spirito, il carisma e anzi, una volta uscito dal cinema, col passare dei giorni, sono arrivato persino a rivalutare la prequel trilogy (Episodi I – II – III). L’entusiasmo scemava, la consapevolezza della tragedia invece cresceva.

Terribile.

Spiace ammetterlo ma questo film dimostra, come più o meno è stato per tutto il 2015, con il nuovo capitolo di “Terminator”, con il nuovo “Jurassic World”, che certe saghe non vanno toccate. Hanno cambiato la storia, fatto sognare milioni di persone ma appartengono al passato, sono finite, saghe epiche ma concluse. Riesumarle, nel nuovo millennio, senza un degno motivo (se non il mero lucro), senza una degna trama, convinti già solo con l’utilizzo delle più moderne tecnologie di ottenere un gran risultato, porta all’inevitabile disastro.

Il sonno degli sceneggiatori genera mostri.

Il Risveglio della Forza non solo non riesce ad aggiungere niente di nuovo all’universo di Star Wars, non solo pecca di codardia rivelandosi un remake mal celato di quel “Una Nuova Speranza” che nel ’77 diede avvio alla saga, ma ha la grave, imperdonabile, colpa di sfregiarne l’universo immaginifico. Prende alcuni capisaldi della narrazione e, squalificandoli, arriva a storpiarne il significato originario.

Imperdonabile.

Mi sto riferendo alle Lightsabers, armi da sempre circondate da un’aura quasi mistica e qui invece date in mano a chiunque, usate da tutti senza problemi, senza alcuna pratica, senza bisogno di addestramento. Tanto da farci assistere allo scontro tra un comune stormtrooper e il nuovo Villain; il cui esito non ci appare affatto scontato, ma anzi il soldato arriva quasi a tener testa all’antagonista principale.

Ridicolo.

Alla “Forza” non è toccata sorte meno ignobile. Scoperta dalla protagonista viene da questa padroneggiata nel giro di tre tentativi, in cinque minuti. Come se niente fosse, come se in passato non avessero più e più volte ribadito (nei SEI film precedenti) la necessità di allenamento e disciplina, fatica e pazienza per poterla anche solo scoprire, figurarsi padroneggiare!

A questo aggiungiamo un villain, Kylo Ren, presentato ad inizio film come potentissimo e via via ridicolizzato, reso protagonista di sequenze comiche, al limite del ridicolo. Addirittura i suoi stessi sottoposti sembrano farsi beffe di lui.

Perché, mi chiedo, perché?

Darth Vader non c’è più, largo a un piagnucolone instabile, capriccioso e mascherato solo per nascondere un viso anche più ridicolo del suo comportamento.

Devo davvero aggiungere altro?

Io non so come si possa salvare questo film, dico davvero. E’ la fiera della banalità, il tripudio del pressappochismo e non sono riusciti nemmeno ad proporci una trama originale. Un insulto ecco cos’è, e insulti vengono alla mente più si ragiona sul film, più si fa strada la consapevolezza che un proprio ricordo d’infanzia è stato rovinato, per sempre. Siete arrivati a questo punto? Ecco se avete apprezzato quanto fin ora letto potete anche prendere il vostro apprezzamento, la vostra opinione e la vostra presunta passione per Star Wars e andare, molto serenamente, a quel Paese.

STAR WARS E’ TORNATO.

Il web si è riempito, nel corso delle ore, dei giorni successivi all’uscita nelle sale del film di pseudo esperti della saga, di fan dell’ultimo minuto e di critici cinematografici navigati ed esperti. Tutti pronti a smontare il film, a giudicarne questo e quell’aspetto come inverosimile, intollerabile, a gridare allo scandalo, all’abominio, tutti convinti che avrebbero saputo far di meglio.

Tutti critici, tutti registi, tutti stronzi.

Non ci capite più niente? Proseguire la lettura, vedrete le vostre argomentazioni, accennate poco sopra, smontate, cari i miei sedicenti “esperti”.

Partiamo dal villain, Kylo Ren. Ci si lamenta di quanto sia ridicolo, di quanto sia debole, di quanto sia brutto. Fatemi capire accusate la Disney di aver squalificato la saga, di aver percorso la facile strada del semi-remake quando invece è stata fatta una delle scelte più coraggiose che io abbia mai visto prendere, non solo dalla Disney ma da qualsiasi produzione  cinematografica: non vi è stato proposto fin da subito un personaggio carismatico, temuto e di straordinaria bellezza ma al contrario un ragazzo normale, molto diverso dai canoni estetici impossibili da emulare tipici dei divi di Hollywood. Non è finita, egli non solo si presenta con tutti i problemi tipici di un qualunque adolescente ma, e qui si conferma la non-superficialità con cui è stata affrontata la costruzione del personaggio, egli si dimostra la giusta progenie di una famiglia che certo non è quella del Mulino Bianco.

Famiglia, dicevo, dove il padre del ragazzo era un contrabbandiere senza scrupoli pronto, almeno in gioventù, ad uccidere senza problemi chi gli avesse intralciato la strada. Lo zio è uno degli jedi più potenti della galassia rimasto però mutilato di una mano al primo incontro con il padre (e a cui ha finito per tagliarla a sua volta). Il nonno è colui che ha determinato lo sterminio di tutti gli jedi, permesso all’impero galattico di venire ad esistenza (dando origine ad un periodo di oscurantismo e terrore) e il tutto per salvare la propria moglie da una morte vista solo in sogno e causata invece da lui stesso in un impeto di rabbia.

Davvero vi lamentate se hanno creato un villain con problemi di controllo della rabbia? Che preferisce la figura forte del nonno nonostante il male da questi provocato? Che (novità assoluta nell’immaginario della saga) sente comunque ancora il richiamo del Bene? Che non è “bello bello in modo assurdo” ma dovrà anzi conquistarsi a fatica i fan? Kylo Ren è uno dei personaggi più complessi della storia di Star Wars, con enormi potenzialità. Non monolitico, non piatto ma la cui figura in questo primo film è stata solo abbozzata. Giudicarlo negativamente per quanto visto fin ora dimostra molta voglia di parlare e poca di riflettere.

In tutti i film d’avventura l’eroe (in questo caso anti-eroe) prima viene svilito facendocelo vedere fallace mentre poi assistiamo al riscatto, alla dimostrazione delle sue qualità, alla sua ascesa. Ecco noi in questo EpVII abbiamo assistito alla prima parte, e già questa è comunque promettente.

Avete un cervello, usatelo.

Passiamo ora alle critiche fatte all’uso semplicistico e alla portata di tutti della Forza. In primis voglio ancora ricordare che siamo all’inizio di una storia scritta su tre film, nulla sappiamo del passato di Rey (presentatoci anzi per tutto il film come misterioso e da svelare), non sappiamo se la ragazza abbia una predisposizione all’uso della Forza o addirittura abbia già subito un addestramento in tenera età, quindi le sue doti potrebbero avere innumerevoli spiegazioni. Ricordo a tutti inoltre quanto anche un certo Luke Skywalker nel primo film passa dall’essere un agricoltore senza futuro e senza formazione, un plebeo qualsiasi, a pilota interstellare di prim’ordine, in grado di percepire la forza e anzi utilizzarla per far saltare la più grande arma di distruzione di massa mai creata.

Perché questo è più credibile di quanto visto in EpVII?

Ancora una volta dimentichiamo poi che l’episodio del ’77 era stato pensato come “stand alone”, tutti i personaggi e la storia dovevano essere autoconclusivi, completi; qui siamo invece davanti ad una trama pensata e orchestrata fin dall’origine su tre film.

Scusate se questo influisce non poco su quanto ci viene detto e come viene sviluppato l’arco narrativo del film. Per la spada laser e il suo utilizzo indiscriminato posso ancora una volta solo ripetermi, facendo constatare come entrambi coloro che brandiscono la lightsaber si sono addestrati per anni alla lotta all’arma bianca: Finn come stormtrooper (e la prova ci viene data quando si ritrova a combattere con un suo commilitone brandente appunto uno sfollagente elettrificato) e Rey con il suo bastone-lancia a cui per più volte viene data centralità e mostrata l’abilità in combattimento. Uno stile non dissimile da quello di Darth Maul aggiungerei.

Certo il film non è perfetto, c’erano parti da sviluppare molto meglio. Il finale ad esempio risulta troppo accelerato, quasi sbrigativo, dovuto al gran numero di personaggi introdotti e che hanno finito per lasciare poco tempo per la messa in scena dell’epilogo. Altre cose poi le avrei del tutto cambiate, penso al brevissimo minutaggio concesso a Captain Phasma. Presentato come uno dei co-protagonisti, a cui hanno dedicato ampissimo spazio nel merchandising, nelle pubblicità, nelle interviste al cast ma poi ridotto nei fatti ad una marionetta senza spirito e vuota, con quattro battute e un comportamento deludente. Guardando anche alla grande interprete scritturata per il ruolo non si può che rimanere perplessi. Ma oltre tutte le confutazioni o critiche possibili, il film permette di affermare il ritorno della saga alle origini anche solo per l’atmosfera che si respira. Nei dialoghi, nelle situazioni in cui si vengono a trovare i protagonisti, l’humor con cui affrontano alcune delle sequenze più drammatiche o pericolose: mi riferisco all’iniziale battuta rivolta da Poe a Kylo, all’ostinazione di Finn nel prendere per mano Rey quando scappano su Jakku, all’incontro di Han Solo con gli altri contrabbandieri, la fuga dai mostri sulla sua nave-cargo e così via.

Tutto fa sentire lo spettatore “a casa”, tra vecchi amici, nello stesso universo lasciato in EpVI. A questo aggiungete scelte di regia e transizioni video omaggianti lo stile di Lucas, questo senza dimenticare l’anno in cui siamo, i quasi trent’anni che separano il “Ritorno dello Jedi” da questo nuovo episodio, con tutta l’evoluzione conseguente in materia di effetti speciali, tecniche di ripresa, fotografia e via dicendo. Penso alla scena iniziale, dove l’ombra di uno star destroyer si fa lentamente largo nell’inquadratura lasciando lo spettatore incuriosito e deliziato, penso alla sequenza con cui viene svelata la casa di Rey o introdotto il Falcon, allo splendido omaggio ad Apocalypse Now quando nei cieli di Jakku appaiono i caccia Tie, alla panoramica sulle truppe radunate per il discorso del Generale Hux. E ancora, l’arrivo degli X-Wing al tempio di Maz Kanata.

Ultimo esempio ma forse più significativo: la meravigliosa fotografia regalataci per l’incontro tra Han e Kylo sulla Starkiller Base, con quel raggio di luce a fendere l’aria obliquamente, quei colori accesi ma temperati da una leggera foschia, sembra più un quadro che un frame.

Da incorniciare.

Abrams è riuscito perfettamente a portare lo stile di Lucas nel nuovo millennio, a metterci del suo, riuscire originale ma a contempo omaggiando il passato. Dite niente.

Star Wars è tornato?

SI, tutto il resto è noia.

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