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Sette e Ottocento a Pavia: le radici della modernità

Sette e Ottocento a Pavia: le radici della modernità (1764-1815) è un progetto nato dalla volontà di mettere in luce quanto la Lombardia e, in particolare, la città e l’istituzione universitaria pavesi siano state, nel corso della seconda metà del Settecento, al centro di quel processo di riforma e di profonda innovazione culturale e scientifica che l’Europa stava vivendo.

Il convegno – che si articolerà in quattro incontri, una pièce teatrale e un concerto – volgerà il proprio sguardo alla società pavese e ai protagonisti della cultura letteraria, scientifica, musicale, filosofica e giuridica che hanno ruotato attorno a Pavia e alla sua Università nel corso del cinquantennio che va dal 1764, data di pubblicazione de Dei delitti e delle pene, al 1815, anno a partire dal quale, con la Restaurazione dell’Antico Regime, viene meno quella profonda libertà di ricerca della quale Università e professori avevano potuto godere nei decenni precedenti.

Il convegno verrà inaugurato l’8 novembre, nel Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria, aperta nel 1788 su impulso dell’attività riformatrice di Maria Teresa d’Austria. La prima giornata, avviata dai saluti istituzionali di Fabio Rugge, rettore dell’Università, Livio Strazzera, presidente della Fondazione Banca Popolare di Commercio e Industria, e Maurizio Harari, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, sarà dedicata agli ambiti della Letteratura e dell’Arte.

I lavori – introdotti da Cecilia Angeletti, direttrice della Biblioteca Universitaria, aperti alle ore 10:30 e coordinati da Alberto Cadioli – si apriranno con uno sguardo di Carla Riccardi sulle Radici pavesi di un nuovo impegno letterario e culturale, e proseguiranno nel corso della mattinata con gli interventi di Luisa ErbaL’Università di Pavia: la riforma edilizia, in cui verrà evidenziato come il rinnovamento dell’Università nel secondo Settecento non riguardi solo i suoi ordinamenti didattici e scientifici, ma anche architettonici – e di Alessandra Ferraresi, Pavia tra Austria e Francia.

Le attività pomeridiane, che avranno inizio alle ore 15:00 e saranno coordinate da Carla Riccardi, vedranno gli interventi di Gianfranca Lavezzi su L’invito a Lesbia Cidonia di Lorenzo Mascheroni, di Angelo Stella e Felice Milani, su Illuminismo dal basso: l’almanacco del Giarlaett, di Giovanni Biancardi, su Monti e la Bassvilliana, e di Susanna Zatti, su La cultura artistica in età neoclassica e la nascita del collezionismo.

Il secondo appuntamento è previsto per il 22 novembre, sempre nel Salone Teresiano, con la giornata dedicata alle Scienze. La cultura scientifica del periodo storico preso in esame sta infatti subendo un profondo rinnovamento e l’Università di Pavia ne è uno dei maggiori centri propulsori. Gli interventi, coordinati da Alessandra Ferraresi a partire dalle ore 10:00, si concentreranno sia su alcune figure chiave della cultura scientifica settecentesca, sia su aspetti più generali legati allo studio della medicina dell’epoca e ai riflessi nella società delle innovazioni scientifiche. Interverranno dunque Lucio Fregonese sulla Rivoluzione nella società, rivoluzione nella scienza: Volta e l’invenzione della pila, Carla Garbarino su Giovanni Alessandro Brambilla: la chirurgia tra Vienna e Pavia, e Valentina Cani su Lo studio della medicina nella seconda metà del Settecento.

Il pomeriggio vedrà invece gli interventi di Paolo Mazzarello su La lussuria della conoscenza di Lazzaro Spallanzani, di Giorgio Mellerio su Agostino Bassi e la rivoluzione microbiologica in medicina, e di Giulia Delogu su Giovanni Rasori a Pavia: da ‘giovane brillante’ a ‘celebrato maestro’.

Tutti gli interventi delle due giornate saranno accompagnati dalle letture dell’attore Davide Ferrari e dalla chitarra di Nicolò Pozzi.

Dopo una lunga pausa, il 27 febbraio, alle ore 21:00, l’Aula Goldoniana del collegio Ghislieri ospiterà la rappresentazione della pièce teatrale Alessandro Volta innamorato, riduzione teatrale di Davide Ferrari realizzata a partire dai testi Cupido tra gli alambicchi di Carlo Linati e Il professore e la cantante di Paolo Mazzarello.

Il 7 marzo si terrà la terza giornata di incontri, sempre nel Salone Teresiano, dedicata alla Filosofia e al Diritto. A partire dalle 9:30, coordinati da Carlo Capra, gli interventi di Gianni Francioni su Le idee di Cesare Beccaria e Alessandro Verri, laureati a Pavia, di Ettore Dezza su L’illuminismo giuridico a Pavia, di Giuseppe Invernizzi su La filosofia a Pavia fra Sette e Ottocento e di Marzia Lucchesi su Foscolo giurista.

Le attività del pomeriggio invece, coordinate da Gianni Francioni, vedranno invece gli interventi di Elisabetta D’Amico su Il rinnovamento degli studi legali tra Sette e Ottocento, di Giuseppe Cospito su Filosofie della storia e teorie dell’incivilimento da Lomonaco a Romagnosi e di Emanuele Fugazza su Maria Pellegrina Amoretti, prima laureata in Giurisprudenza a Pavia.

L’ultima giornata del convegno, che si terrà il 21 marzo nell’Aula Foscoliana dell’Università, sarà dedicata alla Letteratura e alla Musica. Dopo l’introduzione, alle ore 9:30, di Angelo Stella, Manzoni, pavese, si avranno gli interventi di William Spiaggiari su Il magistero di Vincenzo Monti, di Alberto Cadioli su 1807: Foscolo e il rinnovamento lirico: I Sepolcri, e di Carla Riccardi su 1809: Foscolo: la Prolusione pavese. Nel pomeriggio invece, a partire dalle ore 15:00 e coordinati da Gianfranca Lavezzi, si terranno gli interventi di Pierantonio Frare, Manzoni prima della conversione, di Gianmarco Gaspari, Stendhal in Lombardia, di Mariateresa Dellaborra, Personaggi, ambienti e tendenze nella vita musicale pavese. Le letture che accompagneranno gli interventi saranno a cura di Davide Ferrari.

A partire dalle ore 18:00, nel Salone Teresiano della Biblioteca Universitaria, si terrà il concerto di chiusura del convengo, tenuto dal complesso del Demetrio, il quale interpreterà musiche di Mozart, Rolla, Boccherini, Fioroni, Paisiello e Monza.

Tutti gli eventi del convegno saranno a ingresso libero.

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