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Semifinali del Torneo Intercollegiale di calcio, voce ai protagonisti in campo

Ci siamo: le porte dello stadio “Pietro Fortunati” di Pavia stanno per aprirsi per accogliere i collegi che sono giunti a suon di vittorie alle semifinali del Torneo Intercollegiale di calcio maschile. Sono rimaste quattro delle squadre più forti e con più storia di questo torneo, giunto ormai alla sua 42° edizione.
Noi di «Inchiostro» abbiamo incontrato i capitani di queste big, per chiedere impressioni, pronostici e giudizi su questo torneo, ormai vicino alla sua conclusione. Queste tutte le dichiarazioni:

 

ANTONIO MARRA, CARDANO (23 anni, terzino)

Gioco per il Cardano da cinque anni, quindi ho vissuto il dominio di Fraccaro prima e Spallanzani poi. Che dire, ci sono stati anni in cui erano semplicemente i più forti, un gradino sopra gli altri. Nel frattempo però siamo cresciuti moltissimo anche noi, sia grazie al ricambio generazionale che ci ha portato ad avere una squadra molto giovane e agguerrita, sia grazie agli allenatori (tra cui il nostro attuale, Antonio Stomeo) che hanno sempre puntato sul creare un gruppo unito.
Contro il Golgi sapevamo che non potevamo tenere bassa la concentrazione, loro venivano da grandi prestazioni nel girone, con un attacco davvero temibile. Forse il loro difetto è stato concentrarsi più sulle individualità che sul gioco di squadra, che è invece la nostra forza insieme all’intensità della manovra: volevamo chiuderla subito nel primo tempo, infatti nella ripresa, quando il dispendio di energie si è fatto sentire, il Golgi è uscito meglio.
Ci ha in parte sorpreso l’uscita del Don Bosco ai quarti, una squadra che veniva da un’impresa incredibile nel girone (cinque vittorie su cinque, n.d.r.), ma anche in quel caso ha trionfato la concezione di “gruppo” dello Spallanzani, nonostante abbia un po’ deluso nelle prime fasi del torneo.
Chi temiamo? “Temere” è un termine che non mi piace, siamo tutte e quattro squadre con una grande tradizione e dalla grande forza, non credo esistano favorite assolute, possiamo giocarcela tutti ad armi pari.
Quella col Fraccaro sarà per noi una finale anticipata, vista la rivalità che ci lega a quel collegio: da quando gioco per il Cardano abbiamo sempre pareggiato contro di loro, quindi è giunto il momento di cambiare questa tendenza. Tuttavia anche Spallanzani – Cairoli sarà una partita sentitissima, visto che è stata la finale degli ultimi due anni.

Venerdì sarà la mia prima volta al “Fortunati”, sicuramente giocare in un vero stadio sarà tutta un’altra storia rispetto al giocare in campi di provincia a livello emotivo: questo però non deve distrarci, ma anzi deve fare da sprone per dare il massimo.

 

LUCA D’ALESSANDRO (25 anni, capitano, centrocampista) e MARCO VIRGULTO (27 anni, ala destra), SPALLANZANI

Siamo una squadra in continuo cambiamento, ma la mentalità che noi della vecchia guardia trasmettiamo alle nuove leve ci permette di mantenere sempre un alto livello, pur rimanendo sempre coi piedi per terra: è anche grazie a questo che veniamo da due trionfi finali consecutivi, l’orgoglio nel far vedere a tutti cosa significhi far parte dello Spallanzani. Il merito di tutto ciò va dato sicuramente al mister Iemmolo, ex capitano e vero cuore pulsante della squadra. Con la mentalità che ci trasmette siamo riusciti a superare una fase molto dura nei gironi, dove ci siamo qualificati solo al quarto posto anche a causa di diverse mancanze a livello di organico. Ai quarti abbiamo avuto perciò una grande voglia di rivincita, soprattutto in relazione all’impegno contro il Don Bosco, contro cui noi due  non siamo mai riusciti a vincere da cinque anni: la “vendetta” di quest’anno ha avuto un gusto tutto speciale e la dedichiamo anche al nostro fantastico tifo, sono davvero il dodicesimo uomo in campo.
Non ci immaginavamo una sconfitta così netta del Ghislieri, viste le difficoltà che ci ha creato nei gironi e alla grande crescita degli ultimi anni, ma con assenze pesanti purtroppo è difficile riuscire ad esprimersi al meglio.
Il livello delle squadre rimaste è ormai pari, non esistono favorite, sono tutte grandissime formazioni con alle spalle collegi molto forti, il che è dimostra quanto sia importante il senso di appartenenza. Poi certo, ognuna ha diversi punti di forza: il Fraccaro ad esempio è temibile in attacco, mentre il Cardano ha una difesa molto attenta e compatta. Da non sottovalutare assolutamente il Cairoli, una sorta di “nuova rivale” per noi, vista la doppia finale degli anni scorsi e nalla quale la presenza di un giocatore storico come Fondacaro è fondamentale.

Non vediamo l’ora di affrontarli di nuovo al Fortunati, uno stadio che comunque trasmette grandi emozioni, sempre grazie ovviamente al supporto del pubblico.

 

FRANCESCO PORTA, CAIROLI (23 anni, difensore)

Sono qui da quattro anni, perciò ho visto diversi senatori lasciarci e molte nuove leve prenderne il posto, riuscendo a mantenere sempre un ottimo livello qualitativo. Il nostro picco per ora lo abbiamo raggiunto l’anno scorso, con un perfetto equilibrio tra vecchia guardia e matricole, e infatti siamo riusciti a rivaleggiare con i campioni in carica dello Spallanzani, la squadra secondo me più forte insieme al Don Bosco: la seconda è forse meglio disposta in campo e organizzata tatticamente, però lo Spalla ha una grinta che supera tutte le altre.
La partita contro il Ghislieri non era quella che mi aspettavo, loro venivano da ottimi risultati nei gironi e l’abbiamo preparata di conseguenza, consapevoli della nostra forza. A partita in corso però abbiamo visto una squadra meno solida di quanto preventivato, forse anche a causa delle assenze: non potevo tuttavia immaginare un risultato così netto. D’altra parte noi non abbiamo mai preso sottogamba l’impegno, la mia filosofia è quella di giocare tutte le partite come se fossero una finale, a prescindere dalla presunta forza che l’avversario può avere sulla carta.
La cosa che più mi ha stupito è stata l’eliminazione del Golgi: alcuni loro elementi sono di una categoria superiore, ma il Cardano ha una signora difesa, senza contare la grinta e un attaccamento alla maglia che in uno scontro diretto influenzano moltissimo la prestazione.
La nostra rivalità principale è col Fraccaro, un vero e proprio derby: mi ricorderò sempre la sfida di due anni fa, quando riuscimmo a rimontare un 2 a 0 col mio goal che valse il pareggio. Molto intensa anche quella dell’anno scorso, con un trionfo di 5 a 3 nonostante i pronostici negativi. Negli ultimi anni è poi nata per forza di cose una seconda rivalità con lo Spallanzani, viste le due sconfitte di misura in finale contro di loro: quest’anno vogliamo la svolta e ce la metteremo tutta in quella che per noi è davvero una finale anticipata, soprattutto nella cornice del “Fortunati” che trasmette un sacco di emozioni.

Una favorita? Beh, a parte noi – ride – prima avrei detto Golgi e Don Bosco, viste le loro grandi prestazioni nei gironi, mentre ora direi Spallanzani, visto che loro non muoiono mai e ce la mettono sempre tutta. Noi però abbiamo avuta una grandissima crescita e siamo qui per dire a tutti «Ci siamo anche noi».

 

ALESSIO MOSCA, FRACCARO (24 anni, centrocampista)

In quattro anni che gioco per il mio collegio, non penso di aver ancora visto una formazione migliore di quella di due anni fa: eravamo tutti molto forti, peccato che non siamo riusciti ad essere squadra, non è scoccata la scintilla e infatti siamo usciti ai gironi. Eravamo forti anche al primo anno, anche grazie ai molti allenamenti che facevamo, mentre l’anno scorso non abbiamo giocato la semifinale con la giusta cattiveria. Vedremo quest’anno, visto che la squadra rispetto all’anno scorso è cambiata per almeno la metà degli effettivi e il nuovo allenatore punta moltissimo sulla compattezza del gruppo e sul remare nella stessa direzione tutti insieme. Sia noi che le altre semifinaliste siamo qui e siamo storicamente forti perché siamo quelle che si allenano più duramente e che prendono più seriamente l’impegno di questo torneo; stesso discorso per il Don Bosco, anche se non è riuscito a passare i quarti.
La sfida contro il Borromeo? Ammetto che è un risultato bugiardo, loro hanno giocato molto meglio di noi ed è l’avversario più ostico che abbiamo incontrato quest’anno insieme al Cardano (la squadra più completa del nostro girone); infatti ritengo che il girone B fosse molto più competitivo del nostro, vista la presenza di Don Bosco, Cairoli, Golgi e, appunto, Borromeo. La differenza l’ha fatta la cattiveria, questo è un torneo nel quale vince chi ci crede di più, anche per questo lo Spallanzani è una squadra temibile e meritava molto di più del quarto posto nel girone.
Noi abbiamo una sola rivalità: il Cairoli. Bellissimo ricordo lo scontro in Coppa Cairoli, quando vincemmo 2 a 0 ma li prendemmo a pallonate: fu una vendetta per la sconfitta dell’anno prima. Lo scontro tra loro e lo Spalla in semifinale sarà duro: il Cairoli ha probabilmente più mezzi tecnici per passare, è la squadra più completa del torneo ed è secondo me la favorita per la vittoria finale, ma lo Spallanzani è “più cattivo” agonisticamente.

Per quanto ci riguarda proveremo fino all’ultimo a vincere, senza farci distrarre da dove giochiamo: la differenza tra un campo normale e il “Fortunati” è solo il numero di metri da percorrere in partita.

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