Cultura

Giustizia e giustizie: immagini di un’idea

di Erica Gazzoldi

Una serie d’incontri per mostrare come la giustizia cominci fuori dai tribunali, nell’immaginario comune. Il ciclo “Mitologia del diritto” (programmazione completa: http://www.collegiofraccaro.it/mitologia2011.php ) ha avuto inizio l’8 novembre 2011 presso il Collegio Fraccaro, sala Porro. Questa prima conferenza s’intitolava “Immagini inconsuete della Giustizia nella storia dell’arte”, relatore prof. Giampaolo Azzoni, Università di Pavia, facoltà di Giurisprudenza. (Materiali iconografici: http://blog.centrodietica.it/?p=2689 ).
La breve introduzione è stata tenuta da Giorgio Montolivo, allievo del collegio ospitante. Egli ha messo in rilievo il carattere “provocatorio” del termine “mitologia” applicato al diritto. Per “mito” s’intende, solitamente, un racconto circa un passato inattingibile, largamente conosciuto e volto a fornire modelli di uomo e di società. “Mitologia del diritto” è dunque un insieme di paradigmi sui quali si fonderebbe il vivere civile, con tutto il suo complesso di leggi.
Il prof. Azzoni ha cominciato presentando un simbolo vastamente transculturale: la bilancia. Essa compare già nel Libro dei Morti egizio, nel rito della “pesatura del cuore”: il cuore del defunto, per essere degno della beatitudine eterna, avrebbe dovuto risultare più leggero di una piuma di struzzo (posta sul piatto da Ma’at, dea dell’ordine universale). La bilancia è protagonista anche dei processi alle streghe: nel museo di Oudewater (Paesi Bassi), ne è custodito un esemplare utilizzato fra il 1585 e il 1754. L’imputata avrebbe dovuto risultare di peso uguale o superiore ai 50 kg; in caso contrario, sarebbe stata considerata capace di volare, ossia una strega. Il rito della pesatura era però, più spesso, una forma di ordalia, di giudizio rimesso alla divinità. Con questo significato è presente perfino in India.
Non bisogna scordare gli “atti librali” della Roma antica. Le gesta per aes et libram (“riti per mezzo di bronzo e bilancia”) sancivano atti come la manomissione degli schiavi. Con collegamento all’equità ed all’abbondanza, la bilancia compare anche su serie di monete databili tra I sec. a. C. e I sec. d. C. Essa si fa anche strumento di discernimento tra virtù e vizi: in questo senso, Giotto la pone in mano all’allegoria della Giustizia (Cappella degli Scrovegni, Padova), insieme ad una spada.
La bilancia è anche caratterizzata dalla verticalità: è il suo asse verticale a garantire un corretto equilibrio dei piatti. Facile vedervi un riferimento all’asse del mondo, a parametri più alti del mero interesse individuale. Proprio sulla componente verticale dello strumento intervengono artisti contemporanei, intendendo esprimere crisi di valori: è il caso di Allora e Calzadilla, che pongono una bilancia sbilenca in cima ad una montagna di schiuma (Scale of Justice Carried by Shore Foam, 2010), o di Jens Galschiøt e Lars Calmar, che rappresentano la “giustizia” degli Stati socioeconomicamente avvantaggiati sulle spalle di un africano scheletrico (The Survival of the Fattest, 2002).
Altro simbolo, già citato, è la spada; essa ripropone la verticalità della bilancia, ma è anche immagine di forza punitrice, nonché della ripartizione dei beni. Con questo significato compare in un affresco raffaellesco nella Stanza della Segnatura (Palazzi Vaticani,1508), nonché nella chiesa pavese di S. Pietro in Ciel d’Oro (bassorilievo sull’Arca di S. Agostino). Il doppio taglio della lama, come i due piatti della bilancia, rinvia alla simmetria ed all’eguaglianza. Un’incisione dell’Hypnerotomachia Poliphili (1499) condensa direttamente i due simboli.
Essi sono stati ritrovati anche nel 2003, su un ritratto di Saddam Hussein, nel Ministero della Giustizia di Baghdad: un’autoattribuzione da parte di un personaggio quantomeno controverso, che ammonisce circa l’ambiguità del concetto di “giustizia”. Ambigua è, appunto, la terza immagine: la benda. Essa compare per la prima volta nel 1493, in un’illustrazione de “La nave dei folli” (S. Brant): la Giustizia viene bendata, a sancire il venir meno di qualunque parametro di giudizio. In senso ben diverso, però, la intende la Fontana della Giustizia a Berna (1543), nella quale la benda è celebrata come capacità di trascurare tutto ciò che potrebbe compromettere il rigoroso rispetto del diritto. Ben meno ossequioso ciò che suggerivano i Metallica con la copertina dell’album And Justice for All (1988), dove una figura bendata faceva piovere dalla propria bilancia svolazzanti banconote.
La carrellata di iconografie proseguiva, culminando negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti a Siena (1337-1339). Nell’Allegoria del Buon Governo, la rappresentazione della Giustizia raccoglie tutti i simboli finora presentati, aggiungendo un riferimento alla ripartizione fra giustizia “distributiva” e “commutativa” (Aristotele, Etica nicomachea).
La “nascita del diritto” è poi trattata da Eugène Delacroix, in un dipinto di soggetto byroniano: Le Naufrage de Don Juan. Nel II canto del Don Juan, G. Byron descriveva la situazione di alcuni naufraghi su una scialuppa. Rimasti senza nutrimento e torturati dalla fame, capiscono di doversi rivolgere al cannibalismo. Per evitare il dirompere della “legge del più forte”, stabiliscono di sorteggiare chi andrà sacrificato. Il diritto consisterebbe, dunque, nella forza sconfitta da una regola.
Va oltre le concezioni già esposte una terza idea di giustizia (Aristotele, Etica nicomachea): quella rappresentata dalle tre Grazie in un bassorilievo, sull’acropoli ateniese. Esse simboleggiano lo scambio circolare di beni (doni, ecc.).
Se la “mitologia” –come dicevamo- è un insieme di modelli, si può dire che alla nostra cultura non manchino idee di giustizia cui far riferimento. Così come serpeggia il senso di instabilità, di diffidenza verso valori spesso disattesi. Ma anche la critica è un modo per tenere viva l’attenzione su cosa sia la giustizia. Giustizia da declinare, forse, al plurale, per coglierne quelle sfaccettature che –nel loro insieme- creano il vivere civile.

Il ciclo prosegue stasera, alle 21:00, con: “Il bullismo su YouTube e il problema della moralità”, relatori prof.ssa Maria Assunta Zanetti e dott. Carlo Berrone.

4 pensieri riguardo “Giustizia e giustizie: immagini di un’idea

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    Da vostro lettore, complimenti.

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    • Erica Gazzoldi

      Ringrazio caldamente. 🙂

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