A lezione di Nera

 di Giacomo Onorati

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Ranieri Orlandi, cronista del Corriere della Sera con alle spalle 25 anni di esperienza, ha raccontato gioie e trucchi del mestiere ad una classe di universitari pavesi, nell’ambito del corso  Metodologie e Tecniche del Giornalismo, tenuto al Collegio Nuovo da Sandro Rizzi.
Il sole pomeridiano delle cinque lascia filtrare nell’aula una luce tiepida e dallo stereo di una vicina stanza si sente Celentano cantare “Azzurro”. Eppure, in contrasto con l’ atmosfera, Orlandi ha parlato di terroristi, rapimenti e bande criminali, con tutta la passione di chi ama il proprio lavoro .

“Il cronista batte il marciapiede”, avverte Orlandi, “chiede a edicolanti, baristi, s’informa su chi si occupa delle indagini, sul magistrato di turno”. Ma deve anche avere una coscienza: “bisogna essere cittadini, prima ancora che giornalisti e stare attenti a non intralciare le indagini pur di fare uno scoop”.

L’armamentario del cronista è l’ agenda degli informatori, soprattutto nelle forze dell’ordine, con cui si devono stringere rapporti di reciproca fiducia e talvolta, come in un caso raccontato, anche di sincera amicizia. Ma questi rapporti richiedono cura, investimento di tempo e soprattutto: mai rivelare la propria fonte.
“Un giornalista non deve saper scrivere bene”, dichiara Orlandi tra le espressioni interrogative dei ragazzi, “non deve scrivere un romanzo, ma in modo chiaro e farsi capire da tutti”. La rapidità di scrittura è infine la grande dote del cronista, spesso non facile se immersi nel chiasso di redazione. Inoltre, occorre verificare le fonti e saper utilizzare l’archivio, essere precisi, talvolta pignoli fino alla didascalia.
“Ma quando dormite?” Chiede incuriosita una ragazza. La risposta viene spontanea: “È il mestiere più bello del mondo”.

 

Un pensiero su “A lezione di Nera

  • Marzo 1, 2010 in 7:54 pm
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    Quello che dice il Dr. Orlandi è l’essenza del giornalismo cavalleresco per come lo sapeva interpretare lui. Quando “battevamo” gli stessi marciapiedi, le fonti erano le stesse e dovevo sempre fare attenzione che non arrivasse prima lui. Però, il “cittadino” Orlandi si sapeva sempre comportare e se una notizia in suo possesso era essenziale per un’indagine, la metteva a disposizione della Giustizia. un uomo, un fratello, un compagno di mille vicende che negli anni ho sempre ricordato perchè non ho mai più trovato nessuno come lui. Buon lavoro,
    Ten. Col. CC. Antonello Bucciol

    ( Al tempo Tenente e Capitano, comandante prima della 2^ Sezione del Nucleo Operativo di Milano e poi della Compagnia CC di Corsico, anni 1991-2000)

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