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I libri segreti della Bonetta

Quando inizia novembre, accompagnato dal freddo autunnale e dalla tipica nebbia pavese, l’unico desiderio è quello di rifugiarsi in un luogo caldo e tranquillo, nel quale studiare per il prossimo esame o semplicemente leggere un buon libro. Non a caso la Biblioteca Civica Bonetta attira persone di tutte le età, non solo per il clima e l’ambiente accogliente, ma soprattutto per la ricca varietà di libri che possiede.“L’interesse è sicuramente rivolto a libri più contemporanei, non sempre, invece, ci si ricorda del prezioso patrimonio che conserviamo: manoscritti, incunaboli, cinquecentine e molto altro ancora”. Antonella Calvi, responsabile della Bonetta, racconta così la quotidianità della biblioteca, spezzata dalle visite scolastiche, nelle quali giovani di ogni età possono toccare con mano alcuni dei testi più preziosi di Pavia e non solo. Tra i tanti, uno dei primissimi libri stampati in Italia, grazie a due monaci tedeschi Arnold Pannartz e Conrad Schweynheym, che aprirono la prima tipografia italiana; la rara e preziosissima Cosmographia di Tolomeo (Bologna, 1477); di rilevante interesse sono 2.000 volumi del fondo settecentesco del pavese Giovanni Alessandro Brambilla, tra cui uno strumentario utile agli studenti di chirurgia dell’Ospedale; manoscritti del pavese Camillo Beccalli, trattanti anche la fonetica del dialetto pavese; i 6.000 volumi di Renato Sòriga, studioso di Storia del Risorgimento, in particolare della massoneria e delle società segrete.

Presto sarà anche catalogato il fondo di Giuseppe Ravegnani, conservato in magazzini esterni alla Biblioteca Bonetta e composto da testi impreziositi da dediche autografe: si trovano opere di Ungaretti, di Gadda e di Cardarelli, ma anche simpatiche dediche di Mondadori. Sempre dello stesso fondo fanno parte riviste rare, in particolare del primo Novecento, come il periodico Pesci Rossi di Bompiani.
“I visitatori variano in età e in provenienza, arrivano dall’univerisità come dalla scuola primaria. Quello che colpisce di più è il grande interesse dei bambini. Fanno tantissime domande e rimangono sempre affascinati dalla storia di questi libri” rivela la dottoressa Calvi.

Da non dimenticare è la figura del pavese Carlo Bonetta, fondatore della biblioteca, come ricorda la lapide ai piedi dello scalone. Bonetta, nato a Pavia nel 1820, alla sua morte lasciò in eredità alla sua città natale quello che era stato frutto del suo collezionismo privato e della sua grande passione per la storia e la cultura. A breve tutti questi fondi di grande valore saranno spostati nella nuova sede della biblioteca, l’ex monastero di Santa Clara. Grazie a tale operazione, costata 1,4 milioni di euro, nascerà non solo una nuova casa per questo vasto patrimonio, ma anche un nuovo centro culturale per la città. Fino a quel momento sarà possibile visitare la biblioteca (lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 12.30 alle 18.30, mercoledì e sabato dalle 8.00 alle 13.00) e, perché no, anche gustarsi un libro tra le mura di quello che è stato un pezzo di storia della città di Pavia.

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