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Questa piccola grande fuga

di Simone Lo Giudice

Se il gioco si fa duro, le solite due continuano a vincere. Sarà ricordata a lungo questa ultima domenica di gennaio. L’asse Torino-Milano ha palesato la sua ombra sul nostro campionato. Nella giornata in cui la concorrenza inciampa e forse perde l’ultimo treno.

Tre aggettivi da allegare a questa Juve: inCONTEnibile, inCONTEntabile, inCONTEstabile. L’Udinese di Guidolin è l’ultima vittima del guerriero Conte, che resta ancora imbattuto dopo la bellezza di 20 giornate. Con la splendida doppietta di Matri, i Bianconeri stendono una potenziale rivale e volano a +8 sulla Lazio piazzata in quarta posizione. In sintesi: la Juve giocherà sicuramente nella prossima Champions League (l’obiettivo dichiarato di stagione) e lotterà probabilmente fino alla fine per il titolo (il sogno nel cassetto dell’ambiente).

Ma il Milan non molla. Ibra-Noce-Ambro: 3-0 e Ballardini torna a Cagliari a mani vuote. Se la Juve è la squadra da battere, il Milan è il gruppo da contenere. A Conte mancano i solisti di Allegri: le manca un Thiago Silva, la differenza di un Boateng, un dodicesimo uomo come Seedorf. Sarà un duello avvincente. Quello che sappiamo oggi è che la sfida sarà questa. A fare la differenza potrebbe essere il calendario del prossimo mesetto: agevole per la Juve (Parma-Siena-Bologna-Catania) e complicato per il Milan (Lazio- Napoli-Udinese-Cesena) in virtù anche dell’impegno in Champions con l’Arsenal. E poi ci si giocherà molto nello scontro diretto a San Siro (il prossimo 25 febbraio).

Caduta l’Udinese, guadagna una posizione la Lazio che scavalca l’Inter. Se la vittoria di Reja contro il Chievo fa relativamente notizia (con Klose che va già in doppia cifra al suo primo anno di A), il tonfo di Ranieri fa tanto rumore. Pensate che i Nerazzurri quest’anno hanno perso in trasferta sia a Novara che a Lecce, le due cenrentole relegate nel fondo classifica dall’inizio della stagione. Altrove si era parlato di “remuntada Scudetto”, in maniera decisamente avventata. L’Inter ha fatto tante vittorie consecutive, ma ha sempre fatto una fatica pazzesca. Il 4-4-2 messo in piedi da Ranieri si è rivelato l’unico antidoto possibile per sconfiggere la sindrome da fiatone. Snejider ha ovviamente più qualità di Alvarez (non si discute), ma non è più funzionale a questa squadra. L’Inter di Mourinho mangiava l’erba, quella di oggi fatica sul piano atletico (il tempo passa per tutti e i ricambi sono stati mediocri). Il terzo posto resta alla portata e sarebbe un risultato comunque enorme, considerando anche il pessimo inizio di stagione.

Chiudiamo col Napoli di Mazzarri, che a Genova perde malamente. La premiata ditta Palacio-Gilardino ci mette meno di un tempo a stendere la difesa napoletana (irroconoscibile la prova di capitan Cannavaro). Al presidente De Laurentiis non è riuscito il salto di qualità, a parte Inler non sono stati fatti buoni investimenti sul mercato (un colpo alla Cavani, per farvi un esempio). E vincere la Champions rimane impossibile. Resta alla portata una finale di Coppa Italia (in semifinale il Napoli affronterà il Siena di Sannino) e quindi un probabile piazzamento in Europa League per la prossima stagione (in finale Mazzarri affronterebbe Juve o Milan già piazzate in Champions visto la posizione in classifica). In fondo anche  l’Inter di Mancini cominciò le sue fortune italiane partendo da un trionfo in Coppa Italia. A Napoli non dovrebbero sottovalutare questo aspetto. E pazienza se prima di entrare in campo non si sente nessuna musichetta.

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