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La ragione politica: discorso pubblico e decadenza della democrazia

Viviamo in un’epoca difficile per il modello democratico occidentale: è innegabile. Caduta la contrapposizione con i regimi socialisti che ha dominato buona parte del Novecento, la democrazia deve trovare in se stessa le forze che la rendano valida e sostenibile agli occhi dei suoi cittadini. Cifra di questa decadenza è anche l’indebolimento della retorica pubblica. Il discorso politico si svuota di senso, non basandosi più su argomentazioni forti.

Su tutti questi temi hanno lavorato, in un’opera corale intitolata La Ragione Politica- i discorsi dei leader politici (primo volume di un progetto più ampio) alcuni docenti del nostro ateneo (Anna Rita Calabrò, Francesco Battegazzorre, Franco Rositi, Paolo Franzosi) con Walter Privitera dell’Università di Milano Bicocca e la ricercatrice Fiammetta Corradi.
Il libro è un’analisi di alcuni discorsi politici e della qualità delle loro argomentazioni. Vengono presi in esame le dichiarazioni pubbliche dei leader occidentali in relazione al terrorismo di matrice islamica (ricordando, in particolare, quella di Barack Obama in occasione del ritiro del premio Nobel per la Pace) e i dibattiti dei parlamentari italiani durante le votazioni sulla fiducia.

Alla presentazione del volume, svoltasi lo scorso mercoledì sera al Collegio Ghislieri, erano presenti Silvana Borutti, docente di filosofia teoretica alla facoltà di Lettere e Filosofia, e Alessandro Cavalli, ex-docente di Sociologia alla facoltà di Scienze Politiche.
Cavalli ha ricordato nel suo intervento la finalità pedagogica di questo progetto. La democrazia di per sé abbassa il livello della politica, poiché «un concetto deve arrivare non a un’élite, come accadeva in passato, ma anche all’ultimo degli analfabeti politici».
«Analfabetismo politico non è sinonimo di scarsa cultura», continua Cavalli: «può esserne affetto anche chi ha due lauree». Si pone perciò un problema di educazione collettiva: perché la retorica politica non riguarda solo chi parla (quindi i leader politici), ma anche e soprattutto chi la ascolta e la riceve. È necessario che la razionalità dell’argomentazione ritorni un carattere fondamentale del discorso pubblico. È in gioco il futuro dello stesso modello democratico.

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