Sport

“Curva chiusa”, cosa vuol dire? Significato denotativo

di Elisa Zamboni

Concetti calcistici spiegati da una donna alle donne (e ai comuni mortali che non vivono per il calcio)
Il vostro uomo è disperato perché gli hanno chiuso la Curva?
Siete in crisi perché non sapete come consolarlo visto che manco sapete cos’è una Curva?
Mooolto male ma sono qui per aiutarvi: spiegarvi in pillole cos’è una Curva, cosa vuol dire chiuderla, perché succede, chi lo decide e cosa comporta.

Partiamo dunque dalle basi: cos’è una Curva?
La Curva è quel settore dello stadio dove si abbonano o comprano il biglietto i tifosi che intendono incitare la propria squadra con cori incessanti, coreografie mozzafiato e bandiere giganti.
Ogni squadra possiede una Curva nel suo stadio: a ogni partita questa si infiamma fondendo in un’unica voce i tifosi, i quali cercano di trasformarsi nel dodicesimo uomo per aiutare la squadra e che, soprattutto in occasioni speciali come nei derby, diventa un luogo magico. In occasione dei derby infatti le Curve opposte dello stadio (per esempio la Curva Nord dell’Inter e la Curva Sud del Milan) si lanciano un guanto di sfida di cori, un duello per stabilire chi sia il miglior sostenitore della propria squadra. Si creano quindi botta e risposta sui ritmi più disparati, si espongono striscioni provocatori e, soprattutto, si elaborano gigantesche coreografie che si stagliano su tutto il settore.

Cosa vuol dire chiudere una Curva? Perché succede? Chi lo decide?
Nel momento in cui i tifosi infrangono con il loro comportamento il Codice di Giustizia Sportivo il prefetto può stabilire delle sanzioni che vanno dalla multa alla società alla squalifica di un intero settore dello stadio. In altre parole, per via di cori offensivi, di discriminazione razziale o territoriale, un organo della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) può decidere di chiudere un settore dello stadio (se non addirittura tutto) come punizione per l’illecito. Ciò è accaduto, giustamente, per Roma e Inter per il razzismo dimostrato dai romanisti nei confronti di Balotelli e degli interisti verso i napoletani: dopo le partite Milan-Roma e Napoli-Inter, per via dei cori razzisti cantati dai tifosi romanisti e interisti in trasferta, è stato deciso che la Curva Sud della Roma e la Curva Nord dell’Inter (oltre a essere multate) saranno chiuse per due partite casalinghe.

Cosa comporta una squalifica di questo tipo?
La chiusura di un settore, purtroppo, non va a punire solo coloro che commettono l’illecito bensì tutti gli abbonati, anche quelli non coinvolti, e persino coloro che, per la partita da disputarsi a Curva chiusa, avevano acquistato il biglietto in quel settore. È evidente come il giudizio cerchi di contrastare un’intera “entità” come la Curva anziché il singolo colpevole penalizzando anche i non colpevoli e coloro che non possono permettersi il biglietto in settori più costosi dello stadio (quali ad esempio le Tribune).
La vicenda di Roma e Inter è però più complessa di così: la chiusura delle rispettive Curve è nata dai cori discriminatori cantati dai propri tifosi in trasferta e dunque da un nucleo ristretto di persone. Attraverso quindi la Tessera del Tifoso e i biglietti nomativi sarebbe dunque possibile risalire ai presenti. Nonostante ciò però, anziché individuare i singoli responsabili si sia andati a compromettere la festa di molti altri che non c’entrano nulla.

Cosa sono Tessera del Tifoso e biglietto nominativo?
La Tessera del Tifoso, emessa da ogni società, è una carta che identifica i tifosi e ne obbliga il possesso per acquistare l’abbonamento annuale a tutte le partite disputate in casa della squadra e per comprare i biglietti nel settore ospiti per le partite in trasferta in altri stadi. Il biglietto nominativo invece è un comunissimo biglietto per andare allo stadio, uguale a quelli dei concerti per intenderci, ma che presenta il nome del possessore.
Attraverso questi documenti è possibile, per la società e per la FIGC, sapere chi si trovava allo stadio e in che settore alla tale partita.
Le questioni rimangono dunque aperte: perché non rintracciare solo i pochi responsabili? Non sarebbe più semplice che venissero disattivate le tessere del tifoso per due match di quegli abbonati presenti a Milano e a Napoli tutelando coloro che non c’entrano?

Perché in Inghilterra queste cose non succedono da anni e in Italia non riusciamo a risolvere il “problema stadi”? Sorvolando sul fatto che in Inghilterra vi sia una coscienza civica ben più forte che in Italia, il problema del razzismo e della violenza negli stadi è stato risolto. Come? Ristrutturando completamente gli impianti con l’eliminazione delle barrierie tra campo di gioco e tribuna; installando telecamere a circuito chiuso e responsabilizzando le società alle quali è stata affidata la sorveglianza attraverso stewards in collegamento con la polizia interna dello stadio. E poi vietando alle società di intrattenere rapporti con i tifosi, creando una sorveglianza nazionale anti-hoolingans (responsabile della schedatura di tifosi violenti); e ancora, vietando l’introduzione di alcolici negli stadi e permettendo alla polizia di arrestare per direttissima i tifosi nell’esatto momento di pronuncia di cori razzisti o osceni.
Sarebbe possibile importare un modello del genere?

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