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Calcio, Serie A / Cercasi “Miracolo a Milano”

di Simone Lo Giudice

Ci vorrebbe un decollo. Come quello che chiude il film sceneggiato da Vittorio De Sica nel 1951. Con il ragazzino orfano che riesce a spiccare il volo verso il mondo in cui “Buongiorno voglia davvero dire buongiorno”. Adesso prendete i punti della Juventus (12) e divideteli per due. Otterrete i punti dell’Inter (6). E se continuate a smezzare ecco i punti del Milan (3). È più di una classifica parziale. Questo 12-6-3 gerarchizza in maniera netta le grandi del nostro calcio. Miracolo a Milano. Non servirebbe altro. Perché Torino non è mai stata così lontana nelle ultime stagioni.

La Juve batte il Chievo a colpi di Quagliarella. Doppietta per lui e poker per la Vecchia Signora. La squadra di Antonio Conte si conferma il collettivo meglio assortito, una squadra molto europea per intensità di gioco e filosofia tattica. Il doppio impegno Campionato-Champions peserà relativamente sulle sorti bianconere almeno in questa fase.

Alle sue spalle c’è il Napoli che si inceppa a Catania, nonostante una partita lungamente giocata in superiorità numerica. Alla squadra di Mazzarri manca ancora un pizzico di cattiveria nei momenti giusti. Sebbene un ulteriore passo verso la competitività ad altissimi livelli italiani sembri in parte  compiuto.

Cade la Lazio di Petkovic, che risente della trasferta col Tottenham in Europa League di giovedì scorso. Il turnover può fare brutti scherzi (Klose è partito dalla panchina, impalpabile Kozak dal primo minuto). Ne approfitta il Genoa del redivivo Marco Borriello. Comunque noi puntiamo su questa Lazio.

Non appare rediviva l’Inter a San Siro invece. Col Siena arriva l’ennesimo passo falso casalingo. Quando deve imporre il suo gioco, la truppa di Andrea Stramaccioni fa tanta fatica. Diversamente da quanto accade in trasferta (0-3 a Pescara e 0-2 a Torino) dove Inter si trova a suo agio giocando in contropiede. In ogni caso il progetto della Baby-Inter non può essere già al capolinea. La qualità della squadra è medio-alta. Con le giuste accortezze Strama potrà fare bene comunque.

Cosa che invece difficilmente riuscirà a fare Allegri. La sua rosa si è impoverita moltissimo, ma non può bastare questa alibi. Lo schema-Ibra (palla lunga allo svedese e qualcosa succede) ha nascosto per molto tempo la pochezza di idee del tecnico toscano. Il centrocampo del Milan ha subìto una svalutazione tecnica progressiva. Dalla cessione di Pirlo in poi sono aumentati i fabbri e diminuiti i piedi buoni. La rosa attuale è sicuramente medio-bassa, ma comunque media. Con la forza delle idee qualcosa di almeno dignitoso si potrebbe fare. Ma i buoni detti ci insegnano che non si nasce imparati. Certi talenti te li porti dentro. Come quello di un altro uomo toscano come Mazzarri, che ha sbarcato il lunario con gente come Aronica e Campagnaro. A Milano c’è molto da imparare.

Come c’è da imparare a Cagliari, dove avviene il primo rinvio della stagione. Causa l’inagibilità della Is Arenas. Ci si chiede perché la squadra di Cellino al momento non possa giocare su campo neutro tutte la partite casalinghe. Ma soprattutto perché questi pasticci all’italiana debbano ripresentarsi con una simile regolarità di stagione in stagione. Prendiamola sul ridere: Isn’t Arenas!

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