Attualità

Yes we Can?

di Simone Gay

Sicuramente le vacanze di Natale Walter Veltroni non le passerà in Abruzzo. Gianni Chiodi, candidato del Popolo delle Libertà, ha infatti stravinto contro Carlo Costantini, sostenuto da Partito Democratico e Italia dei Valori. Forse è meglio dire che i veri vincitori sono stati gli astensionisti, solo il 53% degli aventi diritto si sono recati alle urne, forse per disaffezione, o forse per semplice antipolitica. D’altronde come dargli torto dopo l’arresto di un leader storico come Ottaviano del Turco e l’inchiesta che ne è seguita? Per quanto riguarda i singoli partiti c’è da sottolineare il boom di Di Pietro, che addirittura quintuplica il consenso, rispetto alle scorse regionali. Per il Pdl è proprio questo il problema dell’opposizione: «Aver assegnato la guida dell’opposizione a Di Pietro fa crollare di conseguenza i consensi del Pd» – dice Italo Bocchino, vicepresidente alla Camera del Pdl. Gli fa eco in questo senso il leader dell’Idv, che invita il suo alleato democratico a non essere «né carne, ne pesce». Nel frattempo un altro grande vecchio del Pd abruzzese, Luciano d’Alfonso, è stato arrestato per corruzione. Il dibattito interno si fa dunque sempre più acceso e, mentre la questione morale rischia di travolgere altri amministratori locali, Veltroni barcolla sempre di più. C’è chi vorrebbe uno spostamento verso sponde più moderate (le sirene dell’Udc cantano sempre più soavemente) e chi invece vorrebbe riaprire il dialogo con la sinistra radicale. In questo senso, proprio sul discorso delle alleanze, è intervenuto il coordinatore organizzativo Fioroni: «Va fatta una profonda riflessione», ha detto, senza però scendere in particolari compromettenti. Addirittura qualcuno da dentro il partito, carica apertamente il leader democratico, come Arturo Parisi: «Spero davvero che Veltroni rinsavisca. L’illusione della corsa solitaria è finita». Che fare ora? Veltroni si dice preoccupato non tanto dalla sconfitta elettorale, ma dal fatto che questa possa in qualche modo intaccare l’impostazione riformista del Pd. Nel mezzo del marasma che pare aver investito l’opposizione, gongola Berlusconi, aggiungendo un’altra vittoria al suo Palmares e dando una sua personale (ma neanche tanto) interpretazione del risultato dei Democratici: «è la conseguenza di chi consegna il partito nelle mani di Di Pietro». Insomma queste elezioni regionali rischiano di essere più significative di quanto il Pd s’aspettasse. La vittoria del Popolo delle Libertà e l’ottimo risultato del partito dell’ex-Pm dovranno per forza smuovere qualcosa all’interno del Loft. Quantomeno bisognerà capire quanto ancora i membri del partito avranno voglia di seguire il loro leader. Perché è vero, Veltroni è stato scelto dalla gente, ma è altrettanto vero che per ora ha solo perso, e anche abbondantemente. Caro Walter, forse, si può fare… di più.

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