Università

L’Università di Pavia a Bukavu

di Francesca Macca

Università degli Studi di Pavia – Universitè Catholique de Bukavu. Sui display degli aeroporti di scalo non compariranno certo queste scritte, eppure i due poli sono i veri “from-to”  della Missione della Delegazione del nostro Pavese Ateneo laggiù in Congo. “Missione didattica e assistenziale”, precisano i professori Cesare Danesino, Eugenio Mira e Stefano Pezzotta, protagonisti dell’iniziativa, e fari illuminanti di Genetica Medica, ORL e NCH rispettivamente.
Parte del programma di Cooperazione intrapreso dal Centro Internazionale per la Cooperazione per lo Sviluppo (CICOPS), il progetto è seguito alla ratifica della Convenzione Quadro di Cooperazione sottoscritta a Pavia il 6/9/2007 dai Rettori, Angiolino Stella e Joseph Gwamuhanya Brinda. Grazie alla convenzione recentemente stipulata dall’Ordine dei Medici e dall’Ateneo Pavesi, sarà possibile potenziare in concreto i rapporti con i Paesi in via di Sviluppo.
Dal 17 al 31 ottobre a Bukavu il tempo è stato scandito da incontri con personalità quali il Preside di Facoltà Chirimwami e visite agli Ospedali della zona. Entrambe occasioni per rielaborare il programma della missione, ma non solo. I tre professori hanno tenuto, in un contesto poco tecnologico, alcune lezioni di base delle loro discipline.  Hanno anche operato in sala operatoria, tra corrente saltata e norme igieniche discutibili.  Giornata standard: lezioni al mattino e consultations pomeridiane.
Di spicco è stato il Congresso nell’Amphitheatre di sabato 25/10, cui hanno preso parte studenti e medici ivi operanti. Due giorni prima, la visita alla rudimentale, ma efficace Radiologia e al Centre d’Alimentation gestito da suor Elène Albarracin ha lasciato di stucco i medici in trasferta: la religiosa ha inventato un sistema di riciclaggio di rifiuti da usare come combustibile per scaldare il cibo. Ad occuparsene praticamente, giovani ex-prostitute.
Che la guerra si era fatta più vicina, appariva da ferite d’arma da fuoco su pazienti in carne ed ossa.
“Le conoscenze chirurgiche sono infatti più diffuse che quelle di Genetica. C’è molto da lavorare in questo senso” afferma il prof. Danesino. Solo chi ha esperienza è chiamato ad andare, viste le condizioni logistiche molto poco occidentali.
Parte del programma è divulgare a tutti i medici l’esistenza di questo progetto: appuntamento il 21 gennaio presso il Collegio Santa Caterina.

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