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“Wild”: la seconda serata del cineforum del Collegio Borromeo

Con la pellicola di Jean-Marc ValléeWild (2014), riadattata per il grande schermo dallo sceneggiatore Nick Hornby a partire dall’omonimo romanzo di Cheryl Strayed, continua la rassegna cinematografica organizzata dall’Associazione ACERSAT studenti Collegio Borromeo con il contributo concesso dalla Commissione permanente degli studenti dell’Università di Pavia nell’ambito del programma per la promozione delle attività culturali e ricreative degli studenti. Per il secondo appuntamento, lo scorso giovedì 17 novembre, è stata proiettata la storia di un cammino. Un viaggio – sul fil rouge che percorre i cinque film in programma – che è sì manifestato nella sua concretezza (lo stesso, seppur in modo diverso, che ha affrontato il protagonista di Into the wild, film d’obbligata citazione visto il richiamo tematico e titolare), ma è parallelamente un viaggio introspettivo, un percorso di rinascita, catartico. Anche questa volta molto buona la risposta del pubblico, presente numeroso in Aula del ‘40002BUCKLEY2-articleLarge
A introdurre la serata Lorenzo Donghi, professore di stilistica e retorica del Cinema dell’Università di Pavia, che ha sottolineato come il gioco di rimandi tra presente e passato su cui si regge il film riesca a far capire perché Cheryl, la protagonista, è in viaggio e perché sta compiendo proprio quel viaggio. Si scopre, allora, che Cheryl ha di recente perso la madre, che ha appena concluso una storia molto importante d’amore, che è in fuga da una sorta di deriva che ha intrapreso la sua vita: “La vera sfida è vivere.”
Come ha sottolineato il professore Lorenzo Donghi nei suoi spunti di riflessione introduttivi, in Wild il viaggio è declinato in senso quasi psicanalitico. I presupposti difatti nascono dalla necessità di elaborare un trauma – il senso di una fine e di una deriva personale – e si trasformano, non senza difficoltà, in una sfida: una sfida che Cheryl lancia a se stessa, che ha tutto il sapore di un riscatto e che finisce per essere un percorso terapeutico in un’ottica di guarigione, di riabilitazione: “Sapevo solo che non c’era più bisogno di afferrare tutto a mani nude, che lasciar scorrere l’acqua del fiume era sufficiente, che era tutto. La mia vita come ogni vita: misteriosa, irripetibile e sacra… così vicina, così presente, così pienamente mia.”.
Un viaggio, quello di Cheryl, a piedi attraverso il Pacific crest trail per più di 1600 km, che diventa così l’anticamera del suo ritorno alla vita. Un viaggio d’immersione che lascia tutto il tempo per respirare e rendersi conto di sé e dell’alterità, e ancora del mondo e dell’interiorità.
Nel prossimo – terzo – appuntamento con il cineforum degli studenti del Collegio Borromeo, martedì 22 novembre, verrà proiettato Inception di Christopher Nolan: sarà presente a introdurre la serata e la visione del film Simone Regazzoni, professore di estetica dell’Università di Pavia.

 

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