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TORNEO 6 NAZIONI – Italia placcata

LItalRugby ha iniziato sabato scorso il Torneo 6 Nazioni e lo ha fatto sotto il cielo nuvoloso di Roma, in uno stadio Olimpico festante. I primi avversari degli Azzurri sono stati gli Irlandesi, i vincitori dell’intera competizione l’anno scorso, quelli che non vorresti incontrare nella partita del debutto. Dopotutto l’Irlanda è uno di quei paesi dove la filosofia della palla ovale è vissuta come un vero e proprio stile di vita, qualcosa che va ben oltre la semplice passione sportiva.

Da buoni tifosi italiani la speranza è stata l’ultima a morire, anche se in fondo sapevamo tutti che le possibilità di portare a casa la vittoria erano praticamente nulle. Purtroppo per noi il risultato finale parla chiaro: 3-26, per loro ovviamente. Un divario enorme per chi pensava di poter tentare l’impresa, quindi meglio prenderla sul ridere:“gli irlandesi sono forti perché sono abituati a sollevare tonnellate di trifogli” come ha detto in diretta Vittorio Munari, il commentatore del match (e vi posso assicurare che le sue perle aiutano spesso ad addolcire la sconfitta).

Il problema è sempre lo stesso e ci condiziona troppo: per quanto gli italiani si sforzino manca la tecnica di gioco, quella che rende efficaci le azioni e regala i punti fondamentali. L’Italia mette anima e cuore sul campo, sia chiaro, ma in uno sport del genere è la tradizione a fare la differenza. E a noi manca. A questo bisogna aggiungere poi una mancanza di disciplina che puntualmente penalizza i nostri e favorisce gli avversari. Basti pensare che nei primi 10 minuti di gioco gli Azzurri sono incappati in ben 3 calci di punizione contro, che si sono inevitabilmente tradotti in 9 punti facili per gli ospiti.

L’intera partita si potrebbe riassumere così: l’Italia che sbaglia, commettendo piccolezze che costano care e l’Irlanda che ne approfitta sfruttando una superiorità tattica evidente. La linea di difesa italiana tiene bene, ma non si può dire lo stesso dei giocatori in attacco che arrivano sempre troppo vicini all’area di meta ma senza mai riuscire a concretizzarla. Niente di nuovo insomma, perché i problemi sono gli stessi da parecchio tempo e la soluzione tarda ad arrivare. Purtroppo in una situazione del genere il confine tra semplice sconfitta e completa disfatta si fa molto sottile.

Sabato siamo stati sconfitti, ma ci è andata bene: giocavamo in casa (e si sa, il tifo aiuta tantissimo) e gli avversari non sono stati impeccabili. Gli irlandesi infatti non hanno giocato al meglio, complice qualche incomprensione che ha reso le azioni inefficaci e confuse. Ma ciò non ha impedito loro di portare due volte il pallone in meta, nel momento in cui gli Azzurri hanno iniziato ad accusare la fatica del match. Anche gli italiani sono riusciti a marcare una meta nel finale di partita, ma la moviola voluta dall’arbitro ha remato contro. Colpa di un passaggio in avanti (molto dubbio) del capitano Sergio Parisse che è bastato per negare quei 5 punti che certo non avrebbero risollevato le sorti dell’Italia, ma il morale quello sì.

6 naz

I prossimi avversari in calendario sono gli inglesi, ma questa volta a casa loro, nel famoso stadio londinese di Twickenham, un luogo considerato sacro per il rugby in Inghilterra.

Sabato 14 febbraio saremo protagonisti di un’altra missione ai limiti dell’impossibile, ma l’Italia guarda avanti a testa alta conscia della propria inferiorità: batterli sembra pura fantascienza perciò l’importante è evitare la disfatta. Si accettano miracoli sportivi, ma comunque vada a finire lo spettacolo è assicurato.

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