Sport locale – Intervista al Responsabile dell’Area Tecnica del Pavia Calcio Aldo Preite
di Stefano Sette
Dopo tre salvezze consecutive – due dirette e una attraverso i play-out – le prime 12 giornate della Prima Divisione 2013-2014 registrano un bottino amaro per il Pavia Calcio: 7 punti, frutto di una sola vittoria (2-1 in casa contro il Savona alla seconda giornata), quattro pareggi (tre casalinghi e uno in trasferta contro la Carrarese) e ben sette sconfitte. Questi risultati hanno fatto scivolare la squadra all’ultimo posto della classifica, in attesa degli ultimi tre incontri del 2013 contro Reggiana, Pro Patria e Como.
Inchiostro ha intervistato Aldo Preite, ex difensore del Pavia e attuale Responsabile dell’Area Tecnica, sul futuro della società in vista del girone di ritorno.
Inchiostro – Rispetto all’anno scorso sono presenti in rosa solo cinque giocatori (Fabio Reato, Matteo Zanini, Paolo Bracchi, Mauro Redaelli e Niccolò Romero); la scelta di rifondare la squadra è stata agevolata dal fatto che non ci saranno retrocessioni, o ci sarebbe stata ugualmente?
Aldo Preite – Diciamo che in questi anni, bene o male, abbiamo sempre cambiato tanto – no? – a livello di squadra, perché comunque chiedendo sempre molti prestiti di ragazzi giovani, per forza di cose poi il prestito a fine anno finisce. Quindi siamo stati costretti per forza di cose a cambiare. Quest’anno, in un anno in cui non ci sono retrocessioni, abbiamo cambiato però abbiamo cercato di portare qualche ragazzo, magari non in prestito ma in comproprietà, per cercare di lavorarci un paio d’anni.
A novembre è arrivato dal Gubbio il centrocampista Alessio Manzoni: per gennaio sono previsti altri rinforzi?
Manzoni era un ragazzo svincolato, e quindi si è potuto prendere in un periodo in cui il mercato era chiuso, perché comunque nel rapporto qualità-prezzo è un buon giocatore per la categoria: l’ha dimostrato nelle prime due partite in cui ha giocato. Poi a gennaio, quando riaprirà il mercato, sicuramente qualcosa faremo. Sia in entrata che in uscita.

Il Consiglio di Lega ha introdotto una polizza anti-combine per evitare casi di illecito sportivo: è sufficiente, visto il blocco delle retrocessioni, o ci potevano essere alternative?
Non lo so. Per quanto riguarda queste cose c’è da stare con gli occhi aperti a 360 gradi, però tutto sommato penso che su queste notizie di illecito sportivo si sia parlato già parecchio. Il calcio per le società è fatto di impegno, poi qualche decisione dovrà essere presa.
Fino all’anno scorso la famiglia Calisti possedeva il 15% delle azioni del Pavia Calcio: in questi anni c’è stata collaborazione tra di voi, vecchi e nuovi proprietari? Se sì, quanto vi hanno aiutato?
Sicuramente la collaborazione c’è sempre stata. Assolutamente: c’è stata nei primi anni tra la famiglia Zanchi, ormai proprietaria da 7 anni, e la vecchia proprietà, che tra l’altro ho avuto io come giocatore. Quindi sono delle ottime persone con una buona visione della società.