Attualità

Election Days: svolta storica a Pavia

di Francesco Rossella e Matteo Miglietta

 

Tempo di votazioni, tempi di bilanci. Non solo in tutta Europa, in cui queste ultime settimane sono state decisive per la scelta del nuovo Parlamento: mentre i neodeputati si avviano verso Strasburgo, a Pavia si contano i voti. Se nei corridoi universitari si commenta la riconferma di Angiolino Stella alla guida dell’Ateneo, per quanto riguarda le amministrative si è assistito a un grande cambiamento.
L’onda di destra che ha travolto l’Europa e l’Italia nel corso delle ultime elezioni ha investito anche Pavia, uno degli ultimi baluardi della sinistra lombarda. Il ventinovenne Alessandro Cattaneo, giovane rampollo dell’ex vice coordinatore di FI Giancarlo Abelli, ha trionfato con il 54,4% delle preferenze contro il 35,2% del suo rivale del PD Andrea Albergati.

Si tratta certamente di una svolta storica, se si considera che a Pavia la sinistra ha governato ininterrottamente per ben tredici anni e tre mandati, che si tratta del sindaco più giovane che la città abbia mai avuto e che non era mai accaduto che un candidato vincesse al primo turno, con un divario così ampio.
Dopo la disastrosa gestione Capitelli, dunque, gli elettori pavesi hanno optato per un cambio radicale preferendo un volto nuovo. Cattaneo, senza grandi esperienze politiche alle spalle, ha battuto il più conosciuto Albergati che, da usato sicuro, è stato invece percepito come un’indigesta minestra riscaldata. A ben vedere il tema principale della campagna elettorale appena conclusa è tutto negli slogan degli stessi contendenti: “Proviamo a cambiare” di Cattaneo contro “Lo conosco, mi fido” di Albergati. In città, però, i dirigenti del PD non sembrano essersi accorti dell’errore di fondo che probabilmente sta tutto nella scelta del candidato sbagliato, reduce da due mandati soddisfacenti a palazzo Mezzabarba, ma anche da una sconfitta alle provinciali del 2006 contro il candidato del centro-destra Vittorio Poma, un presagio di sventura che gli stessi dirigenti non hanno voluto ascoltare, forse per paura di una batosta ancora maggiore. Anzi, a detta dello stesso Albergati, la colpa della débacle sta tutta nell’ “ondata nazionale che ha visto avanzare il PdL e la Lega”.
Ovviamente è facile fare i conti col senno di poi, probabilmente neanche un altro candidato come Antonio Sacchi o Antonio Ricci ce l’avrebbe fatta contro una destra che ha messo giustamente in risalto le scelte sbagliate delle precedenti amministrazioni. Resta il fatto che la grave crisi d’identità (e di risultati) che sta attraversando il PD a livello nazionale ha avuto ripercussioni anche nella nostra piccola realtà locale. Ora parleranno i fatti, dato che troppo spesso le facili promesse delle scorse campagne elettorali sono state disattese. Riuscirà il neosindaco ad avere il coraggio di prendere decisioni anche difficili per risollevare davvero la città oppure finirà anche lui, come tanti altri giovani colleghi, per indietreggiare davanti alle pressioni delle alte sfere del suo partito? Noi intanto vigileremo, statene certi.

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