Guttuso: “La Forza delle Cose”

 

«La realtà comincia quando un artista si pone di fronte al mondo, all’oggetto, quando questo appare all’artista, quando l’artista si pone di fronte al mondo, all’oggetto, quando questo appare all’artista quando l’artista si scontra con l’oggetto per conoscerlo. »

Renato Guttuso.

 

La stagione espositiva del Castello Visconteo a Pavia è ufficialmente aperta, la prima esposizione è dedicata al Pittore Renato Guttuso, uno dei più significativi rappresentanti del panorama artistico contemporaneo italiano.

Dal 16 Settembre fino al 18 Dicembre 2016, le scuderie del castello ospiteranno l’allestimento Guttuso la forza delle cose. La mostra è stata organizzata da VIDI in collaborazione con il Comune di Pavia, l’Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi e con gli archivi Guttuso curati da Fabio Carapezza Guttuso e Susanna Zatti.

Guttuso - Natura morta con drappo rosso 1942
Guttuso – Natura morta con drappo rosso 1942

L’esposizione propone le nature morte di Renato Guttuso, che rappresentano la maggior parte della produzione del pittore. Gli oggetti sono i protagonisti indiscussi di questa mostra, essi pare che prendano vita all’ interno della tela, grazie alla vivacità dei colori e l’intensità espressiva che sprigionano, trasmettendo l’emozioni che si celano dietro a stralci di vita quotidiana.

Le 50 opere presenti nella mostra provengono da differenti sedi espositive: tra le quali il MART (Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto), le fondazioni Magnani Rocca, i Civici Musei di Udine, il Museo Guttuso, la Fondazione Pellin e alcune prestigiose collezioni private.

La mostra incomincia con il quadro Peperoni e un video pescato dall’archivio Rai Tech, nel quale l’artista spiega la naturalezza e la semplicità con cui realizza i suoi quadri, osservando gli oggetti di tutti i giorni e rappresentandoli secondo la sua visione delle cose.

L’esposizione presenta in ordine cronologico le varie fasi della crescita e ricerca artistica del pittore, inoltre sono presenti citazioni di Guttuso che introducono e orientano il visitatore nel mondo dell’artista.

La prima sala contiene dipinti di nature morte che vanno dal 1930 fino al 1940, in questi quadri il pittore vuole mostrarci la sua quotidianità, rappresentando oggetti accumulati in diversi angoli del suo studio, l’artista ha un rapporto molto intimo con le cose che lo circondano come dimostra una sua citazione:

«Il posto dove si lavora non si progetta, si aggrega e si compone da solo. È sempre come se si fosse appena mosso. Non ho mai organizzato oggetti da dipingere. Ho sempre dipinto le cose che mi stanno intorno. Io ho un rapporto con le cose con le quali vivo. Un rapporto diretto semplice. Che cerco di trasmettere quando faccio un quadro. Gli oggetti si promuovono da soli. Si eleggono da soli come preferiti. Se poi uno sparisce quasi ne soffro. E poi più cose hai, meglio stai, ti senti protetto in trincea. Tanto poi finisco sempre per lavorare in due metri quadri. Se non ci sono quadri grandi da fare, ma in questo caso sono loro che comandano.»

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Guttuso – Teschio e Cravatte 1949

Il quadro Natura Morta Con Drappo Rosso 1942 merita particolare attenzione, perché raffigura un teschio di ariete che simboleggia gli orrori del Secondo Conflitto mondiale, mentre il drappo rosso richiama la tendenza politica di sinistra dell’artista, che propone il Comunismo come alternativa all’oppressione della dittatura fascista. Il disordine e il degrado degli oggetti presenti sullo sfondo richiamano la miseria in cui è scivolato il popolo Italiano a causa del Regime, inoltre s’intravede in un ritratto di Cézanne, noto pittore impressionista che ha molto influenzato Guttuso. Il quadro Natura Morta Con La Scure 1947, introduce una serie di quadri che subiscono l’influenza del Cubismo picassiano e l’interesse dell’artista verso la cultura artistica europea. In quadri come, Il Cestello 1969, La Ciotola 1960, Natura Morta con fornello elettrico 1961, la ricerca artistica del pittore conferisce agli oggetti una funzione mediativa, come se fossero espressioni della vita moderna. La mostra si conclude con una selezione di quadri prodotti negli anni ’70-’80, gli ultimi anni di vita del pittore; un periodo  caratterizzato dall’intenzione dell’artista di rappresentare vere e proprie allegorie della vita odierna.

Nel quadro Teschio e Cravatte 1984, sono raffigurati un teschio, ricoperto da cravatte coloratissime, tra le cravatte colorate si scorge una lavagnetta con la firma di Guttuso, in grafia elementare, tutti questi elementi sono disposti su di un tetto a tegole. Il quadro rappresenta la sfrenata voglia dell’essere umano d’apparire il più elegante e sfavillante possibile, a tal punto da dimenticare la fragilità della vita.

 

 

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Guttuso-Cimitero di Macchine 1978

Il dipinto che chiude la mostra è Cimitero di macchine 1978, questo quadro raffigura carcasse di vecchie auto ammassate le une sulle altre ed è caratterizzato dall’assenza di colori vivaci: le tonalità prevalenti sono il grigio e il nero, una rarità nella produzione artistica di Guttuso. Il quadro è una denuncia all’ irrefrenabile macchina da produzione del capitalismo, il pittore stesso descrive così il quadro: «Ho dipinto molti cimiteri d’auto. Ho dipinto, cioè, l’automobile come simbolo del consumo, di una società che ha continuamente bisogno di distruggere per ricomprare. »

Nel periodo d’esposizione verranno organizzate visite guidate e attività culturali per approfondire la vita e le opere di uno dei più grandi artisti Italiani del 900, lasciate che la forza delle cose vi travolga!

 

 

 

 

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