ArticlesAttualitàMusicaTeatro

Sanremo, i grandi successi che non hanno vinto

La settantunesima edizione del Festival di Sanremo, nata sotto il segno della pandemia, è arrivata puntuale come di consueto sul farsi di questo timido 2021. Un Sanremo “molto made in Italy” – come ha dichiarato il suo direttore artistico a pochi giorni dall’inizio della manifestazione – che vede 26 cantanti big e 8 giovani talenti esordienti contendersi i primi posti in classifica. 

A varcare le quinte dell’Ariston, tuttavia, non saranno solo i concorrenti in gara: molti ospiti e co-conduttori hanno unito e uniranno i loro molteplici talenti per intrattenere gli spettatori italiani e trasmettere loro un messaggio di speranza, evidente già dall’apertura della kermesse sulle note della dolcissima Fai rumore di Diodato. 

Amadeus e Fiorello, Sanremo 2021

Oltre al mattatore Fiorello e all’eccentrico Lauro, tra i nomi scelti dal direttore artistico Amadeus per calcare il celebre palcoscenico ligure troviamo Zlatan Ibrahimovic, Alessandra Amoroso, Il Volo, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Francesco Gabbani, Federica Pellegrini e molti altri talenti del nostro Paese.

Tra questi spiccano indubbiamente i Negramaro, band capitanata dalla voce di Sangiorgi, che – ironia della sorte – proprio sul medesimo palco nel lontano 2005 aveva esordito nella categoria Giovani con il brano Mentre tutto scorre

La sfortuna legata al mancato gradimento della giuria demoscopica e alla conseguente eliminazione dei musicisti dalla gara non si accompagnò, tuttavia, all’insuccesso tra gli ascoltatori: a distanza di sedici anni è impossibile non riconoscere il peso artistico del brano che ha indubbiamente consacrato la band al grande pubblico.

I sei salentini non sono gli unici a popolare il “club dei perdenti” dell’Ariston arrivati ugualmente al successo. Ecco una carrellata di cinque brani sconfitti al Festival di Sanremo, ma premiati successivamente da uno straordinario numero di vendite. 

Almeno tu nell’universo – Mia Martini

Scritto nel 1972 da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio, il brano fu presentato da Mia Martini al trentanovesimo Festival di Sanremo, nel 1989, riportando la cantante al grande successo dopo un lungo periodo di assenza dalla scena musicale.

In quell’anno la vittoria fu conquistata da Ti lascerò di Anna Oxa e Fausto Leali, ma, pur classificandosi al nono posto, alla canzone fu assegnato il premio della critica. 

Sanremo
Mia Martini, Sanremo 1989 (Foto: Angelo Deligio / Mondadori via Getty Images)

Vita Spericolata – Vasco Rossi

L’esperienza del “provocautore” di Zocca a Sanremo fu spericolata quanto il titolo del suo brano in gara: sconvolse a dir poco l’opinione del pubblico del Festival, sia per il testo del brano, sia perché prima di finire di cantare il rocker lasciò il palco dell’Ariston svelando a tutti l’escamotage del playback.

Conquistando un misero penultimo posto, Vita spericolata sarebbe di lì a poco divenuta una delle canzoni più conosciute della storia della musica italiana. 

Ciao amore, ciao – Luigi Tenco

Interpretata da Luigi Tenco e dalla cantante italo-francese Dalidal’indimenticabile Ciao amore, ciao fu presentata al Festival di Sanremo condotto da Mike Bongiorno nel 1967. 

Il capolavoro scritto dallo stesso Tenco, tuttavia, non fu apprezzato dalle giurie e non fu ammesso alla serata finale della kermesse, classificandosi solo al dodicesimo posto. 

Per il cantautore fu un colpo durissimo da digerire, tanto che la sua esclusione, in concomitanza ad altri malesseri interiori, potrebbe aver originato il tragico epilogo dell’artista, ritrovato senza vita nella sua camera 219 dell’Hotel Savoy. 

Il biglietto rinvenuto accanto al suo corpo riportava le motivazioni del suicidio: un atto di protesta verso il pubblico che aveva mandato Io, tu e le rose di Orietta Berti in finale e verso la commissione che aveva selezionato La rivoluzione di Gianni Pettenati. 

Il rumore mediatico per la morte di Tenco in quel Festival più buio di sempre ha scolpito eternamente nella memoria del pubblico italiano l’ultima esibizione del musicista. 

Sanremo
Luigi Tenco, Sanremo 1967

Il ragazzo della via Gluck – Adriano Celentano 

Era il 1966 quando Adriano Celentano si presentò al Festival di Sanremo per la seconda volta con l’autobiografico Il ragazzo della via Gluck.

«Appena il treno si mosse – ha dichiarato il cantautore ricordando il suo viaggio verso l’Ariston – un giornalista dell’Avanti! si mise a rincorrere il treno e me che ero affacciato al finestrino per chiedermi cosa pensavo di fare a Sanremo. Risposi: “Niente perché mi bocceranno e sarò scartato subito”». Così fu. La canzone non si qualificò nemmeno alle fasi finali, ma ancora oggi è impossibile non ricordare quel motivetto che racconta “la storia di uno di noi”.

Piazza Grande – Lucio Dalla

Sicuramente uno dei grandi classici della musica italiana, Piazza Grande fu presentata dal cantautore bolognese al Festival di Sanremo del 1972. 

Composto da Lucio Dalla e da Ron per la musica e da Gianfranco Baldazzi e Sergio Bardotti per il testo, il brano si posizionò in classifica solamente all’ottavo posto. 

La rivincita sul palco dell’Ariston sarebbe arrivata solo quarantanove anni dopo, nel 2020, grazie all’arrangiamento di Joe Barbieri e alla magistrale reinterpretazione di Tosca e Silvia Pérez Cruz, che hanno condotto il brano al primo posto in classifica durante la serata cover della penultima edizione del Festival.  

Tosca e Silvia Pérez Cruz, Sanremo 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *