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Recensione – Viva la libertà

Roberto Andò ci regala una pellicola semplicemente deliziosa. Inizialmente il tema pare essere quello che ha ispirato il cinema nell’ultimo periodo: il declino della nostra povera, amata Italia (Benvenuto Presidente, Girlfriend in a coma). Non è così, o almeno non proprio. In Viva la libertà c’è qualcosa di più, qualcosa che va oltre l’essere semplicemente una commedia o un film di protesta, oppure un comico. Il film, in tutto il suo essere paradossale, scivola leggero e piacevole quanto una fiaba, incollandoci allo schermo dall’inizio alla fine e incantandoci come bambini.
Il politico nonché segretario del partito d’opposizione Enrico Olivieri conduce un’esistenza inquieta, contestato dal popolo e demolito dai sondaggi. Depresso e ossessionato, decide di fuggire in Francia in completa segretezza rifugiandsi a casa di Danielle, un’amante di diversi anni prima. Quando Andrea Bottini (Valerio Mastandrea), collaboratore di Enrico, si accorgerà della sua assenza, si ritroverà a tentare il tutto per tutto per evitare la catastrofe. Venendo a sapere dell’esistenza di Giovanni, fratello gemello di Enrico, Andrea riuscirà a rintracciarlo e a convincerlo – senza troppi sforzi – a prendere il posto del fratello. Il piano appare perfetto, se non per un piccolo particolare: Giovanni, oltre ad essere un appassionato professore di filosofia, è anche affetto da disturbi psichiatrici che sfociano in comportamenti e atteggiamenti se non prettamente folli, quanto meno singolari. Senza la minima speranza di farla franca, in bilico tra il caos e la tragedia, Andrea conduce Giovanni in Parlamento, dando inizio alla recita. Contro ogni aspettativa, i modi di Giovanni e il suo sorriso tra il folle e l’adorabile sempre stampato in faccia, non solo convincono ma riescono anche ad affascinare e conquistare – prima i colleghi, poi i giornali, infine la maggioranza del popolo italiano. Nessun inganno, nessuna bugia, nessun patto con il diavolo. Giovanni farà breccia nel cuore di tutti usando le uniche, poche cose davvero assenti nella politica italiana: il buonsenso, la semplicità, la correttezza e la passione.
Viva la libertà diverte ed emoziona con un garbo ed un’eleganza impressionanti, mentre l’incredibile interpretazione di Toni Servillo convince a tal punto che è praticamente impossibile vedere in Enrico e Giovanni lo stesso attore. Una pellicola di una forza e allo stesso tempo di una delicatezza disarmanti, che è impossibile non amare.

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