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Qualificazioni di calcio e biscotti indigesti

Non sono un esperto di cucina scandinava. Mi è però ben noto un loro biscotto. E’ un po’ stantio, nella confezione leggo la data di produzione: 22 giugno 2004, e l’azienda, una cooperativa di artisti danesi e svedesi, artisti del pallone. Per chi non avesse ancora inteso l’allusione, sto parlando della famosa partita dei Campionati Europei UEFA 2004 disputatisi in Portogallo.

L’Italia è in girone con Danimarca, Svezia e Bulgaria, squadre decisamente abbordabili per una nazionale di cui, se si rileggono i convocati, mentre salgono tante lacrimucce, ci si domanda come abbia fatto a non vincere a mani basse la competizione.

1. Buffon, 2. Panucci, 3. Oddo, 4. Zanetti, 5. Cannavaro, 6. Ferrari, 7. Del Piero, 8. Gattuso, 9. Vieri, 10. Totti, 11. Corradi, 12. Toldo, 13. Nesta, 14. Fiore, 15. Favalli, 16. Camoranesi, 17. Di Vaio, 18. Cassano, 19. Zambrotta, 20. Perrotta, 21. Pirlo, 22. Peruzzi, 23. Materazzi, CT: Trapattoni.

Ovviamente ci piace sempre rendere difficile anche ciò che è facile. Alla prima giornata, contro la Danimarca pareggiamo 0-0 e la Svezia batte sonoramente 5-0 la Bulgaria. Qualche giorno dopo affrontiamo la Svezia: un altro pari, stavolta per 1-1 (con uno straordinario gol di tacco al volo di un giovane Ibrahimovic nei minuti finali). Nel frattempo la Danimarca vince contro la Bulgaria 2-0. Perciò, alla terza e ultima giornata, gli azzurri non solo sono costretti a vincere contro la Bulgaria per passare il turno, ma devono anche sperare in un risultato favorevole in Danimarca-Svezia.

Le regole UEFA prevedono che in caso di arrivo a pari punti la classifica avulsa venga stilata nel seguente ordine: 1) punti ottenuti negli scontri diretti; 2) differenza reti negli scontri diretti; 3) gol segnati negli scontri diretti; 4) differenza reti nel girone; 5) gol segnati nel girone.

Nell’ipotesi di una vittoria italiana, terminando il girone a 5 punti, se il derby scandinavo non dovesse finire pari, saremmo secondi, altrimenti si avrebbero tre squadre a pari punti e si guarderebbe la classifica avulsa. Negli scontri diretti tutte le squadre avrebbero 2 punti (due pareggi); si passa quindi a guardare le reti segnate negli scontri diretti: l’Italia ha 1 gol, la Svezia 1 (più quelli eventuali contro la Danimarca) e la Danimarca 0 (più quelli eventuali contro la Svezia). Risulta chiaro che, nel caso di un pareggio in Danimarca-Svezia, la patria dell’IKEA sia qualificata a prescindere dal risultato esatto, mentre alla nazionale di Amleto servirebbero almeno 2 gol. Tradotto: un 2-2 farebbe qualificare entrambe a scapito degli azzurri.

L’Italia arranca, passa in svantaggio, ma riesce a rimontare e vince per 2-1. Nell’altra partita la Danimarca passa in vantaggio due volte con una doppietta di Thomasson e a un minuto dal 90’ conduce per 2-1. L’inevitabile accade: cross svedese in area avversaria, il portiere danese smanaccia, ribattuta vincente in porta da due passi, 2-2, fine partita. Il biscotto è servito.

biscotto

[Il risultato sul megaschermo dello stadio di Oporto]

Nel dopopartita il CT Trapattoni e Buffon richiedono a gran voce l’apertura di un’indagine da parte della UEFA, cosa che non avverrà mai. Qualche tempo dopo vengono addirittura pubblicate delle presunte dichiarazioni colte durante la partita, secondo cui un giocatore svedese avrebbe chiesto a un avversario danese di giocare proprio per il 2-2, ottenendo risposta positiva (salvo poi mandarlo al diavolo alla richiesta di lasciar segnare il pareggio).

Sinceramente non credo a combine di questo genere in partite fra nazionali rivali, disputate da calciatori che, escludendo coinvolgimenti di grandi quantità di soldi, vogliono vincere anche la partitella con gli amici al campetto dietro casa. Ciò è dimostrato anche dall’esultanza di Thomasson dopo il secondo gol, che va provocatoriamente a zittire la curva avversaria, atteggiamento meritevole dei migliori derby a rischio rissa di Serie C, non certo di una partita combinata.

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[Lo sfottò di due tifosi svedesi]

Resta il fatto che quel gol in zona Cesarini condannò l’Italia a un’altra delusione dopo la tragica e scandalosa eliminazione dei Mondiali 2002. Per qualche strano motivo nell’immaginario collettivo viene sempre colpevolizzata maggiormente la Svezia della Danimarca, la cui disattenzione difensiva permise il pareggio. Ad ogni modo, adesso abbiamo l’opportunità di rifarci come si deve, perché solo una fra Italia e Svezia andrà ai Mondiali 2018 in Russia. Essa verrà decisa dalle due sfide del 10 e 13 novembre, date dei play-off. Tredici anni fa ci hanno servito un grosso biscotto indigesto, ma la nostra voglia di vendetta non è ancora scaduta.

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