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Eleganza al sapore di Bacio: Luisa Spagnoli

Sognare di essere imprenditrici in Italia, negli anni ’20, poteva sembrare se non un’utopia, per lo meno una possibilità alquanto rara e remota. Ricordiamo che a quei tempi di certo non era poca la discriminazione verso l’universo femminile visto sempre sotto una luce di inferiorità e debolezza rispetto a quello maschile. Basti considerare che le donne non si vedevano ancora riconosciuto il diritto di voto, quindi non potevano dare un contributo in senso politico alla macchina dello Stato; la famiglia monoreddito e patriarcale non lasciava spazio a un ruolo alternativo a quello di moglie e madre. Ma si sa che, in qualche modo, esiste sempre un’eccezione alla regola. Luisa Spagnoli, al tempo Luisa Sargentini ne è la dimostrazione: durante la sua vita ha gloriosamente avviato due realtà aziendali che, ancora oggi, sono presenti e attive nel mercato italiano e internazionale.
Nata il 30 ottobre 1877, sin dalla più tenera età, Luisa si dimostra un vulcano di idee e creatività. Ironia della sorte, esattamente trent’anni dopo, con il marito e tre soci (Francesco Buitoni, Leone Ascoli, e Francesco Andreani) inizia la sua scalata verso il successo in ambito commerciale: apre una drogheria, in pieno centro storico nella sua città natale, Perugia. Vengono assunti quindici operai. L’idea iniziale è quella di gestire un piccolo esercizio commerciale, un normale negozio. I soci non immaginano quanto successo otterranno in un breve periodo, successo tale da trasformare un’ attività locale in un’industria, conosciuta anche fuori dai confini nazionali. E’ il 1922, l’anno del “Bacio” che ancora oggi amiamo gustare. Grazie al suo piacevole sapore di nocciole e cioccolato, unito alle frasi contenute nella carta che avvolge i cioccolatini, il prodotto finale viene assaporato suscitando, forse in virtù di quelle teorie spesso considerate inverosimili sulla connessione tra cibo e sensazioni, una qualche emozione. Ecco perché gli è stata dedicato il nome del gesto forse più romantico in assoluto. I profitti di questa azienda di piccole dimensioni aumentano a vista d’occhio e le strategie studiate per stare al passo coi tempi risultano ogni volta efficaci: è arrivata l’ora di espandersi.
La signora Spagnoli partecipa sempre più attivamente alla gestione dell’attività. E’ il 1928 e, mentre “La Perugina” incassa una soddisfazione dopo l’altra, l’imprenditrice umbra suggerisce un’altra idea, che si rivelerà ancora provvidenziale.

Dalla soddisfazione del palato alla soddisfazione dell’aspetto esteriore: creare una linea di abbigliamento per una clientela medio-alta, che potesse apprezzare e acquistare un filato di gran lunga più raffinato. Questo il suo obbiettivo. Il segreto della riuscita, ancora una volta, del suo progetto? Alcune operaie, già assunte presso la prima azienda, vengono spostate di settore e viene loro affidato l’allevamento del coniglio d’ Angora. Nel nostro Paese a quei tempi questa razza non era ancora molto conosciuta e il filato, proveniente dall’estero e di bassa qualità, fino ad allora, veniva lavorato ai ferri. Il coniglio non veniva né tosato né, peggio, ucciso: allevato in un ambiente monitorato come il giardino della villa stessa di famiglia, l’animale veniva pettinato con cura e non subiva maltrattamenti. Dalle prime produzioni di scialli e capi in maglieria fino a modelli di alta moda: questa la produzione che l’azienda si propone di realizzare fin dall’inizio.
Ma con la creazione della nuova impresa, Luisa Spagnoli realizza molto di più: il 90% della manodopera è al femminile e vede riconoscersi, per la prima volta, diritti non considerati o sottovalutati in precedenza. Alcuni tra questi: scuole e asili nido interni ai luoghi di lavoro aziendali, diritto di allattamento e congedo retribuito di maternità.

A differenza della maggior parte delle attività dell’epoca, la filiale della Spagnoli si poneva la questione della CRS: Corporate Social Responsibility. Il concetto è oggi legato alla sfera delle relazioni pubbliche e riguarda l’attenzione che presta un team aziendale verso i propri dipendenti: per assicurarsi un successo sempre più crescente e a lungo termine, è fondamentale l’atmosfera relazionale che viene a crearsi all’interno del luogo di lavoro e, come si può facilmente immaginare, se si crea feeling tra gli individui, il singolo è più motivato a raggiungere gli obiettivi, e la performance professionale del gruppo migliora senza dubbio.

Tuttavia la mente geniale di Luisa si spegne precocemente, nel 1935, lasciando così agli eredi un grande capitale umano ed economico su cui investire il futuro delle sue imprese.
Il suo modello di business e organizzazione aziendale è diventato scuola negli anni successivi ed è auspicabile che venga tramandato di generazione in generazione, con le eventuali dovute modifiche a seconda del contesto in cui viene applicato.

Oggi chi gestisce un esercizio commerciale, specialmente se di grande portata, deve fare i conti con il mercato online: generalmente, quando si tratta di capi pregiati non è diffusa la vendita per via telematica, in quanto il potenziale cliente preferisce vivere le sensazioni di dell’accoglienza e il desiderio di sentire proprio quel vestito. Un giro di vetrine per via telematica non regala le stesse piacevoli sensazioni. Per restare al passo coi tempi, però, nel 2015, lo store del brand sbarca anche sul Web ed è presente come collegamento all’interno del sito istituzionale. E’ visitabile 24 ore su 24, disponibile sia in italiano sia in inglese, e la sua lettura si adatta ad ogni tipo di device elettronico. Non solo: la piattaforma del sito prevede la possibilità di chiedere consigli su abbinamenti e total look come se ci si trovasse davanti a un personal shopper. Un’ultima, ma non meno importante, motivazione per la presenza anche sulla Rete è dettata dal poco tempo a disposizione delle donne di oggi da dedicare allo shopping, specialmente se devono anche chiarirsi le idee su cosa acquistare, fase che richiede spesso minuti se non ore.

Negli ultimi due anni il brand italiano è particolarmente apprezzato dai cittadini britannici, poiché consapevolmente o forse no, la Duchessa di Cambridge, Kate Middleton, ne è diventata la testimonial ufficiale: durante diverse apparizioni pubbliche ha indossato tailleur prodotti dall’etichetta nostrana.
Come è facile intuire, infatti, Luisa Spagnoli ha dato il via a una produzione di particolare e risaputa bellezza con la quale “ha vestito” personaggi del calibro della reale Kate: un onore che non può che offrire un valore aggiunto al già brillante lavoro di una delle più grandi imprenditrici italiane del secolo scorso.

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