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Primo “question time” per il rettorato Rugge

Mercoledì 29 gennaio si è svolto in Aula Volta il primo question time dopo l’elezione del professor Fabio Rugge al Rettorato dell’Università di Pavia; oltre al Rettore erano presenti i proRettori e i Delegati. I docenti e i rappresentanti del Coordinamento allo Studio hanno posto quindici domande alla squadra del Rettorato, con le eventuali repliche e controrepliche.

Ha esordito la dottoressa Antonia Salis, responsabile del Servizio Gestione Trattamento Economico e Previdenziale, sulla possibilità di aprire un asilo nido e una scuola materna per i figli dei dipendenti dell’Università, del Policlinico e degli ospedali vicini (Maugeri e Mondino), dopo che la Clinica Ostetrica-Ginecologica si è trasferita al Dea (Dipartimento d’emergenza e accettazione). A tale quesito ha risposto Marco Morandotti, Delegato all’Edilizia e al Patrimonio architettonico, affermando che esiste la possibilità di realizzare questo progetto, a patto che per prima cosa vada riconvertito il patrimonio edilizio esistente (e l’uso degli spazi che si stanno rendendo disponibili). È stato sottolineato che la struttura non è di proprietà dell’Università e che per questa ragione è stato avviato un colloquio con il Policlinico per riconvertire gli spazi per la Facoltà di Medicina.

È poi stato chiesto dalla prof.ssa Raffaella Guglielmann (Dipartimento di Matematica “Felice Casorati”) se esiste la possibilità di introdurre alcune modifiche per il question time (proporre domande non prestabilite, spostare l’orario di inizio alle 16:30 e dilatarne la durata ad almeno due ore): il Rettore ha risposto che non è escluso che si possa posticipare l’orario d’inizio ma si è mostrato scettico sugli altri due punti, in particolare sul formulare domande non prestabilite perché hanno bisogno di risposte precise che richiedono la massima documentazione.

Il rappresentante degli studenti Luca Zecchin ha poi chiesto il motivo per cui viene negato un incontro all’associazione [UDU] che in questo Ateneo esprime tre senatori accademici, due consiglieri d’amministrazione e quasi un centinaio di rappresentanti nei vari dipartimenti: gli è stato risposto che esiste l’intenzione di colloquiare il più possibile, come è avvenuto altre volte, anche se in alcune occasioni – per ragioni tempistiche – sarebbe opportuno specificare l’oggetto del colloquio e graduare l’urgenza dialettica.

 

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