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Rubrica/ Un campio…nato ad andamento lento

 

di Simone Lo Giudice

 

La Serie A scende in campo per la sesta volta in stagione e si ripresenta come ci aveva lasciato prima della sosta: il campionato va a rilento, la classifica è corta, manca una squadra guida. L’incombenza della terza giornata di Champions League (18-19 ottobre) regala un sabato con tre anticipi di lusso.

 

La sconfitta di Catania rende impietosi i numeri nerazzurri: 4 sconfitte su 6 partite e la bellezza di 10 goal subiti fuori casa (nonché peggior difesa in assoluto del campionato). Ma al di là dei numeri, l’aspetto più preoccupante è la condizione psico-fisica di una squadra che appare sfinita dopo i fasti delle passate stagioni. Le colpe societarie sono tante, quelle degli allenatori recenti diventano relative. Per l’aggiustatore Ranieri non sarà facile invertire la rotta.

Se l’Inter piange, il Milan sorride: contro il Palermo arriva la prima vittoria convincente della stagione e non è un caso che il gioco d’attacco torni a funzionare nel giorno del rientro di Robinho. Il brasiliano sa dare corsa, intensità e allegria (il che non guasta!). Ibrahimovic gioca più per gli altri e poco per sé stesso (e non può non fare notizia). Cassano sta provando a prendersi il Milan: se ci riuscisse sarebbe un’ottima notizia anche per il c.t. Prandelli in vista di EURO 2012.

Anticipo anche per il Napoli, che finora ha digerito bene le serate europee. I ragazzi di Mazzarri invece faticano a deglutire l’anticipo del sabato sera pre-Champions: solo 1 punto con la Fiorentina (lo scorso 25 settembre) e manco quello riesce a strappare al Parma di Giovinco (martedì arriva il Bayern Monaco al San Paolo). La rosa azzurra è sicuramente ben assortita, ma ha una panchina ancora troppo corta per giganteggiare su più fronti. In compenso il Napoli gioca come le grandi: batte spesso le più forti, ha problemi sempre con le piccole. In ogni caso il futuro prossimo di Cavani & C. sarà di quelli importanti.

Ben 9 goal al sabato in 3 partite, 5 sole reti nelle restanti 7 partite della domenica. Juventus e Udinese dettano il ritmo della truppa: 12 punti raccolti in 6 giornate, con una media di 2 a partita. Il record negativo di goal della settima giornata va a discapito dello spettacolo ed è il sintomo di un campionato equilibratissimo (e forse anche un po’ impoveritosi).

Ci ha pensato il rocambolesco derby di Roma a ravvivare la domenica: Edy Reja ha messo a soqquadro le gerarchie capitoline, vincendo la sua prima stracittadina sulla panchina della Lazio. Il progetto romanista invece frena bruscamente: l’Osvaldo dipendenza è ormai evidente (4 dei 7 goal giallorossi sono i suoi) e l’incapacità di gestire il risultato è lampante (era già successo con il Siena sempre all’Olimpico, ma in quel caso finì in parità). La doppia penalizzazione inflitta alla Roma (rigore concesso alla Lazio ed espulsione del romanista Kjaer) ha sicuramente dato una marcia in più a Hernanes & C., ma la prestazione biancoceleste è stata comunque di quelle importanti. A chiudere il tabellino dei marcatori ci ha pensato il sempreverde Miroslav Klose: suo il colpo di coda dell’ultimo secondo in una giornata trascorsa a rilento. Come questo campio…nato ad andamento lento.

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