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Pavia-Foggia. Auguri amari, ma finalmente il 2011 è finito.

di Fabio Muzzio

Oooo…lééé, Oooo…lééé, Oooo…lééé… pure questo mi sono dovuto sorbire nel mio stadio. I foggiani che esclamano olé al Fortunati quando la loro squadra ci regala un umiliante torello.

Sono deluso e sportivamente avvilito. Il Pavia le busca anche dal Foggia, la squadra che più ho visto picchiare in questo scorcio di campionato. Non mi hanno impressionato granché, ma sono migliori di noi. E non lo dice solo il risultato o la classifica.

Sono partiti forte gli uomini di Stringara, anche se sono quelli di Sangiorgio ad avere le occasioni più ghiotte: Marchi spara forte su Ginestra che compie il miracolo e la ribattuta non ha esito fortunato; Meza Colli da venti metri, invece, scheggia la traversa: peccato. Negli anni no la fortuna si volta sempre dall’altra parte.

Il Pavia corre, anche troppo, ma non concretizza. Di meno fa il Foggia, che controlla e punge poco.

Il primo tempo si chiude con il nulla di fatto, il rammarico per le occasioni e il timore sulla seconda parte di gara.

Detto fatto e il Pavia cammina entrando sul terreno e continua a farlo quando l’arbitro dice che si può ricominciare. Non sono i pugliesi ad andare forte, sono i nostri che si fanno anticipare: visti dai Distinti sembrano non averne più.

Emblematico il primo gol, quasi fotocopia di quello incassato con il Benevento: questa volta è Meduri a prendersi gioco della difesa e come un provetto sciatore supera i paletti pavesi offrendo a Cruz un pallone solo da spingere alle spalle di Facchin. Sorvolo sulla solita esultanza creativa che trovo sempre insopportabile e che fanno tanto calcio spettacolo (dicono) e sono spesso fonte di amabili discussioni con i miei studenti appassionati dell’arte pedatoria.

Il Pavia è in affanno e dopo quattro minuti (al 15’) incassa il raddoppio: da una punizione, originata da un fallo di Fissore al quale stava scappando Molina, Meduri infila il pallone sul palo di Facchin. L’estremo ha molte ragioni a lamentarsi visto che la barriera a due si è aperta. Inevitabili critiche al portierone azzurro che non troviamo colpevole e ci ha pure salvato dal poker (se poi i movioloni diranno il contrario faremo ammenda).

Sangiorgio rimescola le carte, aggiungendo con il passare dei minuti Meregalli per Verruschi e Veronese per Marchi, avendo già sostituito prima del gol D’Errico con Rodriguez. Il risultato non cambierà più è il 2-0 è un bel pacco fastidioso da mettere sotto l’albero.

Si chiude malissimo un 2011 che doveva essere di festa: dopo che gli illeciti del Ravenna ci avevano salvato senza i play out, ci era stato promesso un campionato migliore. Così non è stato, anzi, si è riusciti a far peggio. Restano, a questo punto, 17 partite con l’auspicio che non siano un calvario. La Società ha promesso rinforzi. Quello che ci vuole è il miracolo sportivo. Non sappiamo come Alessandro Zanchi e Aldo(ne) Preite riusciranno a conciliare il rafforzamento della squadra e i contributi per i giovani che devono essere in campo per questioni di bilancio. Li aspetta un lavoro difficile e sulla carta oneroso e per questo non possiamo che fare loro tanti auguri. A cui aggiungo quelli per Natale e il 2012.

Auguri che estendo a tutti voi che avete avuto la pazienza di leggere quello che fin qui ho scritto.

Al prossimo anno!

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