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4:44 l’ultimo giorno sulla Terra

C’è chi non crederebbe e continuerebbe a fare il proprio lavoro, facendo le multe, demolendo palazzi o semplicemente pulendo le strade. C’è chi invece si ubriacherebbe, ucciderebbe o semplicemente anticiperebbe tutto. Voi che fareste il giorno della propria fine?

Cisco, un attore di successo, e Skye, una giovane artista, fanno l’amore. Lui si fa la barba perché a lei piace e lei continua a dipingere come ha sempre fatto, perché artisti si è fino alla fine.

Il film è stato scritto e diretto nel 2011 da Abel Ferrara (King of New York, Fratelli, Pasolini) ed è stato presentato in concorso alla 68esima Mostra d’arte Cinematografica di Venezia. Racconta la fine del mondo e i rapporti interpersonali e non, collegati ad essa. Nei panni del protagonista troviamo Willem Dafoe e della coprotagonista Shanyn Leigh. Nel cast ha una piccola parte anche Natasha Lyonne che molti conosceranno dalla serie televisiva Orange is the New Black (2013 – ).

 L’apocalisse giunge a causa dell’uomo e dell’uso scellerato dei progressi tecnologici e infatti un buco nello strato dell’ozono permette l’ingresso di una quantità letale di radiazioni solari alle ore 4:44 del mattino seguente. Questo fatto porta a un’insolita calma generale, non ci sono rivolte né atti di anarchia, salvo rari casi. I telegiornali continuano a trasmettere i servizi in modo quasi normale e prendono piede i talkshow dove si parla di ciò che arriverà. I rappresentanti ecclesiastici e i capi di stato e governo sembrano aver accettato fin da subito questo avvenimento e, come se volessero lavare la propria coscienza, tentano di tranquillizzare le persone cercando di prepararle a ciò che sarà il “dopo”, qualcosa che ne la scienza ne la religione sono riuscite a chiarire.

La maggior parte della storia si svolge nell’appartamento dei due artisti a New York; l’azione si concentra sui semplici ma intensi rapporti di coppia che sembrano resistere al pensiero ultimo dell’apocalisse. Sullo sfondo, le trasmissioni televisive continuano a cercare di prendersi le ultime ore di share tentando di sopraffare la morte, anche se finiscono per ammettere che: “Al Gore aveva ragione.”

 “Non farti prima della fine del mondo”

“Eppure sarebbe proprio il momento giusto.”

 In un  momento del genere alcune persone cercano la redenzione, mentre altre vogliono superare i propri limiti compiendo azioni estreme o semplicemente drogandosi. Cisco vuole dare l’ultimo saluto agli amici rivivendo alcune vecchie abitudini. Per certe anime la droga è il fine ultimo, la maggior parte delle volte è più forte dei ricordi e perfino dell’amore stesso. Può essere vero che si va verso la morte fin dalla nascita, ma alcuni avranno sempre il dubbio se affrontarla guardandola negli occhi o semplicemente abbracciarla utilizzando metodi palliativi.

In questa pellicola c’è un percorso poco definito e difficile da individuare. Se da una parte discorsi poveri e privi di contenuto trattano argomenti profondi, dall’altra la trama cerca di mantenere viva l’attenzione sulla fine del mondo con richiami onnipresenti e su come viene percepita dalle singole persone, tutto concluso da un finale diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare. La bellezza della fine è che persino i propri fantasmi smettono di tormentarti.

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