Letteratura

Orwell – La dittatura dei maiali.

La fattoria degli animali, di George Orwell, è entrato nella storia della prosa letteraria del XX secolo: pubblicato per la prima volta nel 1945 e in Italia nel 1947, il lungo racconto tenta un discorso sociale e politico attraverso una favola. Protagonisti sono infatti, come nelle favole di Esopo, degli animali.

Sintetizzando, l’anti-favola orwelliana racconta di come gli animali di una fattoria si ribellino alla dittatura imposta dall’uomo e di come cerchino di instaurare una società fondata sull’uguaglianza. Presto, però, a emergere saranno le personalità dei maiali, dotati di più intelligenza e qualità organizzative rispetto agli altri animali, più ingenui. Ed ecco che il maiale Napoleon – uno dei personaggi principali – assume il controllo della fattoria e di fatto si rende sempre più simile all’uomo, tanto che, in conclusione, sarà impossibile distinguere uomini e maiali.

In Orwell leggiamo un’aspra critica alla caduta delle illusioni della rivoluzione russa dell’ottobre 1917, basate su un forte desiderio di uguaglianza sociale, sfociate, dopo una serie di complicazioni, nella dittatura di Stalin, che tra 1927 e 1929 si impone come unico dirigente del Partito Comunista Sovietico e dell’Unione Sovietica.

A tal proposito, vediamo come il testo sia denso di riferimenti storici. Ad esempio, la battaglia della stalla è un’allegoria della guerra civile in Russia che tra 1918 e 1920 ha visto contrapporsi la fazione bianca (più moderata) a quella rossa (rivoluzionaria). Oppure, l’episodio del rifiuto delle galline di consegnare le uova rappresenta invece l’opposizione dei kulaki alla collettivizzazione. O ancora, la scena conclusiva della cena tra i maiali e gli uomini fa riferimento alla Conferenza di Teheran tenutasi tra il 28 novembre e il 1° dicembre del 1943.

Inserito in un contesto più ampio – quello del passaggio dal XIX al XX secolo – il romanzo orwelliano è una critica generale ai regimi totalitari, al culto della personalità e alla distorsione della realtà da parte del potere politico; è allegoria di una delle più grandi illusioni della storia, ossia la creazione di una società che ponesse fine alle disuguaglianze imposte dal modello capitalistico

Ma La fattoria degli animali non è solo questo: è anche la rappresentazione di una collettività incapace di reagire, di come promesse e belle parole possano adulare gli ingenui e gli onesti lavoratori, pronti a servire il padrone nella speranza di una riconoscenza. E la morale è chiara: finché avremo sete di potere, finché uno solo si sentirà legittimato a stare sul gradino più alto, allora un mondo giusto rimarrà utopia.

In questo senso la lettura del romanzo di Orwell risulta ancora molto attuale, attualità che maggiormente emergerà – insieme alle scottanti tematiche principali de La fattoria degli animali – in 1984, pubblicato nel 1949.

grosz-circe-1927

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *