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Elezioni universitarie 101

Avete notato più eventi, banchetti, post sulle pagine Facebook di facoltà da parte delle associazioni di rappresentanza universitarie? Non è solo un risveglio dal letargo della sessione invernale, ma l’inizio della campagna elettorale. Chiuse le sottoscrizioni delle liste possiamo finalmente parlare dei protagonisti di queste settimane e, quindi, chi saranno i nostri potenziali rappresentanti nel biennio 2018/2020. Forse però tra uno spritz, una colazione ed una festa al Camillo, una domanda risuona: come funzionano le elezioni universitarie?

1) COSA SI VOTA?

Immaginatevi l’Università come una piramide: alla base ci sono i dipartimenti e i corsi di laurea; salendo un gradino troviamo il Senato Accademico, che si occupa della didattica di Ateneo, per poi arrivare al vertice con il Consiglio di Amministrazione, l’organo di gestione dei fondi universitari e che ha, in generale, l’ultima parola su qualsiasi decisione presa dagli altri consessi. Orbitano poi vicino alla struttura il Nucleo di Valutazione, che si occupa di controllare la qualità della piramide tutta, il Consiglio di Amministrazione dell’EdiSu, referente per borse di studio, collegi, mense e il Consiglio Direttivo del Cus, dove ovviamene si discute di sport universitario, gestione dei campi e dei centri sportivi.

Il 7 e l’8 Maggio andremo a votare per la rappresentanza studentesca in questi organi.

2) VA BENE, MA PERCHÉ DOVREI VOTARE?

Dal Consiglio di dipartimento al Nucleo di Valutazione, le decisioni che i rappresentanti sono chiamati a prendere si ripercuotono direttamente sulla nostra vita accademica. Parlando ad esempio di un argomento delicato come la gestione economica dei fondi di Ateneo, i rappresentanti in Consiglio di Amministrazione possono votare favorevoli o contrari al sistema di tassazione, al bilancio universitario, alla ridistribuzione dei fondi nei vari dipartimenti , fino al numero chiuso. La partecipazione nelle elezioni passate è calata a picco: meno persone vanno a votare, meno seriamente gli organi di ateneo prenderanno le richieste dei rappresentanti, in quanto visti come poco legittimati. Lo stesso Ministero dell’Istruzione, che ha visitato il nostro Ateneo ad Ottobre, punta molto, nella sua valutazione, alla partecipazione studentesca. Insomma, i rappresentanti fanno bene agli studenti e all’università.

3) QUINDI SONO COME LE ELEZIONI STUDENTESCHE AL LICEO?

La politica universitaria è un qualcosa di un po’ più complicato, ci muoviamo in un contesto dove le fasce di età sono quasi azzerate e gli argomenti sono molto più seri. Non si parla di feste di fine anno, autogestioni e scioperi per il riscaldamento ma di tassazione, organizzazione degli esami, collegi. Inoltre, le riunioni di questi consessi non sono come il Consiglio di istituto: sono spesso lunghe e impegnative, ci sono fascicoli da leggere (i cosiddetti “brogliacci”)  spesso per niente brevi e di non facile lettura. Insomma, pretendiate dei rappresentanti che sappiano cosa devono fare, facciano proposte concrete e fattibili, che siano presenti e attenti.

4) QUALI SONO LE LISTE CANDIDATE E IN COSA SI DIFFERENZIANO

Per anni, i grossi nomi noti sono stati 4: Ateneo Studenti, Azione Universitaria, Coordinamento Per il Diritto allo Studio e Gruppo Kos.

A grandi linee possiamo suddividere politicamente in questo modo le liste: Ateneo Studenti di area cattolica, Azione Universitaria al centrodestra,Coordinamento per il Diritto allo Studio- UdU Pavia e Gruppo Kos (quest’ultimo di sola area medica) alleati e di sinistra/centrosinistra universitaria . Le cose sono però mutate con la scomparsa di Azione Universitaria e la nascita di una nuova associazione, Foro Universitario, per statuto apartitica e apolitica, che si presenta in tutto e per tutto una lista distante da ogni logica che si ricollega alla divisione destra/sinistra. La nuova formazione è composta anche da alcuni ex rappresentanti, molti dei quali candidati agli organi maggiori che, come detto ad Inchiostro in occasione della presentazione di Foro Universitario un anno fa, hanno voluto creare un’associazione aperta a tutti, senza differenze di ideologie e posizioni politiche. Se questo sarà o meno vero, potremo vederlo dai programmi elettorali. Difatti, come nelle elezioni politiche (anche se sempre di politica si tratta), le posizioni ideologiche quando si parla di tasse, diritti, sicurezza e derivazione dei fondi universitari, sono inevitabili.

5) COME SI VOTA?

Bisognerà recarsi al seggio indicato con carta di identità e un codice che verrà inserito in area riservata a ridosso dei giorni delle elezioni. Il voto è elettronico, basterà quindi cliccare sulla lista/nomi scelti: non esiste il voto disgiunto ma possono essere espresse fino a 3 preferenze per dipartimento e consiglio didattico, 1 sola per Senato Accademico, CdA, CdA EdiSu, Nucleo di Valutazione e Cus.

Quindi, fate razzia di programmi elettorali, leggeteli, ascoltate i candidati che sicuramente andranno a presentarsi nelle aule e, perché no, prendete tutti i gadget che vi offriranno. A settimana prossima, con ulteriori approfondimenti sulla campagna elettorale.

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