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“L’Intervista”: un graphic novel racconta il Paese del futuro

Italia, anno 2048. Un Paese territorialmente ed emotivamente sgretolato, che non si aspetta nulla dal futuro. Una generazione adulta che ha vissuto non ben specificati moti di violenza e una più giovane che cerca di rifondare la civiltà demolendo i vecchi valori, con uno spirito libertino che vagamente ricorda il Sessantotto. Sullo sfondo città intatte, ma fantasmagoriche e spopolate. Dal cielo giungono strani segnali: altri mondi che cercano un contatto con la Terra?
Manuele Fior immagina e racconta tramite un graphic novel come sarà il Paese tra trentacinque anni. Non è fantascienza né fantapolitica. L’Intervista è una storia di sentimenti umani invischiati nella rete della Storia. I due protagonisti sono Raniero, uno psichiatra professionista della vecchia generazione, e Dora, una ragazza di vent’anni appartenente alla “Nuova Convenzione”. Mentre Raniero tenta di riconquistare la moglie che vuole andarsene di casa, Dora si batte contro i vecchi modelli sociali, in particolare “il principio di esclusività emotiva e sessuale” e cerca la comunicazione telepatica con altri esseri umani.
Le loro storie personali si intrecciano con i cambiamenti che il mondo sta vivendo. A quali conseguenze darà luogo l’ipotetico contatto con gli extraterrestri?
L’autore dedica il libro ai suoi genitori. L’Intervista parla della curiosità reciproca e delle incomprensioni che nascono tra due generazioni, divise da un cambiamento epocale. Le due anime della società, quella conservatrice e quella rivoluzionaria, si studiano, imparano a conoscersi e a comprendersi. E infine volano insieme verso il futuro. Il romanzo porta con sé una carica di ottimismo: il mondo, il Paese, la specie umana si rifondano su nuove basi e vanno avanti. Anche grazie a un imprevedibile aiuto “esterno”. Nonostante l’argomento denso le pagine del fumetto non perdono mai grazia e ironia: il tono resta scanzonato fino alla fine.
Al Salone del Libro di Torino Manuele Fior ha presentato la sua ultima fatica, edita da Fandango. La concepisce come un augurio all’Italia in un momento di crisi, una piccola scintilla nel buio. Fior, che vive e lavora a Parigi – più che un cervello è una matita in fuga – non ama lamentarsi dell’Italia. Non condivide il pessimismo dei più. Il senso del suo libro è proprio questo: scoraggiarsi è inutile, ricostruire è sempre possibile.

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