Cultura

La Gloria e le sue declinazioni – FestivalFilosofia e il suo invito a riflettere sull’attualità

Un’occasione per riflettere su temi sempreverdi, su pietre miliari del pensiero filosofico collegate direttamente alla quotidianità: FestivalFilosofia è un evento culturale che nasce dalla voglia di pensare al mondo che ci circonda con un’ottica diversa, attraverso lezioni magistrali, concerti e altre manifestazioni culturali che vertono intorno a un tema scelto annualmente. Dal 2001 sono state affrontate le tematiche più disparate nel cuore delle città di Modena, Carpi e Sassuolo, scenario e luogo ideale per immergersi nella realtà filosofica.
Ogni anno FestivalFilosofia richiama un gran numero di studenti e spettatori provenienti da tutta Italia che vogliono cogliere la possibilità di fermarsi, di pensare e di seguire un percorso tracciato dalle voci di grandi pensatori contemporanei. Quest’anno i vari eventi organizzati vertevano intorno ad un tema sul quale si è ampiamente dibattuto per secoli: la Verità, che è stata affrontata tenendo conto delle sue diverse sfaccettature.
La Natura, la Fortuna, la Felicità sono alcuni dei tanti temi affrontati nel corso delle varie edizioni del FestivalFilosofia. Un tema particolarmente legato alla nostra generazione, persa nell’era social e bombardata da continue “manifestazioni” di individualismo, è quello della Gloria, trattato nel 2014.
Durante un weekend di settembre, numerosi intellettuali hanno espresso la loro opinione in cinquanta lezioni magistrali su un tema che è sempre più associato al concetto di “fama” o di “celebrità”. La famosa Nike di Samotracia, l’immagine di una vittoria storica, di un evento degno di essere celebrato con un’opera d’arte, diventa il punto di partenza di una riflessione che analizza le declinazioni religiose e militari della gloria arrivando a riflettere su una particolare sfaccettatura della fama, quella più effimera, volitiva e conquistabile a suon di “mi piace”.
“Si parla di Gloria come celebrità, si arriva a parlare di vanagloria, si declina in tutti i modi del nostro vivere quotidiano questa parola, ma in ogni declinazione l’intento è quello di perdurare il più possibile nella visibilità.” Emanuele Saverino, filosofo e accademico italiano, comincia così il suo prezioso intervento. Il desiderio di essere ricordati, di rimanere impressi nella memoria scaturisce dalla volontà di “allontanare la morte, di sopravvivere nel modo migliore”. “La parola Gloria indica appunto la volontà di sopravvivenza.” continua Saverino conducendo una riflessione che passa in rassegna il concetto di Gloria facendo riferimento a basi religiose e letterarie e spingendosi a un’analisi delle realtà conflittuali che interessano il presente.
“Metterei la celebrità anche in relazione con il latino celeritas, velocità: si acquisisce sempre più in fretta.” Remo Bondei presenta un’altra sfumatura della gloria mettendola in stretto contatto con la tecnologia e fornendoci la chiave di lettura di una società basata sulla rapidità con cui si può acquisire notorietà (distinta dalla “gloria cum laude”) con un semplice click.
“Una vita spettacolare” il cui centro verte intorno al concetto di visibilità e alla messa in luce di sé; cercare di emergere dalla massa è diventato l’imperativo categorico. Avere tanti ‘likes’, ‘followers’ o ‘seguaci’ sui social è l’obiettivo, il lasciare il segno è rappresentato dalla quantità di apprezzamenti ricevuti sul web. Con un click si può dare forma alle proprie grida, alla propria voglia di affermarsi; sembra che la fama sia alla portata di tutti.
Ma si può quindi definire Gloria questo fenomeno legato alla velocità dei media? Cosa rimarrà dei migliaia di likes e degli apprezzamenti effimeri espressi sul web? E’ davvero questa la gloria a cui si aspira per tutta la vita? Forse sì, forse no, ma la voglia di affermare sé stessi e di attestare la propria presenza è innata: l’uomo, nella sua componente più fragile, ha bisogno di sentirsi apprezzato rispondendo a quel bisogno quasi istintivo di lasciare il proprio segno in un mondo immensamente più grande di lui.

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