Cultura

Golden Globes 2013: Ben Affleck spodesta il Re Spielberg

di Andrea Viola

 

Los Angeles, Beverly Hills Hotel: si è svolta la notte del 14 gennaio a partire dalle 22 (ora italiana, ovviamente) la cerimonia di assegnazione dei Golden Globes da parte dei giornalisti della stampa estera iscritti alla Hollywood Foreign Press Association.
Una 70^ edizione memorabile, non fosse altro che per alcuni interventi davvero inaspettati: una magnifica Jodie Foster, premiata con il Cecil B. DeMille Award, che finalmente parla in maniera deliziosa e scanzonata della propria omosessualità; o l’arrivo a sorpresa di Bill Clinton che ha voluto omaggiare il suo illustre predecessore alla Casa Bianca, Abraham Lincoln, la cui lotta per l’abolizione della schiavitù è il tema dell’ultimo film di Spielberg.

Ma la vera sorpresa arriva proprio qui: il superfavorito Lincoln di Spielberg, con le sue sette nomination, ha ceduto il passo a Ben Affleck e al suo Argo che, contro tutti i pronostici, spicca il volo intascandosi il premio per il miglior film drammatico e la miglior regia; uno smacco enorme per il re hollywoodiano ma una grande soddisfazione per Ben Affleck, specie se pensiamo all’esclusione del suo nome nella corsa agli Academy come miglior regista.
Il film di Spielberg non resta comunque a bocca asciutta e il premio come miglior attore in un film drammatico va di diritto a Daniel Day-Lewis, acclamato dalla critica di mezzo mondo per la sua splendida interpretazione, battendo l’altro favoritissimo a questi Golden Globes, Joaquin Phoenix di The Master, film incredibilmente a secco di riconoscimenti.
Anche il premio come miglior attrice femminile in un film drammatico non fa che confermare la tendenza che vuole i Golden Globes sempre più slegati da quelli che sono i pronostici degli Oscar: la talentuosa Jessica Chainstain è l’unica a tenere alto il nome della pellicola della Bigelow, Zero Dark Thirty; risultato comunque apprezzabile che, unito alla vittoria della promettente Jennifer Lawrence come attrice  protagonista della commedia Silver Linings Playbook, dimostra come si sia dato giusto rilievo anche ad una nuova generazione di interpreti di grande valore.
Conferme per Les Miserables che trionfa in tre categorie: grande soddisfazione per Anne Hathaway e Hugh Jackman, migliore attrice non protagonista e miglior attore protagonista per il film tratto dal famoso musical di Broadway che conquista inoltre il “globo” per la migliore commedia/musical.
Non si ferma nemmeno il ciclone Django Unchained che fa suo il Globe per la miglior sceneggiatura (con lo straordinario Christoph Waltz che si porta a casa, strameritatamente, il riconoscimento di miglior attore non protagonista) mentre, passando ai premi “musicali”, vittoria telefonatissima per Skyfall di Adele come miglior canzone originale dell’ultimo capitolo della saga di 007; Vita di Pi di Ang Lee esce invece a testa bassa, ottenendo però inaspettatamente il premio alla colonna sonora, firmata Mychael Danna.
E se ha stupito chiunque l’assenza di nomination per i protagonisti di Amour, il film di Haneke ottiene comunque il premio di miglior film straniero, in attesa di scoprire se le cinque nomination collezionate per gli Oscar regaleranno altre soddisfazioni al regista austriaco.
Il pranzo più celebre di Hollywood ha insomma emesso il suo verdetto anche quest’anno; ora non ci resta che attendere i risultati dell’ultima tappa di questa intensa Awards Season che culminerà il 24 di febbraio con la magica, attesissima, notte degli Oscar.

 

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