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#EuroInchiostro, Girone D, E e F: l’Italia la “sfanga”, occhio alla Croazia

Si chiudono le prime partite dei giorni di questi Europei di calcio, lasciandoci in dote non solo l’inaspettata vittoria dell’Italia, ma in generale partite più godibili ed equilibrate, e per questo combattutissime, tanto da assistere ad un paio di sanguinamenti.

 

GIRONE D

TURCHIA – CROAZIA 0 – 1 (Modrić)

Il povero Ćorluka al secondo cambio di turbante, intonato al colore della maglia: ma non era meglio una cerniera a sto punto?
Il povero Ćorluka al secondo cambio di turbante, intonato al colore della maglia: ma non era meglio una cerniera a ‘sto punto?

Sì sì, certo, il goal di Modrić è un colpo da maestro, un gran tiro di controbalzo da fuori area (anche se il portiere poteva fare di più) che decide una gara dominata dalla Croazia (che avevamo già definito come una squadra da tenere d’occhio assolutamente, grazie al giusto mix tra fisicità e talento) contro una comunque interessantissima Turchia, ma siamo onesti, non è stato questo l’evento che ci ha più colpito della partita: i nostri occhi erano tutti per Ćorluka, il difensore croato travestitosi da eroe. La sua personale “Odissea” comincia intorno alla mezz’ora, quando in un contrasto aereo con il turco Tosun ha la peggio, ferendosi alla testa e iniziando a sanguinare: fin qui niente di che, cose del genere succedono spesso nel calcio, e Ćorluka viene medicato con un “turbante” per fermare il sangue. Il problema è che quella stessa ferita si riaprirà per altre due volte nel corso della gara, con altrettanti cambi di fasciatura: nonostante il dolore e i medici che spingevano per la sostituzione, l’eroico Ćorluka non abbandonerà il campo, lottando fino all’ultimo secondo contro l’arcigna e fisica Turchia, che deve ringraziare la traversa (colpita per ben tre volte dai croati) se il risultato non è stato più rotondo.
Degna di nota è anche l’incredibile invasione di campo di un tifoso croato che, per ringraziare Modrić per il suo stupendo goal, corre ad abbracciare i giocatori festanti e dà un bacio al marcatore. Tutto ciò, lo ricordiamo, sotto la strettissima vigilanza delle forze dell’ordine francesi, che dovrebbero vigilare per il pericolo ISIS: good job!

 

SPAGNA – REPUBBLICA CECA 1 – 0 (Piqué)

Palla piena

Chi non ha mai seguito il calcio fino a questo Europeo non potrà mai credere che fino a qualche anno fa la Spagna era una macchina da goal impossibile da fermare: quella che si è vista contro la difensiva Repubblica Ceca, pur essendo nettamente migliore dell’imbarazzante Nazionale presentatasi allo scorso Mondiale in Brasile, è ancora una pallida imitazione dell’imbattibile squadra in grado di vincere gli Europei 2008 e 2012 e il Mondiale 2010 (filotto mai compiuto da nessun altro). Sono comunque loro a fare la partita, spingendo moltissimo e con Morata che, preso dalla foga della gara, nel dubbio entra in scivolata anche sul guardalinee. I cechi invece devono sicuramente ringraziare quel fenomeno intrambontabile di Petr Čech, portierone che tiene a galla i suoi sotto i bombardamenti spagnoli. Dovrebbero invece ringraziare meno, diciamo così, la propria difesa, che nell’azione del goal spagnolo decide di giocare a “Un, due, tre, stella!”, rimanendo incredibilmente piantata e annullando tutti i miracoli compiuti da Čech in 87 minuti.

 

GIRONE E

IRLANDA – SVEZIA 1 – 1 (Hoolahan, Clark aut.)

Zlatan Ibrahimović, "Io sono leggenda" (sì, l'ha detto davvero. E più di una volta)
Zlatan Ibrahimović, “Io sono leggenda” (sì, l’ha detto davvero. E più di una volta)

Siamo quasi arrivati alla partita che più ci interessa di questa parte del tabellone del torneo, ma prima ci sono i prossimi avversari degli Azzurri. Irlanda – Svezia è una “partita a doppio taglio”: da un lato viene ridimensionata la Svezia di Ibrahimović, squadra che come unica idea di gioco sembra avere “Oh, passatela a Ibra, che lui sa fare robe e ci pensa lui” (cosa che ha in parte funzionato, visto che il suo cross in area era talmente bello che l’irlandese Clark non si è sentito di rovinarlo, correggendolo lui stesso in autogol); dall’altro l’Irlanda, “agnello sacrificale” del Girone (insieme probabilmente all’Italia) si è rivelata una Squadra con la “S” maiuscola. Nessun fenomeno tra i loro uomini, ma un gioco di squadra in grado di colmare questo gap e che permette loro di incatenare gli uomini di Ibra per gran parte della partita, venendo fermati solo dalla stanchezza nella seconda parte di gara. Tutto ciò rende gli irlandesi i veri avversari da temere nel nostro girone, visto il loro stile di gioco molto vicino al nostro.

 

BELGIO – ITALIA 0 – 2 (Giaccherini, Pellè)

Il goal italiano era talmente inaspettato che, in preda all'esultanza, Zaza ha colpito al volto Conte, facendolo sanguinare
Il goal italiano era talmente inaspettato che, in preda all’esultanza, Zaza ha colpito al volto Conte, facendolo sanguinare

C’è chi ha parlato di sfangata del secolo, chi di capolavoro tattico di Conte, chi di un Belgio più sopravvalutato dell’Invencible Armada del ‘500: sono tutte interpretazioni giustissime. Il Belgio, esattamente come agli scorsi Mondiali, ha dimostrato di essere un insieme di figurine più che una squadra vera e propria, imbrigliata dal ritorno (finalmente!) di un sano catenaccio all’italiana, tutto difesa rocciosa, con un Bonucci in versione fusione di Dragon Ball tra Cannavaro e Pirlo, e ripartenze veloci: l’unico tipo di calcio che sappiamo fare, e cavolo se lo facciamo bene!
Poi sì, c’è anche spazio per la sfangata, perché il Belgio dei fenomeni Hazard, De Bruyne e Carrasco (anche se i primi due sono sembrati più i loro cugini scarsi. Tanto scarsi) era strafavorito, tanto che alla vigilia aveva pubblicato un manifesto di sfottò, con i giocatori belgi truccati in stile guerrieri indiani e la frase «Gli italiani parlano con le mani, noi con i piedi»: evidentemente non hanno imparato nulla dalle prese in giro tedesche degli scorsi tornei e il karma, sottoforma di “Giaccherinho” e Pellè, li ha puniti. Ora però attenzione a non farsi prendere da facili entusiasmi e non montarci la testa: nel 2014, dopo aver sconfitto l’Inghilterra nella prima partita del girone al Mondiale, ci sentivamo una squadra fortissima, in grado di dire la sua. Talmente forti da essere tornati in aeroporto prima ancora di arrivare alla fase ad eliminazione diretta: uomo avvisato…

 

GIRONE F

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Palla piena, pt. II

AUSTRIA – UNGHERIA 0 – 2 (Szlai, Stieber)

Diciamolo chiaro e tondo: il Girone F non brilla certo per talento, anzi. Una qualsiasi di queste squadre in uno qualsiasi degli altri gironi sarebbe a fortissimo rischio eliminazione. Detto questo, stupisce di certo il risultato di questo “derby imperiale”, come è stato rinominato su Internet. È anche in questo caso, con le dovute proporzioni, la vittoria del gioco di squadra rispetto alla forza dei singoli (uno su tutti, Alaba dell’Austria, uno dei pochi a far sobbalzare gli avversari). Se ci aggiungiamo poi che uno dei difensori portanti dell’Austria, Dragović, si fa espellere per doppia ammonizione (anche se forse è più il primo fallo, riproposto nell’immagine, a stupire per “ignoranza”) subito dopo il primo goal subito, allora la frittata è fatta. Szlai e Stieber non solo regalano l’inaspettata testa solitaria del Girone, ma anche una gran vittoria al portiere “in pigiama” Király, che festeggia nel modo migliore il record di giocatore più vecchio ad aver disputato un Europeo (40 anni e 74 giorni).

 

PORTOGALLO – ISLANDA 1 – 1 (Nani, Bjarnason)

A sinistra, Bjarnason si coordina per il tiro; a destra, Vieirinha... non lo so, ma qualsiasi cosa sia, la sta facendo male
A sinistra, Bjarnason si coordina per il tiro; a destra, Vieirinha… non lo so, ma qualsiasi cosa sia, la sta facendo male

Se Ibrahimović ha solo in parte deluso nella gara d’esordio della Svezia (non ditelo a lui però!), non è certo da meno l’altra superstar di questi Europei: Cristiano Ronaldo non riesce ad incidere contro la piccola Islanda, all’esordio assoluto sul palcoscenico internazionale, ma anzi si divora anche un paio di occasioni che, diciamocelo, un CR in piena forma avrebbe capitalizzato mentre firmava autografi ad occhi chiusi. La colpa della sconfitta non è però certo sua, quanto del suo compagno di squadra Vieirinha: il giocatore salta comicamente a vuoto e si perde Bjarnason, che può comodamente pareggiare i conti con Nani (quello del portoghese è, tra l’altro, il 600° goal segnato nella fase finale degli Europei). Inutile l’assalto finale in cui praticamente mezza squadra tenta di bucare la rete di Halldórsson: è anzi l’Islanda forse ad andare più vicina ad una vittoria che sarebbe stata una sorpresa persino in questo “atipico” Europeo.
Falsa partenza quindi per il Portogallo che, in un girone così “strano”, potrebbe causare loro qualche problema.

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