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#EuroInchiostro: come non vincere un Europeo

Il caldo vi opprime? Le zanzare non vi danno pace? La sessione estiva vi sta facendo scoprire nuovi significati della parola “sofferenza”? E allora cosa c’è di meglio di una bella finale di un torneo di calcio buttata clamorosamente nel cesso dalla squadra favorita che giocava pure in casa? Magari con ghiaccio?

INGREDIENTI

– un Europeo dall’alto contenuto di sorprese, ma dal livello tecnico del torneo di calcio di un villaggio turistico

– la squadra di casa, strafavorita, che per brevità chiameremo Francia

– la squadra ospite, che chiameremo Portogallo, giunta in finale senza capire che sport si stesse praticando

– birra e amici q.b.

PROCEDIMENTO

"Poopopopo no niente"
“Poopopopo no niente”

Prendete la Francia e infarcitela di talenti: Pogba, Griezmann, Kanté, tutti nomi di spessore. Essendo però questa una ricetta di Deschamps, che più che uno chef è il tizio che frigge le patatine in un fast food, colate via un gioco coerente e una manovra veloce, rendendola prevedibile e basando le partite su “Date palla a Griezmann, che quello è veloce e ha un piede della Madonna, al resto pensa lui che io non c’ho voglia di studiarmi tattiche”. Schierate quindi rigorosamente fuori ruolo Pogba, limitando la sua pericolosità e forza del 70%, un po’ come mettere Messi portiere.
Fatto questo, assegnate alla Francia, come da tradizione per le squadre di casa, un cammino europeo equiparabile allo scivolo di un acquapark, in cui il più grande pericolo è rappresentato dalla noia e dal rischio di montarsi la testa, soprattutto se in semifinale viene eliminata la squadra Campione del Mondo (e infatti…).

Nel frattempo preparate a parte il Portogallo, composta da un solo campione (Cristiano Ronaldo) e da una serie di giocatori che si pensava fossero finiti a spacciare per i vicoli di Lisbona, tipo Quaresma e Nani. Fatela diventare la squadra zimbello di questo Europeo, facendola arrivare terza in un girone composto da Ungheria, Islanda, Austria e Gardaland, passando come migliore terza avendo ottenuto solo pareggi. Per mantenere la tradizione, fatela avanzare nella fase ad eliminazione diretta facendole eliminare la promessa Croazia (devo ancora capire come sia successo, ma penso anche i giocatori portoghesi) col primo tiro in porta al 116′ (più che calcio-champagne, calcio-Crodino) e in generale facendola vincere una sola volta nei 90 minuti: contro il Galles, ultima favola degli Europei.

Cristiano Ronaldo, in preda ai dolori al ginocchio, a colloquio col Grillo Parlante
Cristiano Ronaldo, in preda ai dolori al ginocchio, a colloquio col Grillo Parlante

A questo punto unite i due ingredienti: da un lato la squadra di casa, che scende in campo con un atteggiamento da “Abbiamo già vinto, specchiamoci per tutto il tempo”, dall’altro il team ospite, privato tra l’altro del suo unico talento intorno al 20′, quando Payet decide di abbassare ulteriormente il tasso tecnico della partita. Assisterete ad una partita di una noia rara, con una Francia irriconoscibile, senza spunti, senza idee, piantata sulle gambe, mentre il Portogallo, inizialmente intimorito ed abbattuto dall’uscita immediata di CR7 (le finali contro la Francia rimangono una maledizione se ti chiami “Ronaldo”), ma che alla lunga inizia a crederci, vista anche la mollezza francese.
Dopo l’ennesima partita trascinata ai supplementari (probabilmente un record), la squadra ospite uscirà allo scoperto, rivelandosi più concreta e veloce di quella di casa, in cui Griezmann non può fare tutto da solo, la punta schierata gioca nel campionato messicano (!) e Pogba è praticamente ultimo uomo (utile, se la tua arma migliore sono corsa e tiro da fuori). Quando i rigori sembrano ormai l’unica cosa in grado di porre fine a questa lenta agonia, ecco che un certo Éder (no, non farò battute sull’omonimia) decide di far partire un tiro del tutto casuale e velleitario: Lloris, che probabilmente stava ancora pensando a come avrebbe festeggiato la vittoria, si tuffa un paio di giorni dopo, ed ecco che il Portogallo incredibilmente vince l’Europeo. O meglio, lo perde la Francia: da oggi, se cercherete la definizione di “sfangata” sul dizionario, ci sarà una foto di Éder che vi sorride coi pollici alzati.

Da servire con birra, abbondante anti-zanzare e possibilmente in compagnia, per evitare di cambiare sulla replica di Buona Domenica del ’99 dalla noia.

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