Attualità

“CompleXity” by TEDxPavia 2021

Cos’è il TED?

TED, acronimo di Technology Entertainment Design, è il nome di un’iniziativa nata nel 1984 nella Silicon Valley (San Francisco Bay Are, California, USA). Fondata dai designers Richard Saul Wurman e Harry Marks, aveva lo scopo di informare annualmente sulle novità in ambito di tecnologia e design. Evolutosi nel tempo, oggi il progetto è gestito dalla fondazione no profit The Sapling Foundation, ed è molto più articolato. Una di serie di conferenze, denominate TED Talks, sono ancora organizzate annualmente in diverse parti del mondo, con partecipazione limitata, ma possibilità di seguire gli interventi anche in diretta streaming. Inoltre, esistono un sito web e un’app ufficiali su cui poter visualizzare i video dei talks, che coprono un’ampia moltitudine di tematiche sociali, culturali, economiche e politiche, accomunate dalla coerenza alla missione del TED, riassunta nel payoff “ideas worth spreading“, ovvero “idee che val la pena diffondere”.

TED
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Tra le novità introdotte, nel 2014 troviamo anche i TEDx, conferenze organizzate in maniera indipendente, ma secondo il modello e in base ai requisiti di TED, che deve autorizzare l’idoneità.

TEDxPavia

TEDxPavia è quest’anno alla sua III edizione. Come è possibile leggere sul loro sito, si propone come “un evento di comunicazione e di divulgazione culturale il cui scopo principale è stimolare riflessioni, aprire la mente, ispirare e condividere idee di valore.” Per scoprire quali argomenti hanno interessato le edizioni passate, ed essere sempre aggiornati sugli eventi occasionali e le nuove date annuali, è possibile seguirli sui principali social:

L’evento ha avuto luogo sabato 22 Maggio tra alcune delle più belle aule dell’Università di Pavia e il palco dello storico Teatro Fraschini, ed è stato trasmesso in diretta streaming accessibile da app o dal sito ufficiale.

TED
TEDxPavia

“CompleXity”

Complessità è una parola scomoda, che ti costringe a spostare i pensieri

Stefano Andreoli

Con queste parole ha esordito Stefano Andreoli, conduttore di TEDxPavia 2021, il cui tema portante è stato la complessità, “CompleXity. Nonostante oggi vada di moda il minimal e si ricerchi la semplicità, è la complessità che caratterizza il nostro momento storico e ha orientato l’intera progettazione dell’evento, ispirato al concetto di complessità in qualità di sistema composto da più elementi, tutti importanti e interconnessi, seppur soggetti a vincoli e ognuno avente una propria individualità. Infatti, gli argomenti trattati dai sette relatori si collocano entro ambiti di studio differenti, ma ognuno di essi è parte integrante del mondo in cui viviamo.

La prima a prendere la parola è stata la Dott.ssa Anna Maria Mandalari, che ha aperto gli occhi su una realtà che spaventa, in parte perché non ne sappiamo abbastanza, in parte perché quel poco che sappiamo ci mette a disagio. Si tratta dell’elusione delle regole della privacy da parte dei dispositivi IoT (Internet of Things), ovvero gli oggetti connessi alla rete Internet, che contribuiscono all’evoluzione delle case domotiche non più futuristiche e ipotetiche. Gli studi a cui la Dott.ssa Mandalari ha lavorato con vari gruppi di ricerca hanno dimostrato che il traffico generato è molto più denso di quanto ci aspettiamo e può portare a una precisissima profilazione della persona, consentendo ai proprietari dei dati di sapere quando ci assentiamo da casa e cosa facciamo al nostro ritorno, nonché quando e come lo facciamo. Per ovviare al problema e riprendere parte del controllo dei dati registrati dai dispositivi – che andrebbero sempre scollegati da Internet quando non necessari – la Dott.ssa Mandalari e il suo team stanno lavorando all’Imperial College di Londra alla creazione di IoTrimmer. L’app consentirà di limitare la condivisione di dati e. con l’aumento della presenza dei dispositivi IoT, sarà sicuramente uno strumento utile per semplificare i sistemi di sicurezza, oggi ancora oscuri.

I talks seguenti hanno spostato il focus dai computer tecnologici a quello che a volte è definito “il computer umano”: il nostro cervello. La Prof.ssa Giuliana Mazzoni ha esposto il funzionamento del nostro sistema cognitivo, riprendendo le teorie proposte dal Prof. Daniel Kahneman nel celebre libro Pensieri lenti e veloci (2011). Il presupposto è che l’essere umano si affidi a due tipi di pensiero denominati Sistema 1 e Sistema 2, in base alla complessità della situazione. In particolare, il S2 – analitico, sistematico e intenzionale – si attiva quando le decisioni da prendere sono cruciali, mentre il S1 – più istantaneo, intuitivo – è responsabile delle scelte che prendiamo inconsapevolmente. Quest’ultimo, inoltre, è strettamente legato alle illusioni di memoria, connesse alla condizione umana del realismo ingenuo. L’illusione consiste nella nostra convinzione che i ricordi possano essere nitidi e accurati, mentre in verità ciò non accade mai. Ciò accade in risposta alla necessità di dare senso a ciò che ci circonda, ma crea problemi in alcune situazioni, come ad esempio in caso di testimonianza. Perciò, è importante essere consapevoli degli inganni della nostra mente, che, fuori dalla nostra volontà, trae in errore anche noi stessi.

Il funzionamento del cervello è stato oggetto anche del discorso del Prof. Egidio D’Angelo, grazie al quale è stato possibile esplorare l’attivazione delle aree della mente in relazione a modelli che hanno l’obiettivo di renderne più efficace lo studio. Il progetto presentato dal Professore, NoHub, consentirà di condividere le scoperte e collaborare per lo sviluppo dei modelli neurologici che siano applicabili in campo biomedico e tecnologico.

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Gerd Altmann da Pixabay

L’atmosfera si è fatta più leggera con l’intervento dei 40Fingers, un quartetto di chitarre acustiche attivo dal 2017 e composto da Matteo Brenci, Emanuele Grafitti, Andrea Vittori e Marco Steffè. Il gruppo ha giocato sui concetti di complessità e semplicità, spiegando in breve l’origine dei loro arrangiamenti musicali, per poi coinvolgere direttamente con la loro musica. Dalla cover di Africa dei Toto, al medley Disney, fino alla versione acustica di Bohemian Rhapsody dei Queen, riportando finalmente energia sul palco del Fraschini.

Sempre l’energia è stata il fulcro del talk della Prof.ssa Giulia Grancini, che ha accompagnato il pubblico alla scoperta di una nuova forma di energia, liquida e sostenibile. Per anni abbiamo agito come se le risorse del pianeta fossero illimitate, ma ormai è chiaro che non sia più così. Dal 1950 ad oggi c’è stato un +550% di consumo energetico e sarà sempre maggiore, ma la domanda non è proporzionale all’offerta. Solo in Italia, il Giorno del debito ecologico (Overshoot Day) quest’anno è stato indicato il 13 maggio, in anticipo rispetto al 2020. Per fortuna, però, l’innovazione non si ferma di fronte alle difficoltà. Ispirandosi all’energia solare, considerata tra le fonti energetiche rinnovabili più virtuose, i nostri ricercatori stanno lavorando all’Università di Pavia alla perovskite, un minerale con cui si possono realizzare celle solari ibride con un maggior rendimento e una riduzione dei costi. Inoltre, la sua flessibilità e semi-trasparenza, la rende un’ottima alternativa a elementi infrastrutturali fondamentali, come le facciate degli edifici, senza comprometterne l’estetica. Abbiamo, forse, tra le mani una delle soluzioni che ci consentiranno di salvare il pianeta?

La stessa domanda se l’è posta anche il Prof. Fabio Santoni, che oltrepassa i limiti dello spazio, proprio in virtù del fatto che, al contrario di quanto pensiamo, l’universo non è infinito, o almeno non lo è il suo sfruttamento possibile. Al contempo, però, nel piccolo spazio di 1L, è possibile creare un laboratorio spaziale per esperimenti di coltivazione in orbita. Per una pianta, si tratta di un ambiente artificiale, ma GreenCube ha l’obiettivo di far crescere delle microverdure all’interno di una nanoserra spaziale automatizzata, che potrebbe stravolgere le ipotesi sul futuro. «La complessità è senz’altro nella realtà, ma spesso è il nostro modo di interpretarla» che limita lo sviluppo della tecnologia, limita il progresso e l’innovazione.

Su questo concetto si sofferma in qualche modo anche dal Prof. Alessio De Santa, che ha raccontato l’evoluzione dell’uomo attraverso le storie. Da quando è stato notato che i racconti accompagnano la nostra specie da sempre, il termine storytelling è stato molte volte abusato; il Prof. De Santa ha voluto fare chiarezza. A cosa ci servono le storie? Sono uno strumento evoluzionistico, di generazione e condivisione del senso: non servono solo a dare un significato alla realtà, ma anche e soprattutto a condividerla. Infatti, siamo gli unici animali in grado di condividere significati complessi e tramandarli ad altri della nostra specie. In ultimo, le storie possono essere anche uno strumento decisionale, con vantaggi e svantaggi. Il cervello umano, infatti, non sa distinguere il vero e il verosimile, perciò per la nostra mente qualsiasi storia ha il medesimo valore in termini cognitivi. Dunque, cosa è la realtà, se non conosciamo con certezza cosa sia la verità?

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John Hain da Pixabay

Quest’ultima domanda è la più complessa e, forse, non troverà nemmeno una risposta, ma nel frattempo, in tutto il mondo, gli studi e le ricerche volte a scoprire di più su ciò che ci circonda sono milioni, e ogni scoperta è una conquista. Non resta nient’altro che attendere i prossimi TEDx visualizzando i talks passati, cercando di trarre il massimo dal nostro presente.

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