Scienza

Attenzione alla botte piccola

di Daniele Pane Mantione

 

Esiste un proverbio “nella botte piccola c’è il vino buono”, possiamo ora proseguire dicendo che nella botte “nano” il vino è ancora più buono, è forse il riassunto del Nanotox Day, trascorso lo scorso 8 ottobre a Pavia.
Il nostro ateneo attento alla ricerca nanotecnologica con gemellaggi di lusso come la fondazione Maugeri e l’accademia delle scienze russa, ha ospitato il primo Nanotox Day, un’intera giornata incentrata soprattutto in nano-medicina con i rispettivi aspetti positivi e negativi. Presenti al congresso le più alte cariche in materia, ad esempio Leonardo Santi, presidente del comitato nazionale di biosicurezza e biotecnologie, Enrico Sabbioni presidente italiano di nanotossicologia; il tutto presentato dal nostro magnifico rettore Angiolino Stella.
Il termine “nanotecnologia” fu utilizzato per la prima volta nel 1959 dal Premio Nobel Richard Feynman che la definì una nuova scienza che si occupa di strutture di dimensioni inferiori a 100 nanometri (cioè la millesima parte di un vostro capello). Questa tecnologia è la protagonista principale dello sviluppo nella pratica medica, al punto che è stato recentemente introdotto il concetto di “nanomedicina”, definita come la parte di medicina che si occupa dell’uso clinico delle nanotecnologie. Queste tecniche permettono maggiore efficienza del farmaco che agiranno solo dove richiesto, senza colpire il resto dell’organismo sano. L’emergere dell’industria nanotecnologica costituisce un enorme potenziale per la futura crescita economica e scientifica della nostra comunità, ma i rischi che essa comporta sulla salute umana e sull’ambiente che ci circonda, non sono ancora completamente conosciuti e documentati. L’interazione di questi nanomateriali con l’ambiente e con l’uomo, ha suscitato sia curiosità che preoccupazioni nella comunità scientifica. E’ nata quindi la “nanotossicologia”, una nuova disciplina che si occupa dello studio delle interazioni di queste nanostrutture con i sistemi biologici.
L’esposizione della popolazione alle nanostrutture può essere causata da processi naturali (incendi, terremoti ed esplosioni vulcaniche), da derivanti dall’inquinamento atmosferico oppure da applicazioni biomediche, terapeutiche o cosmetiche.
I primi studi di nanotossicologia sono stati focalizzati sulle famose polveri sottili prodotte non intenzionalmente, da questi studi è emerso un importante legame tra mortalità e quantità di sostanze prodotte dagli scarichi di automobili e da altre fonti di inquinamento cittadino. Inoltre la nanotecnologia è la base portante della ricerca per lo sviluppo in svariati campi domestici come: vestiti auto lavanti o cellulari collocati sottopelle. Tutto questo non è fantascienza, ma realtà. La nanotecnologia è già in uso.
La somministrazione di medicine attraverso nanoperticelle è in uso da molto tempo, ad esempio il cerotto che contiene nicotina per aiutare a smettere di fumare. Si stanno producendo vestiti con prese simili a USB che raccogliendo l’energia della nostra sana camminata la sfruttano per ricaricare il nostro i-Pod.
Alcuni anni fa, fu svelato il parabrezza autopulente e la stessa tecnologia è adesso utilizzata per i costumi da bagno e altri capi. Non si riesca a capire bene perché volgiamo un costume che rimane asciutto mentre siamo tutti bagnati, ma per 50$ può essere tuo. Uno dei lati negativi della nanotecnologia, oltre a danni biologici, è l’utilizzo della stessa per scopi bellici. La maggior parte delle risorse spese in ricerca e sviluppo vanno, purtroppo, al settore militare. È così che abbiamo avuto il GPS e mille altre applicazioni che utilizziamo ogni giorno. Si è parlato anche di una schiera di soldatini-robot (tema discusso dal Nanotech Ethics Group per molto tempo) i quali sarebbero disegnati per auto replicarsi e auto distruggersi; ma è proprio questo progetto che potrebbe essere la chiave per un’energia veramente sostenibile, l’introduzione di materiali veramente biodegradabili, perche capaci di auto consumarsi.
Come tutte le scienze che nascono la nano-scienza incontrerà il bene e il male ma come la vita di ognuno di noi, starà nel nostro buon senso scegliere la strada più opportuna, ricordando che:
“La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.”
A. Einstein

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