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Arrivano le Finali di conference!

Si passa alle finali di conference! Ad un passo dalle Finals in cui si competerà per l’anello. Ora le 8 squadre che erano approdate ai quarti sono state scremate fino a 4: ad ovest troveremo ad affrontarsi Houston e Golden State, mentre ad est Boston proverà a fermare l’egemonia del Re di Cleveland.

Gli Warriors commettono un solo passo falso, concedendo gara 3 alla furia di un Davis da 33 punti e 18 rimbalzi e un Rondo che si dimostra una delle poche autentiche point-guard ancora in circolazione, smistando ben 21 assist. Curry e compagni non sono in serata e lo dimostrano i numeri: chiuderanno con solo il 38% dal campo, e anche Thompson ha bisogno di prendere moltissimi tiri per mettere a referto quei 26 punti. Ma la carica di New Orleans dura poco. Già in gara 4 Golden State si impone con una difesa ritornata solida e i 38 punti di Durant, che portano la serie sul 3-1. Poi in gara 5 il team della Baia fa di nuovo la voce grossa e chiude la pratica “Pelicans” con uno spettacolare terzo quarto che annienta qualsiasi speranza per Davis e compagni, 75 punti combinati a fine partita tra Curry, Thompson e Durant e la serie archiviata per 4-1.

I Rockets giocano più o meno allo stesso gioco: dopo aver riportato la serie in parità sull’1-1 la settimana scorsa, ingranano le marce alte e tirano dritto. In gara 3 piazzano 70 punti di squadra nella sola prima metà di partita toccando addirittura un vantaggio massimo di 38 lunghezze sui Jazz, che si lasciano condizionare dalla pessima serata di Mitchell (parte con 1/11 al tiro e chiuderà con soli 10 punti). Gara 4 si gioca il giorno del compleanno di Chris Paul che si regala una prestazione sbalorditiva da 27 punti e 12 rimbalzi, portando la serie sul 3-1 per Houston. In gara 5 i Rockets si mettono alle spalle i quarti di finale grazie a un CP3 letteralmente “on fire”: 41 punti e 10 assist per lui. Non serve a niente la rimonta di Utah nel terzo quarto, perché Mitchell deve uscire subito dopo per infortunio e bloccati in panchina ci sono già Exum e Rubio. Senza almeno uno dei 3 registi in campo Utah è allo sbando ed è costretta a tornare a casa.

Cleveland invece si approccia diversamente alla serie, perché non sembra voler centellinare le energie in vista delle serie successive, anzi: LeBron sembra aver innestato la 6^ senza un secondo di riposo. Dopo gli spettacoli messi in campo nelle prime 2 partite della serie, il Re si ripete e mette a referto 38 punti in gara 3, compresi di tiro quasi allo scadere per mandare la serie sul 3-0 per l’armata dell’Ohio. In gara 4 si “accontenta” di 29 punti e 11 rimbalzi, impegnandosi più ad allenare i compagni, trovandogli ottimi passaggi e mettendoli in ritmo per tirare, che fare tutto da solo. I Raptors devono quindi rincasare con un pesante 4-0 che fa molto rumore, perché proprio questi Raptors erano stati costruiti ed ideati per annientare la supremazia di Cleveland.

Boston comincia la settimana portando, per un pelo, la serie sul 3-0. Belinelli, infatti, trova un canestro dal coefficiente di difficoltà altissimo per mandare il match al tempo supplementare, in cui però gli errori di Simmons pesano troppo rispetto al gioco fluido e perfetto dei Celtics messo in atto soprattutto da Horford. Ma Philly non si arrende e risponde subito dopo con la partita che riapre un minimo la serie portandola sul 3-1. TJ McConnell è il vero regista in collaborazione con Saric, e il risultato finale gli dà ragione nonostante Simmons non sia ancora incisivo e fatichi ancora a lasciare la sua impronta sulla partita. Ma la fatica di Saric e compagni è da cestinare in gara 5 quando Boston decide di archiviare la serie. È una partita sul filo del rasoio dal primo all’ultimo minuto, ed è proprio questo a penalizzare i Sixers: nei momenti salienti e più importanti non sanno gestire lo stress e si perdono, lasciando carta bianca all’attacco dei Celtics che imperversa e li rimanda a casa. Anche l’uscita di scena di Philadelphia fa un certo effetto, perché proprio quel “Process” in cui ci si era tanto impegnati sin da inizio stagione, non ha poi lasciato il segno come sperato: la versione playoff di Simmons neanche si avvicinava all’ombra del rookie strepitoso che era in lista per il titolo di matricola dell’anno e la prepotenza di Embiid non ha mai fatto capolino in campo da quando i Sixers hanno messo piede nei playoff.

Così, mentre il futuro dei Raptors è completamente ignoto in fatto di nuovi acquisti e cessioni, quello di Philadelphia sembra invece orientato all’aggiunta di ulteriori talenti al roster che già così avrebbe potuto far faville ai playoff (se solo ci fosse stata una mentalità diversa).

Ora alle Finali di Conference troveremo quindi a scontrarsi Boston e Cleveland ad est, mentre ad ovest la sfida sarà tra Houston e Golden State. Ne vedremo veramente delle belle, quindi restate sintonizzati sulle frequenze di Inchiostro per tutti gli aggiornamenti dai playoff Nba!

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