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Wolves ai Playoff in volata!

Ed eccoci qua, 82 partite giocate e siamo solo all’inizio. Sì, perché qui è dove comincia lo spettacolo, dove i perdenti battono i vincenti, dove può accadere di tutto. “Where amazing happens” recita il motto dei playoff Nba, anche se, dobbiamo ammetterlo, il finale di questa stagione meriterebbe un Oscar, se solo i giocatori fossero attori: Philadelphia, la città sfortunata per antonomasia nel mondo della pallacanestro d’oltreoceano, approda ai playoff nelle migliori delle condizioni possibili, con un roster di giovani pieni di talento e voglia di vincere e con alle spalle una striscia di 16 vittorie consecutive (record di franchigia). Toronto, con la vittoria intascata contro i Pacers, cementa definitivamente uno storico primo posto ad Est, mentre Westbrook chiude la sua personale stagione con la tripla doppia di media. L’unico nella storia Nba ad aver segnato nel palmarès 2 stagioni chiuse con tripla doppia di media. Ah, ovviamente consecutive. Ma il vero spettacolo, degno di un classico film americano in cui si vince all’ultimo secondo, è quello messo in campo da Minnesota e Nuggets, che si sono contese l’accesso ai playoff scontrandosi l’ultimo giorno di Regular Season.

Credo però valga comunque la pena dedicare uno spazio alla settimana dei 76ers, che inizia con nientepopodimeno che la vittoria sudata contro i Cavaliers del Re. Lebron mette in scena il suo solito show da protagonista assoluto firmando l’ennesima tripla doppia (questa volta da 44 punti), ma non basta quando il gruppo non è concentrato e la difesa fa acqua da tutte le parti. Soprattutto se dall’altra parte c’è un Simmons che piazza anche lui una tripla doppia da 27 punti e un Belinelli da 23 punti. Fondamentale è proprio Belinelli che nel terzo quarto fa segnare un bel parziale che stacca i Sixers, anche se nel finale LeBron lo annienta riportando Cleveland quasi in parità. Negli ultimi secondi, poi, James segna il tiro libero per il pareggio e sbaglia di proposito il secondo tentativo per cercare un tap-in di Nance Jr., che però non arriva. Contro i Mavs, Philadelphia gioca praticamente solo tre quarti, finché Dallas non finisce il carburante. Gli uomini di coach Brown faticano all’inizio a causa di uno Smith Jr. caldissimo, ma da poco prima dell’intervallo lungo Simmons decide di scalare le marce e i compagni lo seguono, entra poi il Beli e Reddick comincia a prendere ritmo da oltre l’arco, e il gioco è fatto. La sfida contro Atlanta si dimostra leggermente più ostica del previsto, causa assenza del leader Simmons per influenza e l’uscita di Saric nel secondo quarto per un colpo al volto. L’attacco di Philadelphia, senza un vero regista, funziona solo a momenti e la difesa concede troppo. Ma il parziale piazzato da Belinelli nel terzo quarto ed i canestri di Ilyasova nel finale tengono comodamente dietro gli Hawks fino alla sirena. L’ultima partita di stagione non conta tanto a livello di classifica (i piazzamenti per i playoff sono già decretati) quanto piuttosto a livello emotivo: contro i Bucks i Sixers si possono permettere di dare molti minuti alle riserve, per prepararle in ogni caso ad un possibile utilizzo in chiave playoff, e Fultz può sfruttare il match come campo di addestramento post-rientro. È proprio Fultz che si rende protagonista della sfida mettendo a referto una tripla doppia storica: è il più giovane nella storia Nba a segnarla nel proprio palmarès.

Passiamo ora alle rocambolesche avventure di Minnesota e Denver nella volata per l’accesso ai playoff. Le due, infatti, arrivano a pochissimi giorni dalla fine della Regular Season con lo stesso record di vinte-perse. Minnesota potrebbe intascarsi il pass di accesso con la vittoria sui Lakers. La W a referto è decisamente sudata e guadagnata: per i primi 24’ sembrano esserci solo Losangelini in campo, con Harris e Randle che si battono a suon di canestri, ma dal rientro dall’intervallo lungo i Wolves tornano in campo con una mentalità da guerrieri e Butler e Crawford a fare da trascinatori. I Nuggets rispondono con la vittoria contro i Clippers che sono così ufficialmente fuori dai playoff dopo un’annata che definire deludente sarebbe un eufemismo. Barton parte subito caldissimo e mette subito in chiaro le gerarchie, mentre la difesa degli altri Losangelini fa acqua da tutte le parti. Ma il vero trascinatore di Denver è Jokic, ormai si sa. Piazza infatti una tripla doppia di forza e guida i suoi alla W a referto. “0-0 e palla al centro”, direbbero gli appassionati di calcio, e ora la palla passa a Minnesota, che non senza difficoltà riesce a segnare un’altra W a referto contro i Grizzlies. I Wolves, come ormai ci hanno abituati, partono malissimo. Scarsa concentrazione e una difesa decisamente rivedibile sono solo alcuni dei problemi nei primi 24’. Tornati dall’intervallo lungo, Butler e compagni cambiano atteggiamento e mettono in campo un agonismo degno della causa per cui si battono (i playoff) e trascinati da un Towns che sotto canestro fa quello che vuole, si intascano la vittoria. Tocca ai Nuggets dimostrare di potersi ancora battere per il pass d’accesso e Denver risponde con una faticosissima vittoria contro Portland. Jokic mette in scena una tripla doppia da 20 rimbalzi, ma quello che fa in campo è molto di più: vede il gioco come un vero regista e sa gestire i compagni come un vero leader. Nonostante ciò i Nuggets soffrono per gran parte del match, fino alla remuntada e al sorpasso nel terzo quarto capitanati sempre da Jokic e Harris. Ma Portland resta lì e nei secondi finali si gioca ai falli. Denver ha la meglio grazie a un 2/2 dalla lunetta di Harris e un recupero su McCollum sempre del giovane.

Ed è così che si arriva allo scontro finale. Il tutto per tutto: chi vince accede ai playoff, che perde li guarderà in televisione. Il match parte subito con le marce alte e vede contrapporsi Butler e Harris contro Bartone e Murray. Lo scontro è praticamente alla pari e si torna negli spogliatoi per il riposo lungo in parità. La partita è ad alto punteggio ma non dobbiamo stupirci, perché in campo abbiamo due difese che ci hanno abituato ad un basso tasso di concentrazione su questo fronte. Al ritorno dall’intervallo la sfida procede sul ciglio del burrone fino agli atti (quasi) finali quando Jokic e Murray esondano e Minnesota rischia il k.o. Tocca alle abilità difensive di Teague e Towns limitare i danni. Sulla sirena, in parità, Crawford avrebbe il tiro per la vittoria, ma manca il bersaglio. “Ed è ooooooovertime” direbbe Flavio Tranquillo, per chi se ne intende. Nel supplementare Denver ha finito la benzina e si capisce da subito. Al suono della sirena, in casa dei Wolves parte una canzone celebrativa, coriandoli e urla di giubilo si alzano dagli spalti. I Lupi tornano ai playoff dopo 14 anni di assenza.

Sabato il via ai playoff Nba! Restate sintonizzati sulle frequenze di Inchiostro, perché il bello deve ancora venire!

Where amazing happens”.