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Al Festival del Ticino, Italia-Germania 4-3 (quarant’anni dopo)

I pensieri e i ricordi di Nando dalla Chiesa e Karl-Heinz Schnellinger

a cura di Stefano Sette

targa-azteca

Venerdì 18 e sabato 19 giugno, in occasione del Festival del Ticino 2010 promosso dal Comune di Pavia, è stata ricordata la semifinale del Campionato mondiale di calcio 1970 tra Italia e Germania Ovest, vinta dall’Italia per 4-3 dopo i tempi supplementari, e passata alla storia come “La partita del secolo”.

Quell’incontro è rimasto nella memoria dei tifosi italiani (e anche dei tedeschi) poiché la nazionale azzurra veniva da diverse eliminazioni al primo turno (l’ultima fu quattro anni prima contro la Corea del Nord), la stampa italiana, fino alla semifinale, la definì una nazionale di abatini in grado da non poter competere contro la potentissima Germania, all’interno della stessa spedizione si era alla prese con la staffetta tra Sandro Mazzola, che partì titolare, e Gianni Rivera, entrato all’inizio del secondo tempo, e si giocava a 2000 metri d’altura con 28°, in un Mondiale ricordato come il primo in cui si potevano effettuare le sostituzioni e il primo in cui venivano utilizzati i cartellini. L’Italia pagò in parte gli sforzi della semifinale quattro giorni dopo, in finale contro il Brasile perdendo 4-1, e al ritorno in patria la squadra fu accolta dai tifosi con il lancio di pomodori.

All’evento erano presenti molti ospiti, tra cui Bruno Pizzul, ex telecronista RAI, Gianfelice Facchetti, attore teatrale e figlio dell’ex capitano azzurro, che ha recitato un monologo sulla partita, Giampaolo Ormezzano, all’epoca direttore di “Tuttosport” e oggi editorialista de “La Stampa”, Nando dalla Chiesa, professore di Sociologia economica all’Università di Milano, sottosegretario al Ministero dell’Università e Ricerca durante il secondo governo Prodi e autore del libro “Quattro a tre. Italia-Germania, Storia di una generazione che andò all’attacco e vinse (quella volta)”, e Karl-Heinz Schnellinger, giocatore tedesco autore del gol dell’1-1 che portò la partita, fino a quel momento noiosa, ai tempi supplementari.

Inchiostro è riuscito a intervistare Nando dalla Chiesa e Karl-Heinz Schnellinger poco prima dell’inizio della conferenza, e ne è scaturito un colloquio breve ma significativo che riportiamo qui sotto.

Nando dalla Chiesa

Inchiostro: Come mai è più ricordata dai tifosi italiani la semifinale di Città del Messico, rispetto alla finale di Madrid di dodici anni dopo?

Nando dalla Chiesa: Perché ha avuto una combinazione chimica, irripetibile, che l’ha resa diversa da tutte: la partita che si svolge a mezzanotte con le finestre aperte, che per la prima volta vede festeggiare andando in piazza con le macchine, non si era mai fatto e nessuno sapeva come  festeggiare. Ci sono tante cose come le donne che fanno il tifo per la prima volta.

Negli anni’90 la FIFA aveva introdotto la regola del golden gol: se fosse stata introdotta nel 1970, la Germania avrebbe vinto 2-1 e “La partita del secolo” sarebbe rimasta una gara qualunque.

L’ho detto tante volte, era una regola sciagurata, una pazzia, come tante se ne fanno nel calcio, e anche nella vita pubblica quando bisogna fare le riforme. Era una regola assurda perché toglieva la possibilità della rimonta.

A livello tecnico negli ultimi dieci anni la nazionale tedesca e italiana, salvo il Mondiale del 2006, hanno collezionato risultati poco positivi. Secondo lei è dovuto ad un lento ricambio generazionale, o c’è dell’altro?

Non ci ho mai pensato. Penso che questo sia dovuto anche al fatto che le squadre più forti sono zeppe di stranieri, quindi occorre del tempo perché si formi una squadra nazionale, e questo può accadere soltanto nei mondiali, cioè quando dei giocatori stanno insieme un mese, sennò è difficile mettere insieme una nazionale in queste condizioni.

Karl-Heinz Schnellinger

Signor Schnellinger, dopo la gara con l’Italia voi giocatori eravate comunque soddisfatti per la prestazione fatta, nonostante la sconfitta, oppure l’importante era solo passare il turno?

Karl-Heinz Schnellinger: Sicuramente eravamo soddisfatti per la prestazione, però poi quando uno perde non è mai contento. Alla fine, dopo, si pensa che abbiamo giocato bene, è stato un bello spettacolo. Non abbiamo vinto, però può solo vincere uno, e purtroppo ha vinto l’Italia.

Nella storia del calcio italiano è più ricordata Italia-Germania del’70 rispetto alla finale di Madrid. Nella storia del calcio tedesco è più ricordata la partita con l’Italia nel 1970 o altre partite come ad esempio, il miracolo di Berna del 1954?

Credo che ogni partita di ogni mondiale abbia la sua storia. Logicamente nel 1954 la Germania ha vinto il Campionato del mondo, e questa gara in Messico è ricordata da tutti non per la partita nei novanta minuti, ma forse solo per i tempi supplementari.

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