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Warriors da dimenticare, Rockets perfetti

In una settimana che si è arricchita di trade pazzesche a ritmo logaritmico, raggiungendo il culmine nelle ultime ore di giovedì sera, durante le quali i Cavs hanno smantellato gran parte della squadra scambiando giocatori come figurine dell’album Panini, cerchiamo di fare il punto sugli ultimi match di Nba prima della pausa settimanale per il tanto atteso All-Star Game che avrà inizio sabato 17 febbraio.

I Celtics si dimostrano, come già avevano fatto ad inizio stagione ribaltando molti pronostici, imprevedibili come pochi: giocano 3 partite e perdono soltanto l’ultima in ordine cronologico: L’unica in cui abbia calcato il parquet, senza splendere dell’aura da All-Star, Irving. Contro gli Hawks la partita rimane in bilico fino al terzo periodo di gioco, quando Boston decide di staccarsi e parte per la fuga. Sicuramente gli inaspettati 31 punti di Rozier sono uno delle motivi della vittoria. Contro Portland assistiamo al replay della precedente partita contro Atlanta: equilibro fin dopo metà partita, ma questa volta ci pensa Tatum in solitaria a partire per la fuga, serrata questa volta. Toccherà ad Horford mettere a segno il fade-away per la vittoria dei bianco-verdi. Contro i Raptors sembrano quasi degli altri Celtics: lenti e stanchi. Quando Horford e Irving (solo 17 punti a referto) rientrano in panchina per riposare, la seconda unit non aggredisce la partita e si lascia schiacciare da Toronto. Boston, nel complesso, con qualche crisi d’identità.

La settimana degli Warriors va anche peggio: ripresisi dalla batosta subita contro i Jazz, riaprono i rubinetti del talento e scrivono una bella W a referto contro i Kings. Curry fa 23 e Durant zittisce tutti con 33 punti e 6/7 da dietro l’arco. Da qui in poi è una rovinosa caduta verso il basso: non bastano i 31 di KD contro i Nuggets, che li schiacciano anche grazie al piccolo contributo (25 punti) di Barton. Nel finale ci pensano Jokic e Murray a chiudere la partita. Contro OKC, addirittura, sembrano invisibili in campo. La difesa fa acqua da tutte le parti e concede a Westbrook (21 punti nel solo primo quarto, chiuderà a 34) e compagni campo libero. La panchina di OKC è mille volte più aggressiva e un grosso contributo arriva anche da George (38 punti). Warriors, citando il loro allenatore Kerr nel post-partita, “Alla frutta”.

Va meglio ai Bucks, che si godono il meritato ritorno, dopo un’attesa di quasi un anno, di Jabari Parker che vuole dimostrare fin da subito di essere pronto a portare la squadra: 12 punti in 15 minuti di impiego contro i Knicks. 29 punti per The Greek Freak (Giannis Atetokoumpo), compreso il lay-up per la vittoria. Anche contro Brooklyn arriva la vittoria: Parker fa di nuovo scintille, ma il vero trascinatore è Bledsoe con 28 punti. I tifosi dei Cervi trattengono il fiato nel finale quando Giannis si accascia a terra, stringendo una caviglia dolorante e tornando in spogliatoio. Nulla da temere comunque: tornato in campo nella partita successiva, alla Mecca (Madison Square Garden), guida i suoi Bucks alla devastante vittoria ai danni dei Knicks disperati (gravissimo infortunio per Porzingis. Out per il resto della stagione). Questi Bucks nel nuovo formato Giannis-Parker fanno paura.

Settimana più che perfetta è quella dei Rockets: travolgono i malcapitati Cavs con quasi 40 punti di vantaggio, puntando su un meraviglioso gioco di squadra al limite dello small-ball. Bellissima partita, poi, quella contro i Nets, che provano comunque ad arginare i danni ed a restare al passo. Ma non c’è niente da fare per Brooklyn. I 36 punti del Barba e i 25 di CP3 li sopraffanno. La vittoria contro Miami, infine, è la sesta consecutiva. Oltre alla decima partita in trasferta vinta nelle ultime 10 giocate fuori casa. Harden ne mette ben 41 e nulla possono i 60 punti combinati di Dragic e Richardson. Rockets che mettono nel mirino il primo posto ad Ovest.

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