Eco del Nuovo

L’eco del nuovo – L’invenzione in rete

«Le cose inventate alla fine sono le cose che dimostrano che dentro di noi c’è più mondo che fuori» (Chirù Casti su Facebook, 9 ottobre 2015; uscita del libro: 10 novembre 2015).

Da telefonista in un call center a vincitrice del Premio Campiello con il romanzo Accabadora, Michela Murgia è ospite mercoledì 4 maggio 2016 alla Sala Conferenze del Collegio Nuovo per raccontare ai fan, ai giovani o più semplicemente ai curiosi, una singolare esperienza di letteratura (e di marketing!): il suo ultimo romanzo Chirù (Einaudi, 2015)

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La scrittrice ammette di aver imparato a raccontare giocando di ruolo e anche per questo non sorprende un esordio come il suo, innovativo e provocatorio: la trasposizione di un blog in libro fisico, un atto letterario che nasce in rete e che nel passaggio perde l’”orizzontalità” tipica dei commenti che ne era la caratteristica.

Anche in un’autrice così originale, Paolo Costa, co-fondatore di TwLetteratura e docente di Comunicazione Digitale e Multimediale, individua dei leitmotiv, temi che la tormentano e che per questo ritornano regolarmente nei suoi romanzi.

Come Accabadora, anche Chirù ruota attorno al medesimo nucleo strutturale: la relazione impari tra due soggetti, un individuo adulto nel ruolo di guida e maestro e un giovane che viene accompagnato nel percorso di crescita e conoscenza del mondo. L’attenzione è focalizzata sugli esiti paradossali di questa relazione, spesso caratterizzata da sopraffazione e dolore.

Michela Murgia sottolinea l’importanza che ha per lei la questione dell’”eredità” intesa come fortissimo tema politico. In un mondo in cui tutto è in continuo movimento e i cambiamenti si susseguono rapidissimi, lo scarto tra una generazione e l’altra provoca un dislivello che non è solo anagrafico.  Per questo la storia tra Eleonora e Chirù, tra un ragazzo di 18 anni e una donna di venti anni più grande che non hanno apparentemente nessuna giustificazione per stare insieme, diventa il mezzo ideale per indagare gli effetti di un rapporto scandaloso fuori da ogni logica di funzionalità.

«Tutte le relazioni sono manipolazione di potere» dice Michela Murgia riferendosi a un altro tema molto presente nei suoi romanzi, potere che trova la sua massima espressione nel rapporto uomo-donna, nella relazione tra la para-madre Eleonora e il para-figlio Chirù.

Ma il gioco di sperimentazione va ancora oltre e si unisce alla voglia di confrontarsi con i nuovi media e con le trasformazioni del web e dei social network. Chirù, il protagonista di questo romanzo, vive oltre il romanzo, vive una vita oltre la vita attraverso Facebook.

Tutto ciò che nel libro sappiamo di Chirù ci viene raccontato da Eleonora, ma la scrittrice voleva provare anche a mettersi nei panni del ragazzo, nonostante lo spazio del libro non fosse il suo. Da qui la scelta che precede di 6 mesi l’uscita in libreria del romanzo: aprire il profilo Facebook di Chirù Casti e vedere come le persone avrebbero interagito con lui. Il risultato oggi è una pagina seguita da più di 8.000 persone!

«Tutto quello che non si può dire in una chiacchierata tra persone per bene, cioè che la famiglia è un luogo insicuro e patogeno, lo deve dire la letteratura. La letteratura deve dare un nome a ciò che non si può dire. Non vedo nessun’altra ragione per scrivere.»

 

 

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