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L’arte dello scrivere – Tecniche narrative ed espressive (parte prima) [5a puntata]

di Andrea Gobbato

 

Quest’oggi tratteremo delle tecniche narrative ed espressive. Se personaggi, dialoghi e ambientazioni sono ciò che il lettore percepisce al primo sguardo, la parte estetica del vostro racconto, le tecniche narrative ed espressive sono ciò che gli fanno da ossatura, da struttura, ciò che permette alla storia di tenersi in piedi.

Ho deciso di dividere l’articolo in due parti perché questo è probabilmente l’argomento più ricco di materiale, dove ci sono più punti da esplorare.

Iniziamo dalle tecniche narrative: sono gli strumenti e i metodi che lo scrittore deve saper padroneggiare al meglio per attirare l’attenzione del lettore e per affinare la tipologia della sua scrittura. Iniziamo ad esplorarle una per una:

 

Il narratore: qualsiasi storia ha bisogno di un narratore, egli è la trasposizione dell’autore che ci racconta ciò che accade, ci descrive le vicende che si susseguono. Esistono vari tipi di narratori: può essere esterno (egli non è coinvolto nella storia, si limita a raccontarla) o interno ( è uno dei personaggi, si trova immerso nelle vicende). La seconda opzione permette di effettuare riflessioni più accentuate, più approfondite, e di immedesimarsi maggiormente con quel determinato personaggio. Prendiamo come esempio Il giovane Holden  di J. D. Salinger: Holden è allo stesso tempo protagonista e narratore del romanzo, infatti sovente la trama rimane sullo sfondo per lasciare spazio ai suoi pensieri e alle sue sensazioni. Bisogna ricordare inoltre che un narratore esterno è solitamente anche onnisciente (cioè conosce tutto dei personaggi, il loro passato, il loro presente e il loro futuro, ciò che hanno nel cuore, come se si trattasse di un’entità astratta in grado di poter leggere all’interno delle loro menti).

 

Fabula e intreccio: da una parte abbiamo la fabula, ovvero gli avvenimenti della storia come avvengono in ordine cronologico, mentre dall’altra l’intreccio, cioè gli stessi avvenimenti disposti però nell’ordine deciso dall’autore. Fabula e intreccio spesso coincidono solo in componimenti minori, come favole o racconti brevi, mentre in opere più lunghe come i romanzi esse non coincidono. In questo caso si hanno situazioni di analessi (i cosiddetti flashback, racconti di avvenimenti del passato) e di prolessi (anticipazioni di ciò che avverrà in futuro nella storia). Analessi e prolessi sono strumenti molto utili per uno scrittore che, se abile nello sfruttarli, le potrà utilizzare per incuriosire  il lettore ed alimentare il climax della storia.

 

 

–  Articolazione del testo: la struttura di un’opera di narrativa è composta da sequenze, ognuna con un compito ben determinato: le sequenze narrative sono le parti del testo dove vengono descritte le azioni, ciò che succede; le sequenze descrittive presentano le ambientazioni e i personaggi, introducendoli al lettore; nelle sequenze riflessive sono invece spiegate le emozioni dei personaggi, i loro sentimenti e i loro ragionamenti; nelle sequenze dialogate avviene un dialogo diretto tra due o più personaggi. I testi narrativi sono composti da un’alternanza di queste sequenze che, incastrandosi tra loro come i pezzi di un puzzle, compongono lo scheletro della storia.

 

Le tecniche narrative sono elementi che bisogna saper padroneggiare bene, altrimenti correremmo il rischio che la nostra storia non riesca a stare in piedi da sola. Proviamo ad immaginare un palazzo: se nelle fondamenta o nella struttura è presente una falla, questo potrebbe crollare su se stesso nonostante la propria apparenza esterna. La medesima cosa vale per le opere di narrativa.

Come al solito, vi do appuntamento alla settimana prossima per la seconda parte di questo articolo, dove tratteremo più specificatamente delle tecniche espressive di un racconto.

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