Pavia

La “Tenacia” al TedxPaviaSalon

Nel maggio 2021 vi avevamo raccontato l’esperienza del terzo TEDxPavia (qui), organizzato nel suo formato più classico, ma accessibile dal pubblico esclusivamente online. A gennaio, Alberto Clemenzi e la squadra di TEDxPavia avevano organizzato anche il primo TEDxSalon, sempre online. Finalmente, sabato 20 novembre 2021, è stato possibile partecipare al secondo TEDxPaviaSalon in presenza, nella Sala del Camino del Palazzo del Broletto, sede dello IUSS Pavia, e noi di Inchiostro non potevamo mancare.

TEDxSalon: cosa cambia dal TEDx tradizionale?

Il TEDx è un evento TED organizzato in maniera indipendente, pur seguendo le linee guida generali di TED, orientate all’obiettivo di rendere note “ideas worth spreading“, ovvero “idee degne di essere condivise”. Perciò, l’evento si configura come una conferenza annuale, composta da molteplici Talks. Il formato del Salon nasce allo scopo di dare continuità al TEDx, offrendo maggiori opportunità di scoperta e di confronto durante l’anno. Per definizione, “Gli eventi TEDxSalon rappresentano la versione condensata di una conferenza TEDx e si distinguono per brevità, pubblico ristretto e opportunità di interazione tra partecipanti e relatori” [TEDxPaviaSalon].

TEDxPaviaSalon: “TENACIA”

Il TEDxPaviaSalon ha voluto porre attenzione al concetto di tenacia: sul tipico tappetino rosso, sono state narrate le storie di atti di tenacia compiuti e da compiere. In primo piano, le vite dei quattro oratori che hanno intrattenuto la platea, parlando delle proprie passioni, cercando di trasmettere i valori che li hanno motivati a perseguire i propri obiettivi e, talvolta, hanno permesso loro di coinvolgere anche altre persone. A presentare il Salon, la spontanea e scherzosa Eleonora Frau (anche Social Media Manager di TEDxPavia).

Enrico Ragni, in arte Màlleus: Il Potere del Dono

Il primo speaker a prendere la parola è stato Enrico Ragni, artista conosciuto con lo pseudonimo di Màlleus. Nel corso della vita ha avuto la necessità e la possibilità di lavorare in settori variegati, sviluppando ulteriormente una creatività progettuale naturale. Ecco perché, nonostante sia diplomato in Chimica, si definisce anche e soprattutto inventore, compositore e calligrafo.

Nel 1978 aprì ad Albacina di Fabriano il primo Studio di Registrazione a otto piste delle Marche, portando, poi, in Italia, il primo Campionatore Fairlight (digitale, australiano). Dopo aver spostato lo studio a Recanati, passò a sedici piste con il Computer Fairlight CMI serie III. La crisi dell’industria musicale della fine degli anni ’80 colpì, però, anche la sua attività, perciò inizio a pensare a un’alternativa. Fu difficile trovare una soluzione, ma un ritiro spirituale, segnato da una visione, gli diede un’idea che sarebbe diventata un grande successo. All’inizio titubante, attese un segno, che arrivò quando un amico, inconsapevole del suo sogno, gli regalò la prima biro a punta piatta: dopo essere diventato un Amanuense, specializzandosi con i più grandi Maestri Calligrafi internazionali, fondò l’Antica Bottega Amanuense nel 1988.

In seguito, un sogno lucido gli mostrò l’obiettivo successivo, cosicché, nel 2008, iniziarono i lavori di costruzione del Castello Màlleus sul versante est del Colle dell’Infinito di Recanati, reso famoso dal poeta Leopardi. Il Castello nasce dalla ricerca di unire arte e scienza, antico e moderno, tradizione storica e innovazione contemporanea. Lo scopo finale era creare “un luogo di grande energia, di creatività e di pace”, che oggi ospita uno Scriptorium, tra i più importanti a livello globale.

Dove sta, però, la tenacia, in questa storia? Secondo Màlleus, è ciò che permette ai sogni di diventare realtà. Ogni persona ha un dono, però, molto spesso le avversità rendono ciechi e incapaci di comprendere quale sia. La tenacia è ciò che ci rende liberi di andare controcorrente e seguire le nostre inclinazioni. Ecco perché, sullo stemma araldico del Castello, spicca la frase latina “in te ipso veritatem quaere”, che significa “cerca la verità dentro di te”.

Giulia Scalet: Fare il ricercatore: che tenacia!

La seconda speaker è stata Giulia Scalet, laureata cum laude in Ingegneria Civile e, dal 2019, Ricercatrice in Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli studi di Pavia. Nel suo talk, ha voluto individuare quali siano le caratteristiche che permettono di portare avanti una carriera da ricercatrice, non priva di ostacoli e sacrifici, ma anche densa di soddisfazioni.

Prima di comprendere quale fosse la sua strada, gli obiettivi sono cambiati molto spesso, a causa di una forte curiosità. Questo accade a molte persone e spesso sembra controproducente, ma, per la Dott.sa Scalet, nel tempo si è rivelato essere il primo punto di forza, determinante per la ricerca. Basti pensare ai raggi x, scoperti per caso, grazie alla curiosità del Wilhelm Conrad Röntgen.

La sola curiosità, però, non basta; è necessaria la passione affinché l’interesse non si esaurisca in fretta, e le teorie vengano sviluppate per essere trasformate in pratica. Quale passione ha convinto la Scalet a diventare ricercatrice? “La passione per i materiali” – questo ha indirizzato i suoi studi, prima verso Ingegneria, e poi verso la ricerca, che permette di ampliare i propri orizzonti, applicando le conoscenze in più ambiti.

Tuttavia, la passione può essere limitata dalle restrizioni socioeconomiche a cui, ogni figura a modo proprio, deve sottostare. Essere ricercatrice, e non ricercatore, non è sempre facile, soprattutto quando gli scarsi investimenti alimentano la competizione. Entra in gioco, qui, la tenacia, da intendere come la capacità di non perdere di vista l’obiettivo di finale, comprendendo che ogni traguardo, anche piccolo, ha una enorme importanza, a discapito degli errori, dei fallimenti, dei sacrifici richiesti da un lavoro senza orari, né certezze.

Soprannominata “la ragazza con la valigia”, la Dott.sa Scalet afferma, infatti, che non c’è nulla di facile nell’essere ricercatrice, ma, citando Rita Levi Montalcini: “Le difficoltà della vita sono una potenzialità”. I problemi sono multidisciplinari ed è importante il gioco di squadra cercando punti di incontro, e andando incontro ai colleghi e alle colleghe, anche fisicamente. L’interscambio di conoscenze è fondamentale. Il progresso è per tutti solo quando tutti progrediscono.

Manfredi Rizza: Il coraggio di essere tenaci

Noto anche col soprannome Mampe, Manfredi Rizza è il più giovane oratore del TEDxPaviaSalon. Ingegnere con diploma magistrale, si identifica principalmente come canoista, essendo atleta olimpico della Nazionale Italiana di canoa e kayak. Negli anni ha partecipato a molteplici competizioni (coppe del mondo, campionati europei, mondiali e giochi del mediterraneo), guadagnando più volte una vista dal podio.

La sua storia è l’emblema della tenacia che ci si aspetta da ogni giovane atleta. Routine serrata: sveglia all’alba, allenamento, lezioni in università, secondo allenamento, dieta specifica, e spazio quasi nullo per gli sgarri di qualsiasi tipo. E dopo tanta fatica e impegno, essere consapevole della possibilità di sbagliare, di perdere, di fallire. Per alcune persone una tale quotidianità sarebbe insostenibile. Cosa pensare se alla tensione tipica di questa situazione si aggiunge la pandemia, il periodo di fermo imposto dalla quarantena nazionale, e, successivamente, la quarantena imposta dalla malattia stessa. I sacrifici di anni sfiancanti sembrano semplicemente vani. Manfredi racconta che la depressione era in agguato, e la fine sembrava vicina. Eppure, non è mai arrivata. Nonostante la difficoltà, l’atleta pavese ha trovato la motivazione per alzarsi nuovamente all’alba e dedicare le sue forze all’allenamento, e vincere, il 5 agosto 2021, la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo.

Il suo segreto? Un cambio di prospettiva, dove l’impegno non è mai vano, il fallimento capita e si supera; dove ogni obiettivo è parte di un percorso, e non fermarsi è già una vittoria. “Serve il coraggio di fare tutto ciò che serve per raggiungere ogni obiettivo, e non avere rimpianti. Serve il coraggio di essere tenaci” fino alla fine.

Claudio Calvaresi: La tenacia della città

Urbanista, Dottore di ricerca in Urbanistica, e Principal di Avanzi – Sostenibilità per Azioni (una società indipendente con sede a Milano, fondata nel 1997 per promuovere la sostenibilità attraverso l’innovazione sociale), Claudio Calvaresi ha parlato della tenacia della città – un tema trattato anche in uno suo articolo per la rivista Fino a qui. Tra il dire e il fare (qui un estratto).

Il lockdown ha dato vita al teorema della “casa-mondo”, costringendoci tra le musa della nostra abitazione, sulla base che ogni casa sia adeguata alle esigenze della famiglia o della persona che la abita. Tuttavia, non è così, e gli effetti sociologici hanno dimostrato quanto questa convinzione fosse errata. Mentre la funzione della casa cambiava, al suo interno sono cambiati anche molti rapporti; ma cosa è accaduto all’esterno? Questa è la prima domanda che gli urbanisti si sono posti, analizzando la perdita di centralità della downtown e dei luoghi specializzati. Infatti, quando l’uomo si è trovato recluso, la natura è sembrata riappropriarsi degli spazi che in passato le erano stati sottratti. Guardando fuori dalla finestra, talvolta dal finestrino, c’erano animali laddove era inaspettata e vietata la loro circolazione; piante, fiori ed erbacce sono cresciute velocemente. Impossibile, dunque, non riflettere su ciò l’umanità ha fatto finora, e giorno dopo giorno, viene ricordato dalla Terra. Abbiamo costruito, e continuiamo a farlo, spesso incuranti delle conseguenze, alimentando anche i fenomeni colpevoli del cambiamento climatico.

Il Prof. Calvaresi, nel suo talk ispira al cambiamento: incoraggia a prendere coscienza del proprio essere cittadini, animali civilizzati, parti di una società da intendere come organismo, che sopravvive solo come somma di ogni sua parte. Ogni persona dovrebbe farsi carico delle proprie responsabilità nei confronti della città, partecipando in modo proattivo al suo miglioramento. Serve concepirla come luogo in trasformazione, che risponda alle nostra esigenze – “La città ci abita […] risponde”.

La tenacia sta nella riappropriazione sociale dello spazio pubblico, caratterizzato da iper-diversità, in un’ottica di accoglienza e in una prospettiva di continuum cultura-natura, per rendere concreta l’unica soluzione per non perdere, e non perderci, nelle città.

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