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Pavia e i divieti che fanno discutere

Intervista al Sindaco Alessandro Cattaneo

di Giulia Avanza, Matteo Miglietta e Francesco Iacona

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Nell’ultimo periodo a Pavia ha fatto discutere il nuovo Regolamento di Polizia Urbana per il Decoro e la Sicurezza dei Cittadini, il quale prevede una lunga serie di divieti (alcuni dei quali forse un po’ stravaganti).
Tutti questi divieti hanno fatto scalpore anche a livello nazionale, finendo su importanti giornali e tg.
Noi di Inchiostro abbiamo intervistato il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo per chiedere chiarimenti sul regolamento, ma anche su altri temi importanti per la città.


Inchiostro – In merito al “Regolamento di polizia urbana per il decoro della città e la sicurezza dei cittadini”, per il quale Pavia è finita su tutti i giornali e le televisioni nazionali, volevamo chiedere innanzi tutto che cosa c’è dietro, cioè che cosa vi ha spinto a scrivere un nuovo regolamento?
Beh, si vede che a livello nazionale non c’era molto altro da dire! Comunque c’era già un regolamento vecchio che noi abbiamo riaperto per allargarne le maglie e rivedere quello che non andava. Abbiamo modificato tante cose, ma alcune norme che, se estrapolate dal loro contesto, possono apparire bizzarre sono state mantenute o perché all’occorrenza possono essere attivate e risultare utili o perché magari apparentemente sono scritte in maniera buffa ma sono un modo per colpire un atteggiamento che crea del disagio in città. Le ordinanze sono così. Faccio un esempio: Cacciari, l’ex sindaco di Venezia, emise un’ordinanza che vietava di girare per il centro storico della città con borsoni di dimensioni ingombranti. Letta così, sembra certamente una cosa assurda, ma in realtà era l’unico modo per colpire il commercio abusivo, che a Venezia era una piaga molto forte. Infatti, se un commerciante abusivo chiude la sacca, per legge si può obbligarlo ad aprirla. Quindi, alcune norme che appaiono bizzarre possono anche essere giustificate. Nel nostro regolamento, ad esempio, la norma che vieta di ammaestrare i cani per strada è un modo per punire chi utilizza gli animali in spettacoli improvvisati per strada.


Quanto ne avete discusso di questo regolamento?

Ne abbiamo discusso tre mesi: con tutte le associazioni di categoria, con quelle dei commercianti… C’è stato anche un tavolo con le associazioni giovanili. Abbiamo cercato di recepire le osservazioni di tutti.


Infatti noi abbiamo qui il verbale dell’ultimo incontro che avete fatto con le associazioni, datato 16 novembre 2009. Dopo quel momento, però, è calato il silenzio, fino al 16 marzo scorso, quando siamo stati convocati da alcuni rappresentanti del Comune che ci hanno presentato la bozza del nuovo regolamento. La grossa sorpresa è stata che sostanzialmente si trattava di un testo uguale a quello precedente…

Beh non è vero, la struttura era uguale ma tutte le osservazioni dei commercianti sono state recepite.

Ma quelle degli studenti no…
Devo dire che io ricordo un verbale in cui ho letto che non si era d’accordo nel mettere delle regole, ma questo è un po’ distante dalla nostra visione.


Nel verbale che abbiamo noi sostanzialmente si sosteneva che fosse più opportuno rieducare dal punto di vista sociale piuttosto che sanzionare e basta.

Se tu ti siedi a un tavolo e dici “voglio fare un regolamento” e l’interlocutore dice “io non voglio fare un regolamento”, il punto di mediazione è un po’ distante. Tra l’altro le sanzioni le abbiamo abbassate tutte diminuendole fra i 50 e i 150 euro. Un altro principio alla base di questo regolamento è la prevenzione: è come se avessimo dato alla polizia locale delle armi da poter usare, ma con buonsenso. Se noi non facciamo prevenzione poi quello che succede a valle è molto peggio. Faccio l’esempio della movida notturna: se io non metto delle regole sulla circolazione del vetro per cercare di richiamare a un buon senso e a una partecipazione attiva l’esercente e i ragazzi stessi,  succede che poi ci pensa il residente a tutelarsi. E con le armi che ci sono oggi ci vuole un attimo a far chiudere un locale: si chiama l’ Arpa, l’Asl, si fa ricorso al TAR… Pensiamo al “Sottovento”: non ci ha pensato l’amministrazione… ci hanno pensato i residenti, e ora chiude alle 23.00 per una decisione del TAR. Il “Black bull” ha avuto una multa di 1500 euro. Allora, dico io, è meglio mettersi d’accordo prima e non degenerare per poi arrivare a un punto di rottura. Pensate che io sono accusato dai residenti di essere troppo a favore dei giovani perché chiudo sempre un occhio!

Diciamo che a Pavia non c’è molta tolleranza in generale…
Dipende dalle zone. Consiglieri della mia maggioranza volevano farmi fare un’ordinanza con il divieto di sedersi sui gradini del duomo o fare chissà quali presidi di chissà quale entità militarizzata. Io non ho fatto nulla di tutto ciò. Però ho messo una volante della polizia locale fissa il mercoledì sera davanti piazza Duomo. Lo faccio per far capire che l’interesse è di tutti. Anche io sono stato giovane e ho urinato dove non dovevo, e non ho nessun problema ad ammetterlo, ma in altre circostanze sono stato sempre io ad arrabbiarmi con quell’amico che eccedeva nell’esuberanza, perché sono consapevole che se tutti facciamo così poi ne abbiamo un danno.

Alla fine di ogni ordinanza c’è scritto che il consiglio comunale dispone che vengano informati gli organi di stampa in modo da darne la massima diffusione.

Ma, riguardo al fatto delle bottiglie di vetro che non si possono portare in giro dopo le 23:00, non sarebbe anche utile obbligare i commercianti che le vendono  ad appendere un cartello fuori dal locale che riporta tale divieto? Bisogna anche considerare che ci può essere gente che viene da fuori Pavia e non sa niente dei regolamenti pavesi.
Avete ragione. Io i commercianti li ho anche convocati. Infatti l’ordinanza è stata modificata due volte in accordo con loro. Poi certo, molti di essi continuano comunque a vendere le bottiglie di vetro dopo le 23:00, ma vorrei sottolineare che l’ammenda per il commerciante è molto più alta che per il cittadino.

Tornando al regolamento in toto, probabilmente il motivo di tante discussioni non riguarda il contenuto, visto che la maggior parte delle cose che vengono vietate in realtà fanno parte del senso civile di ognuno di noi…
Si, certo… Vi propongo però di fare un esperimento: provate ad andate al centralino della Polizia Locale e vedrete che molte delle segnalazioni sono delle “questioni da condominio”. Noi, quindi, siamo chiamati a dirimere questioni quasi “condominiali”.
A volte per me è difficile agire perché non ho degli strumenti diretti con cui farlo, e poi ci sono degli iter lunghissimi da rispettare.
Bisogna anche considerare che il soggetto privato è sempre sovrano rispetto all’autorità pubblica e comunque per intervenire devi argomentare, mettere d’accordo tutti… non è facile, credetemi! Per questo abbiamo inserito degli elementi nuovi in un regolamento già esistente che, in quanto tale, è stato discusso in Commissione e in Consiglio Comunale e alla fine ha avuto un solo voto contrario e l’astensione delle opposizioni (la quale, diciamoci la verità, ha un significato di tacito consenso).
Però vorrei sottolineare una cosa: Pavia è la città delle regole, non dei divieti. Che è una cosa diversa.

Sempre nel verbale dell’ultimo incontro fra il Comune e le associazioni giovanili, si lamenta il fatto che alcuni articoli risultano troppo vaghi. Ad esempio cosa significa che è vietato “occupare spazi pubblici o a fruizione collettiva, nonché assumere qualsiasi comportamento che risulti contrario alla pubblica decenza e al decoro urbano, che rechi molestia alla cittadinanza e turbi il diritto alla quiete e alla sicurezza sociale”?

Questa osservazione, che può essere vera, si declina però concretamente nell’andare a dettagliare sempre più, magari andando magari a parlare dei piedi nudi o di altre cose. Regole che possono essere considerate eccessive, ma che se non so dettagliate in questo modo possono portare all’inconsistenza della legge stessa. L’ordinanza anti-bivacco della Capitelli (il sindaco precedente, ndr) è stata inficiata attraverso dei ricorsi proprio perché  eccessivamente generica.

Questo articolo però c’è ancora…
Sì c’è ancora, ma ti dà comunque la possibilità d’intervenire in un certo modo. Ci sono delle cose di buon senso che a volte, se non sono scritte e regolate, purtroppo non hanno valore.

Il Regolamento vieta qualsiasi affissione al di fuori “dei luoghi a ciò destinati dall’Autorità Comunale”, cioè le bacheche. Il problema è che da anni a Pavia si lamenta la mancanza di spazi per pubblicizzare le attività delle associazioni, e lei stesso in piena campagna elettorale, intervistato da Inchiostro, aveva assicurato di avere a cuore il problema. Risultato: nessuno. Con tanto di divieto di affissione riconfermato.
Però non dite mai nemmeno le cose belle che si fanno! Secondo me è un periodo che Pavia sta marciando forte e ci sono tante cose in pentola che stanno approdando a un traguardo. Vi poso fare un elenco veloce: i collegi Ghislieri e Borromeo sono ristrutturati e hanno aula magne nuove e a disposizione della città, palazzo Vistarino è in ristrutturazione e sarà finito fra poco, lo IUSS sta ristrutturando il Broletto, al Campus vicino alla Nave si stanno costruendo altre residenze studentesche, la nuova struttura del Policlinico sarà pronta in un anno o due, i Giardini Malaspina (in piazza Petrarca) sono stati sistemati ed è stata da poco ultimato il restauro della sala dell’Annunciata, il Duomo riaprirà nell’arco di due anni…c’è anche qualcosa di positivo di cui parlare!
Metteremo delle bacheche in più, ma abbiamo già messo il maxischermo in piazza Vittoria e ne vorremmo mettere altri in punti fruibili, spendiamo 7 mila euro a numero di PaviaComeDoveQuando per mandarlo gratuitamente a tutte le famiglie pavesi e raccontare in maniera libera e gratuita le iniziative della città. Il sito internet è molto visitato. Possiamo aumentare le bacheche, ma poi non basterà nemmeno quello.

Un’ultima domanda: come mai non ci sono più locali notturni in centro?
Purtroppo quelli che c’erano non sono stati chiusi da nessuna volontà comunale, ma da quell’esasperazione di cui parlavo prima. Io non credo nel decentramento del divertimento, credo invece nel Ticino, ad esempio, che penso sia un ottimo sfogo. Adesso sta andando bene il Maggio Pavese al Ticinello. Quest’anno abbiamo due mostre importanti nelle scuderie del Castello, per questo non abbiamo potuto ridare ai ragazzi gli spazi dell’anno scorso. Per quanto mi riguarda, però, l’anno prossimo si può riutilizzare il fossato per qualche iniziativa.
Rimango comunque convinto che il futuro, per quanto riguarda gli spazi giovanili, siano piazzale Europa e il Ticino.

E il Mercato Ipogeo sotto piazza Vittoria?
Anche per quello spazio abbiamo molte idee. Intanto è a buon punto la sistemazione dei negozi: finalmente ci sarà una vetrina moderna con un bar e un self-service. Si tratta di uno spazio che senza preclusioni mettiamo a disposizione dei giovani e mi piacerebbe che fosse cogestito. Certo tutti hanno problemi di soldi e lì servono almeno 150 mila euro per rendere agibili gli spazi.
In ogni caso abbiamo deciso di lasciare il Mercato Ipogeo nelle mani del piccolo commercio pavese. Sarebbe stato più facile chiamare un grande centro commerciale, ma abbiamo fatto una scelta.

Però c’è l’idea di lasciarne una parte ai giovani…
Si certo…stiamo cercando i soldi per farlo.

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