IntervisteMusica

Intervista ai Lepricani Scalzi. Parla il chitarrista e seconda voce del gruppo: Luca Milanesi.

La musica è l’espressione del musicista. Il teatro è l’espressione dell’attore. Categorizzare l’espressione artistica rinchiudendola in compartimenti stagni è un errore tipicamente occidentale. Quattro ragazzi di Pavia (Vittorio Chino; Luca Milanesi; Fabio Bargiggia e Saria Goglia) stanno cercando di sfondare le barriere tra teatro e musica, un’altra volta, suonando Irish Folk.

 

-Come mai avete scelto di esprimervi attraverso un genere musicale così di nicchia al giorno d’oggi?

-Ho iniziato ad ascoltare la musica Irish Folk circa tre anni fa, grazie al mio amico Vittorio. Mi ha rapito l’evocatività di questo genere, le diverse vibrazioni che riesce a scatenare. Grazie agli accenti differenti, le scale modali e tutte le altre caratteristiche tecniche diametralmente opposte rispetto a quelle che siamo abituati a sentire, all’orecchio dell’ascoltatore arriva un’aria nuova che mi ha subito affascinato. Da lì è nata la rielaborazione tecnica; dal cambio degli strumenti classici (benjo, violino e bouzouki tra gli altri) sostituiti dalla chitarra e l’armonica, alla rielaborazione testuale prima e della musica poi.

 

-Avete avuto qualche punto di riferimento nel genere?

-Il genere non ha dei veri e propri esponenti. È musica amatoriale fatta ricalcando una traccia tradizionale. Questo ti lascia una libertà di espressione esagerata. Intendiamoci: se dovessi fare le cover dei Guns”n”Roses dovrei per forza tenere da conto la versione originale; il non avere punti di riferimento ti autorizza a rielaborare maggiormente la tua musica. C’è qualche band che fa crossover tra Irish Folk e Rock. A Milano ci sono i Meneguinness, una band che stimiamo molto.

 

-Avete in programma qualche progetto ufficiale?

-Per adesso non abbiamo in programma nessuna registrazione professionale, stiamo registrando amatorialmente e siamo abbastanza fieri del risultato.

 

-Eventi dal vivo invece? Dove potremo sentirvi suonare?

-Stasera stessa suoneremo al Bar Dublino dalle 21.00. Stiamo ancora elaborando una sorta di spettacolo: sto scrivendo dei racconti in versi e in parallelo stiamo elaborando le linee musicali con il resto della band. L’obbiettivo sarebbe quello di scrivere uno spettacolo dove il racconto sia supportato e amplificato dalla musica. Un teatro di narrazione dove si possa notare un dialogo tra la voce e gli strumenti.

 

Foto di Marta Cervone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *