Sport

Intervista a Giovanni Bruno

 

di Stefano Sette

 

Giovedì 1 settembre, in Piazza Vittoria, c’è stato un incontro con Stefano Mei, ex-mezzofondista e specialista nei 10.000 metri piani, che ci ha parlato della sua carriera sportiva prima e dirigenziale poi. Oltre a Mei era presente Giovanni Bruno, direttore editoriale di Sky Sport, che ci ha anticipato quali saranno le novità delle prossime Olimpiadi di Londra 2012, che Sky trasmetterà per la prima volta insieme alla RAI. Al termine dell’incontro, Inchiostro lo ha intervistato per parlare della situazione olimpica italiana attuale e di quella calcistica.

Che cosa significa organizzare le Olimpiadi per la tv satellitare?

Intanto c’è minore pressione, sotto vari punti di vista, perché hai maggiore possibilità di sfruttare tecnologie e sperimentazioni. Purtroppo in RAI non siamo riusciti a sperimentare nulla, se non poche cose, perché eravamo bloccati da lentezze burocratiche e da tante altre questioni. Qui invece possiamo sperimentare, c’è l’interattività, ci stanno tanti studi che si possono fare e certamente uno può essere agevolato da questo punto di vista, e in più c’è un discorso di canali. C’è la possibilità di avere tanti canali, e su quei canali si può trasmettere tutto.
[I.] Con le Olimpiadi in 3D e la possibilità di scegliere il palinsesto sarà una nuova esperienza per lo spettatore…
[G.B.] Assolutamente sì: intanto sono 12 canali più un altro canale, che è quello in 3D, ed ha un suo palinsesto, una sua scaletta, che riguarda circa 12 ore al giorno, ed è molto complicato perché sono riprese che vengono fatte più all’interno dei palazzetti e meno all’esterno. Ha una programmazione già “denunciata”, sotto questo punto di vista. Gli altri 12 canali li possiamo programmare: all’incirca possono essere 6-7 canali già predisposti per discipline. Ci sarà il canale basket, il canale volley, il canale calcio, il canale atletica e il canale nuoto, e poi ci saranno un mix di altri sport che possono essere sport da combattimento e tante altre cose. Su quei casi il telespettatore può scegliere il canale che vuole e non perdersi assolutamente nulla, anche perché sugli altri canali ci saranno anche le repliche, le sintesi, ci sarà un programma serale che riassumerà tutto.
Prospettive azzurre: ci sono le basi giuste per togliersi qualche soddisfazione?

Mah, speriamo. Sul nuoto abbiamo già una buona base, sulle altre discipline ci sono tanti punti interrogativi: mi dispiace per l’atletica leggera, che obiettivamente a livello nazionale siamo piuttosto in crisi, ma nello stesso tempo l’Olimpiade è qualcosa che va al di là dei colori nazionali. Certo, ci fa piacere cominciare con il piede giusto, magari con il tiro a volo che ha un buon bacino di medaglie italiane, o con il tiro a segno. Ci può essere la sorpresa nella vela, nel beach volley, ci può essere nel ciclismo, che è un altro bacino italiano. Ci sono tante discipline in cui possiamo andare bene. La cosa che dispiace è che la disciplina regina, l’atletica leggera, in questo momento sta in un periodo di sofferenza: non vedo sbocchi. Speriamo in due o tre atleti, tipo la Di Martino, o altri che possano portarci almeno un buon risultato. Ci accontentiamo di un buon risultato, la medaglia forse la vediamo solo col cannocchiale.
Passando al calcio italiano: ha ancora senso puntare su uno sport che qualitativamente è scaduto e che si gioca soprattutto in stadi semivuoti?

Perfettamente vero, gli stadi sono vuoti, obsoleti e brutti, a parte quello di Torino che sarà uno stadio nuovo, di proprietà della Juventus. Il resto è un disastro, soprattutto per chi ha viaggiato all’estero e va a vedere uno stadio inglese e il tipo di partecipazione di pubblico che c’è in Inghilterra. Per esempio vedere lo stadio del Tottenham, che è uno dei più vecchi in assoluto con 35000 posti ma pieno sempre, con un grande entusiasmo di tifo, è un’altra cosa. La realtà è che siamo calciofili, sia come televisione che come pubblico. Quindi anche se ci sono stati gli scandali, anche se c’è stato lo sciopero dei calciatori – che sia giusto o sbagliato è qualcosa di sciocco aver fatto questa giornata di sciopero e tutto quanto – il pubblico sarà sempre lo stesso. Lo si vede con il calciomercato: basta la notizia di uno sconosciuto che va dal Gubbio al Frosinone e la gente si domanda chi è e va a sentire o vedere rubriche sia a livello televisivo che a livello di giornali. Se prendo “La Gazzetta dello Sport”, il “Corriere dello Sport” e “Tuttosport” e in tutto Agosto il titolo principale ha riguardato un ipotetico acquisto – memorabile da un punto di vista giornalistico – e vedere la prima pagina di un giornale più venduto in Italia, che è “La Gazzetta dello Sport”, titolare “Aguero alla Juve (forse)”. Aguero gioca col Manchester City. Chissà quante copie sono state vendute quel giorno. Non cambieremo mai. Ci vedremo le Olimpiadi solo per quei 16 giorni, faremo il tifo per tanti altri sport ma fondamentalmente il nostro DNA è totalmente calcistico. Purtroppo.

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