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Inghilterra: niente omaggio a Margaret Thatcher negli stadi

di Stefano Sette

Negli stadi inglesi, durante il fine settimana, non si terrà il minuto di raccoglimento in ricordo di Margaret Thatcher per decisione della Football Association. Per capire questa decisione bisogna ricordare com’era il rapporto tra l’ex Primo Ministro, il calcio e i tifosi: pessimo. Kenneth Clarke, ex Ministro della Sanità, dichiarò che la Thatcher odiava il calcio e chi lo seguiva, e forse proprio questo suo odio verso il football contribuì a sconfiggere il fenomeno hooligans nel Regno Unito. I disastri di Bradford (incendio) e Bruxelles (ordine pubblico) del 1985 e quello di Sheffield del 1989 (struttura inadeguata) spinsero il governo a proibire gli alcolici negli stadi e a inasprire le pene vietando l’accesso agli impianti per 3 mesi, e in seguito al documento redatto dalla commissione presieduta dal magistrato Peter Murray Taylor, incaricata di far luce sulle cause e sulle conseguenze della strage di Sheffield, le società professionistiche furono obbligate a ristrutturare gli impianti con soli posti a sedere per gli spettatori muniti di biglietto (anche se nel rapporto Taylor non c’era scritto che i posti in piedi fossero un fattore di rischio). Altri cambiamenti radicali furono l’abbattimento delle barriere metalliche, l’introduzione di celle di sicurezza e telecamere di sorveglianza a circuito chiuso,  l’aumento dei prezzi dei biglietti e la collaborazione tra steward – pagati dalle società – e spettatori. In caso di insulti (razzisti e non), lancio di oggetti in campo e minacce i colpevoli vengono segnalati, i tifosi sarebbero stati accompagnati fuori dallo stadio e processati per direttissima con pene esemplari.
Tutte queste decisioni, conosciute come “modello inglese”, sono state prese come esempio dall’UEFA e hanno permesso all’Inghilterra di ospitare la fase finale dell’Europeo 1996, ricevendo molti elogi per l’organizzazione. L’aumento del prezzo dei biglietti è stata la conseguenza dell’ammodernamento di stadi e servizi interni e ha svantaggiato il ceto medio-basso, ma complessivamente tutto ciò è servito a sconfiggere la violenza degli hooligans. Alla tolleranza zero dei governi Thatcher e Major si è poi aggiunta l’uscita dalla Football League delle 22 squadre di First Division che hanno dato vita ad una Lega autonoma, la Premier League, con regole serie e dirigenti competenti, diventando il campionato più ricco e più seguito del mondo (nel 2012 è stato siglato un accordo di 3 miliardi di sterline con BSkyB e British Telecom per trasmettere le gare del biennio 2013-15).
È comprensibile che non venga reso omaggio alla fu Iron Lady, visto il suo odio verso il calcio. Ma forse è meglio un Primo Ministro antipatico, che disprezza lo sport nazionale, ma pronto a prendere decisioni impopolari per garantirne la sicurezza – piuttosto che politici-tifosi sempre presenti alle passerelle in tribuna vip (o in curva) pronti a dare attenuanti ai gruppi ultras che interrompono le partite o creano problemi di ordine pubblico.

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