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Il web ci rende liberi? – Gianni Riotta presenta il suo nuovo libro all’IJF

Dieci anni fa, forse anche solo sei o sette, la giornata di uno studente di vent’anni sarebbe stata molto diversa. Già esistevano gli sms ma non la comunicazione veloce e “live” di Whatsapp. Esisteva qualche giornale online, ma la prima elezione di Giorgio Napolitano non fu di certo seguita su Twitter. Facebook non era popolare quanto oggi e neppure così veloce e smart – come i telefoni che usiamo per caricare al volo scatti fuggiaschi della nostra quotidianità. La comunicazione è cambiata: è inutile far finta che non siamo cambiati con lei un po’ anche noi. Il mondo del web è dove si sviluppa la nostra identità di uomini e donne del 2013: in che modo e in che misura? È l’argomento – nonché titolo – dell’ultima fatica di Gianni Riotta.
Il web ci rende liberi? L’analisi di Riotta parte dal ruolo dei media nella storia. Da sempre le innovazioni hanno trascinato con sé valanghe di ottimisti sfegatati e pessimisti tout court: Socrate ad esempio pensava che la scrittura sarebbe stata la fine del pensiero dialettico. I cambiamenti nel modo di comunicare hanno sempre determinato radicali mutamenti nei paradigmi. Pensiamo alla stampa, che fu veicolo della rivoluzione borghese.
Quindi essere è comunicare? Le innovazioni in sé e per sé portano alle rivoluzioni? La risposta non è così semplice. In Cina e Giappone la stampa arrivò ma non determinò cambiamenti sociali. La civiltà occidentale era gravida di germi rivoluzionari. I veicoli comunicativi furono, appunto, solo veicoli, acceleratori di processi già in corso.
Con l’avvento di internet i media diventano personal, non più di massa. Sul Web si proietta una nostra identità, originale e unica. Il modo in cui riceviamo notizie – grazie ai social media e ai big data – dipende anche dal modo in cui siamo. Se saremo democratici, curiosi, equanimi e tolleranti comunicheremo attraverso una rete con queste stesse caratteristiche.
Abbiamo ascoltato l’intervento di Gianni Riotta all’International Journalism Festival di Perugia, in cui presentava, insieme a Bill Emmott e John Lloyd, la conferenza Il Web ci rende liberi?. Emmott ha chiesto al giornalista italiano se tra vent’anni il titolo del libro sarà senza punto interrogativo.
La risposta è sempre la stessa: dipenderà da noi.

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