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Le pagelle della Serie A – 34^ giornata

di Giuseppe Enrico Battaglia

Si chiude la 34^ giornata e, diciamocelo, anche il campionato.
Alla Juventus serve un punto e ormai si parla di mercato per le prime piazze, col derby dell’incostanza che assegnerà ai vincitori un posto nell’Europa del tappeto rosso e le grandi orecchie. Parlo ovviamente di Milan e Fiorentina: i primi meritano per la capacità di reagire con slancio a due forfait enormi, i secondi per l’attento lavoro perpetrato sin dall’arrivo di Montella.
Dietro intanto, si consuma il poema tragicomico di tre squadre che cercano disperatamente di coinvolgerne altre nella furibonda mischia salvezza. Se il Torino sarà quello visto sabato anche nelle prossime quattro partite, per gli avversari non ce n’è.
Rimangono dunque Genoa, Palermo e Siena, il quale oggi sarebbe pressoché salvo senza processi assurdi che hanno lasciato i passati e futuri campioni d’Italia senza un allenatore per quattro mesi perché “non poteva non sapere”.
La salvezza del Siena sarebbe una vittoria per il giuoco calcio e per i valori che, sulla carta, esso dovrebbe trasmettere.
Non sono nomi e anagrafe a farti vincere: sono sacrificio, coesione e grinta agonistica. E questi tre elementi quest’anno sono mancati alle equipe di fenomeni wannabe che credevano di andarsi a giocare le piazze dell’Europa league, magari.
Prima di passare ai festeggiamenti per chi di dovere, dunque, soffermiamoci su chi davvero rappresenta il male del calcio italiano.
Sannino, forse il quarto allenatore in Italia (personalmente lo metto dietro Conte, Montella e Maran) viene cacciato dopo 3 giornate senza una vera ragione, salvo poi essere richiamato in seguito a disastri biblici. E da straordinario professionista sta riuscendo a far sonare la A ad una squadra che merita la B almeno quanto il Pescara.
Su Preziosi si potrebbe fare un discorso analogo, ma non è nemmeno riuscito a trovare allenatori e giocatori – Frey escluso – all’altezza del blasone del Genoa.
Ma i mezzi presidenti non sono i soli mali del nostro calcio, e questo preambolo vi avrà già rotto abbondantemente gli zebedei, indi per cui non indugiamo oltre.
Regia, pagelle per favore!

Salvatore Aronica voto inqualificabile: ogni volta che qualcuno si rompe in campo c’è lui. E, incredibilmente, ci rimane anche dopo il misfatto. Una metastasi del calcio italiano da debellare, senza mezzi termini, un uomo che non è mai stato un calciatore. INDEFINIBILE

 

Javier Zanetti voto 10 di auspicio: possa riprendersi per non lasciare l’infanzia calcistica del pagellista in mano al solo Francesco Totti. Un uomo con la sua storia e il suo palmarès non merita di lasciare l’attività agonistica un 28 aprile di una qualunque stagione anonima. Ti aspettiamo Capitano, HYPE

 

 

Kamil Glik voto 5,5: una sicurezza per gli avversari. Battute a parte, compie nel primo tempo un fondamentale salvataggio sulla linea, poi entra Quagliarella e lo stende due volte con interventi che ricordano da vicino il wrestling, nella fattispecie gomitata e frogsplash. Non ha i 90 minuti nella disciplina, TESTA CALDA

 

 

Giampaolo Pazzini voto 8,5: presente al posto e al momento giusto, segna due reti che fanno tornare il pubblico milanista ai tempi in cui questi gol li segnava un grande attaccante mai dimenticato quale Pippo Inzaghi. Si sta meritando la conferma nel Milan del prossimo anno, RAPACE

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