Cultura

Gifuni legge Gadda a Pavia

La sera del 18 febbraio 2013, mentre Beppe Grillo galvanizzava Piazza della Vittoria, Fabrizio Gifuni ha deliziato il Collegio S. Caterina da Siena. Titolo della serata: Gadda, don Ciccio e gli affari tenebrosi. L’attore, per l’appunto, è reduce dalla registrazione dell’audiolibro Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (Emons, 2012). Tredici ore per interpretare il romanzo di Carlo Emilio Gadda, dandogli quella corposità e varietà fonica che è propria della sua lingua. Il “pasticcio” è da intendersi come giallo intricato, visione del mondo, intreccio di voci e registri. Ma anche come sangue versato, nella dispersione d’un’impossibile fertilità. La prof.ssa Federica Pedriali, docente di Literary Metatheory and  Modern Italian Studies presso l’Università di Edimburgo, ha magistralmente introdotto i brani letti dall’attore durante la serata. Sua è anche la traduzione inglese (con commento) del monologo L’ingegner Gadda va alla guerra, interpretato dallo stesso Gifuni.
Il giallo di via Merulana è violazione di tabù, eros represso, “mineralizzazione” di un corpo inattingibile anche alla parola. I geni conservati come gemme dalla famiglia Valdarena vengono letteralmente sparsi, nella cruenta uccisione di Liliana. Indaga “don Ciccio”, “pompato fuori” da una moltitudine di cui Gifuni rende la polifonia, con una voce agile e addestrata. Di quelle tredici ore, sono stati proposti in S. Caterina alcuni momenti salienti: la presentazione di “don Ciccio”; il ritrovamento di Liliana Valdarena in Balducci, assassinata; i pensieri gelosi dei familiari; l’arrivo d’un treno che illude galline-donne con un fantasma di virilità.
Gifuni e la Pedriali hanno sottolineato –ciascuno per propria parte- l’importanza delle pause descrittive in Gadda: lunghe, realizzate con perizia d’orefice barocco. Sempre con un fondo psicanalitico, peculiare anche alla filosofia di “don Ciccio”. Senza contare la varietà dialettale e lessicale, che copre tutto il ventaglio della lingua italiana: dal Vocabolario della Crusca alle contaminazioni fra parlate regionali. La “difficoltà di lettura” è dovuta non tanto allo stile di Gadda, quanto all’impoverimento della lingua, addebitabile, in parte, al manzonismo di maniera e, in parte, alla comunicazione di massa. In questo senso, leggere Gadda (con un dizionario a fianco) è anche un’avventura di conoscenza.

Foto: © Antonio La Valle

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