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Gad Lerner per i 50 anni di Economia

In Italia manca un vero e proprio dibattito su questioni di natura economica, e questo compromette significativamente lo sviluppo della nazione. Si potrebbe riassumere così l’intervento di Gad Lerner, che il giorno 20 febbraio ha partecipato a Pavia alle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Facoltà di Economia. Intervistato dal professor Andrea Fumagalli, Lerner ha toccato molti altri temi riguardanti l’informazione economica del nostro Paese: dalla compromissione delle accademie più prestigiose con il potere politico, all’assenza di un controcanto al “pensiero unico bocconiano”, alle responsabilità dei giornalisti nel non stimolare il dibattito in maniera costruttiva.
Ricordando un articolo del prof. Fumagalli sul “diritto all’insolvenza”, ha detto: «Nel corso di questa campagna elettorale, nessuno si interroga su questi temi. Nessuno prende in considerazione l’idea di non pagare il debito, per paura di allarmare i mercati. Nemmeno le forze più critiche».

 

Fuori dall’Italia si sente parlare non solo di austerity, ma anche di post-fordismo e nuovi modelli di welfare. Anche in economia è importante il pluralismo. Il ruolo delle Università dovrebbe essere quello di consentire lo sviluppo di un pensiero “altro”, critico, alternativo a quello dominante. Roosevelt negli anni Trenta si circondò di menti eccelse, accademici e studiosi, estremamente critici verso l’oligarchia finanziaria di Wall Street. E il suo New Deal rimane l’unica ricetta, ad oggi, che abbia condotto il mondo fuori da una recessione catastrofica.
Le misure di austerità sono le uniche possibili da adottare? Non necessariamente. Alternative possono esserci, e devono essere portate alla luce, discusse, analizzate nel discorso politico di una nazione. Superando la paura dei famigerati mercati finanziari. La politica deve crearsi un suo spazio di dibattito, non solo rassicurare di continuo gli investitori: schierandosi dalla parte dell’economia reale, non degli indici di borsa.

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