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Game of Thrones: la nuova stagione inizia in sordina

Finalmente, a luglio, l’Inverno è arrivato. Finalmente è stato rilasciato il primo episodio dell’attesissima settima stagione del Trono di Spade, dall’evocativo titolo Dragonstone.

Come tuttavia era accaduto per l’incipit della stagione precedente la puntata procede piuttosto lenta e a tratti forse si concede tempistiche un po’ tediose. Vengono ricondotte le fila di tutte le trame che l’ultimo episodio aveva lasciato in sospeso, purtroppo senza colpi di scena inattesi. Le scene più avvincenti sono probabilmente quelle che vedono protagonista Samwell Tarly impegnato dalle sue incombenze nella biblioteca della Cittadella. Tanto basta per descrivere l’atmosfera di generale inedia.

A sorpresa un divertente cameo, che ha però indispettito i fan più ortodossi, i quali si erano con tutta probabilità appisolati nei minuti precedenti e hanno colto l’unica buona occasione per scaldare gli animi.

Jeremy Podeswa, che ha diretto altre puntate nel passato, non brilla a livello visivo e fonda Dragonstone esclusivamente sui suoi più consolidati personaggi, che riconfermano e ribadiscono dinamiche e ruoli ormai solidi. Tra di essi spiccano per novità un Mastino (Rory McCann), sempre capace di doni inattesi, e un’Arya Stark giorno per giorno più determinata, interpretata da una cresciuta e più consapevole Maisie Williams. Quest’ultima apre in maniera decisa, prima della sigla, un episodio che non riesce a mantenersi a livello della sequenza iniziale,

Se le varie vicende ciondolano in una comune stasi, quella di Bran Stark e Meera Reed subisce un’evoluzione un po’ repentina o forse addirittura ellittica: un salto temporale di giorni se non settimane appare piuttosto azzardato e inspiegato, soprattutto nel contesto di 58 minuti che invece tendono ad una narrazione pedissequa.

samwell

Interessanti i paralleli creati dalle tre mappe su cui indugia la camera, che ci mostrano tre diversissime prospettive su Westeros: la difesa, la conquista e la ricerca.

I minuti finali dedicati a Daenerys Targaryen sono dominati da un silenzio piuttosto evocativo che avvicina lo spettatore alla giovane regina incarnata dalla bella Emilia Clarke fino a chiudere con una frase premonitrice e risoluta.

Dragonstone lascia dunque a bocca asciutta, nell’attesa del prossimo Stormborn, e nella speranza sia un’attesa ben ripagata.

mastino

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